Di esperienze particolari ne ho vissute parecchie. In certe situazioni, incoscientemente, mi sono pure messa in pericolo. Fino adesso, però, mi è sempre andata bene, e le circostanze, pur graziandomi, mi hanno sempre permesso di valutare e riflettere su piccoli segnali. Ebbene, domenica 13 maggio avevo proprio voglia di gareggiare, nonostante stessi appena uscendo da un infortunio e, diciamocelo, fossi ancora molto stanca.
Maratonina dei monti Lucretili, Lazio, bellissimo panorama, 23 km in mezzo alle montagne in uno dei trial più impegnativi che ricordi io e chi era con me. Venivo da un week end romano molto bello, con tanto di serata a Ponte Milvio, e forse avrei dovuto fare così: rimanere a Roma Nord, e svegliarmi con calma.
Parto in compagnia di Annalisa e Chiara, due bellissime persone che, in occasione dell'evento capitatomi, conoscerò meglio. Non piove, e la cosa pare di buon auspicio, eppure...
In partenza non entro a regime...molte salite ripidissime, poi, verso il 9 km, un bel pezzo su strada dove prendo, finalmente il ritmo, finchè non si riprende il percorso sulla pietraia e, al 13esimo, scivolo, cadendo e squarciandomi la gamba appena sotto la rotula, con un taglio talmente profondo che chiamo subito i soccorsi urlando: "Mi sono distrutta il ginocchio, aiuto!". Lì per lì sento solo un forte bruciore, ma la paura è talmente grande che non ho cognizione di altri aspetti. Subito accorrono in mio aiuto due ragazze veramente gentilissime, che mi stringono forte e mi aiutano a chiudere la ferita; vorrei sapere, per non fare errori, chi fossero di preciso, perchè ero molto confusa. Una ragazza, in particolare, mi sta molto vicino, mi abbraccia e mi rassicura: Michelle (GRAZIE). Un altro atleta chiama i soccorsi e qui devo ringraziare tutti coloro che mi son stati accanto, comprendendo il mio stato d'animo. In pochissimo tempo arriva il Soccorso alpino e il medico (bravissimo) mi cura un pò la ferita.
Soccorso alpino: erano tanti, tanti attorno a me (il medico mi dà persino la sua giacca), tutti fantastici e di un'umanità impressionante...Mi immobilizzano la gamba e mi caricano sul Quad...saliamo per i sentieri di montagna, dopodichè mi stendono sulla barella e, con l'aiuto dei volontari della Croce rossa, scendo in paese con l'ambulanza 4x4. Lì mi verranno incontro le mie amiche Annalisa e Chiara, ma anche Ettore, sempre disponibile ad aiutarmi, e altre splendide persone che avevano saputo del fatto. Ricordo Meri Genovese, Barbara Refice...due ragazze con un cuore enorme. I volontari della Croce Rossa mi offrono persino da mangiare, cosa che però non riuscirò a fare fino a sera tarda.
Dal lettino dell'ospedale per Voi...un sorriso...
La seconda fase mi vedrà in viaggio verso il Pronto Soccorso a Tivoli...viaggio in compagnia di Roberta, se ben ricordo il nome, splendida persona, volontaria della Croce rossa. Entriamo al Pronto Soccorso (continuavo a tremare per riflesso, dopo la caduta) e anche qui devo ringraziare il medico Massimo Galante, in quanto è stato bravissimo e, malgrado il pieno di urgenze, ha avuto per me un trattamento speciale. Tanti punti, in vivo...sentivo la pelle che tirava...Poi, la radiografia, che segnala l'assenza di fratture. Intanto c'era Ciccio, con me: dalla Sicilia, ma mi è stato sempre vicino, anche durante il viaggio in treno. Lui e Mariella (grazie).
Rientro in nottata a Bologna, con un treno in ritardo di 1h30 causa disagi dovuti forse al terremoto, dove troverò la mia famiglia ad accogliermi e ad assistermi, come solo lei sa fare da quando sono al mondo.
Il resto...è niente...Un pò di febbre, molto dolore e un ritorno al Pronto Soccorso martedì, ma il mio medico rassicura che il dolore e lo stato non proprio al top è assolutamente normale.
Una cosa però la devo dire: non mi aspettavo tante testimonianze di affetto...Citerò solo alcuni, perchè lo meritano: Ciccio, Giuseppe, che mi telefonano ogni giorno, da Palermo, Orazio, Enzo, Massimo, Alessio, Jampier, Alessandro (la mia Lazio Runners Team, tutta)...Maria, Barbara (per loro un Grazie di cuore anche per quanto sono state in grado di darmi umanamente), Ettore e tutti gli amici che mi scrivono giornalmente...tutti tutti. Tanto affetto non me lo aspettavo, così come non mi aspettavo persino una telefonata da parte di Massimo, del Soccorso Alpino, per sapere come stavo. Tutto questo mi ha riempito di vitalità.
Ultima, ma non ultima cosa...Annalisa e Chiara, che sono state con me per tutta la permanenza al Pronto Soccorso, assistendomi dalla salita in macchina fino alla partenza con il treno, mi hanno fatto capire l'importanza di un gruppo, dove i legami sono forti, solidali, che vanno oltre la competizione. Questo conta di più, ed è alla base di una squadra che non porta solo punti alle gare. In questa circostanze, di punti non ne ho portati, ma presi parecchi. E fra 10 giorni li toglierò e riprenderò a correre. Un grazie di cuore a chi sa, verso i quali sarò sempre in debito...