Anna Giunchi Blog Personale


martedì 29 giugno 2021

La squadra e gli obiettivi comuni

 Il fatto che io sia una persona che abbia raggiunto un equilibrio con sè stessa non vuole dire assolutamente che io sia asociale e che non ami il contatto con gli altri. Tutt'altro: gli altri sono la mia forza, sono il mio sostentamento: se sono persone sinergiche mi permettono di estrapolare la parte più viva di me.

Nessuno di noi, in fondo, è un'isola: ognuno di noi è parte di un continente collettivo, che costituisce il nostro tutto. Ritengo però che un primo passo per stare bene con gli altri sia proprio lo stare bene con sè stessi. Io amo la vita che faccio, e non la cambierei con quella di nessun altro: di riflesso sto bene anche con gli altri: mi piace ascoltare, mentre di me non parlo mai.

Domenica, con la mia squadra del GS Gabbi, abbiamo dimostrato che l'unione fa la forza. Abbiamo vinto le staffette femminili e maschili, con addirittura primo e secondo posto femminile, all'Eikiden Marathon, San Marino. 

Io venivo da una settimana positiva dal punto di vista del riscontro in allenamento: peccato abbia corso la frazione da 12km alle 11, soffrendo decisamente il caldo che mal sopporto anche a riposo. Nella mia testa era forte un obiettivo: terminare la gara, senza esagerare il ritmo al primo giro (dovevo coprire due giri da 6km). Si ha sempre paura di non dare a sufficienza e più si nutrono aspettative e maggiormente si rimane delusi, soprattutto quando si è desiderosi di dare e di contribuire all'obiettivo. 

La nostra squadra è andata oltre la prestazione del singolo perchè, come ogni team di successo, ha battuto con un solo cuore. Il valore degli altri si misura nel prodotto collettivo finale. Sono fiera di essere parte di una équipe così motivante...



venerdì 25 giugno 2021

Un cammino comune...

Nell'intrecciarsi degli eventi che ci affiancano, capita spesso di fermarsi un attimo in vere e proprie pause di riflessione.

E allora ci si chiede se incontrare certe persone sia stato un destino comune piacevole e necessario per la formazione di entrambi, se l'incontro sia poi destinato a rimanere nei ricordi, o se quell'incontro potrà essere ravvivato in occasioni random, come se il tempo non fosse mai passato. 

Sto terminando gli esami dei ragazzi, con un pò di malinconia.

Mi piacerebbe che i miei alunni si ricordassero di me nel tempo, non cioè, come se fossi stata un capitolo chiuso ed episodico nelle loro giovani e burrascose vite, quanto, piuttosto, poter rimanere nel loro percorso anche negli anni a venire. Mi piacerebbe che, nelle strade che prendereranno, trovassero qualche piccola parte del vissuto che ho cercato loro di trasmettere.

Beh, con un pò di presunzione, è anche quello che spero di aver lasciato in chi non sento più da tempo, volente o nolente. Mi capita spesso negli anni di ritrovare amici o conoscenti o colleghi nei miei lunghi percorsi di studio, colleghi che rimembrano alcune mie peculiarità, alcune un pò folli. Mi piacerebbe, nel tempo, strappare un sorriso a chi ha vissuto questo  mio lato goliardico.

In fondo, penso che la cosa più gratificante per un insegnante, per un amico, per un "ex" (toccando sia ambiti lavorativi che sentimentali) sia proprio quella di essere ricordato; di essere ancora vivo nella testa e, perchè no, nel cuore di qualcun altro.





domenica 13 giugno 2021

I valori Nel Tempo

 


E' un periodo insolitamente tranquillo emotivamente, e ne sono sempre più convinta: guardo il mondo dalla faccia giusta. Dovrò rifare i miei controlli, ma sono convinta di stare via via liberandomi di questo antipatico disturbo della tiroide. Anche il mio umore è costantemente positivo: lavoro con passione e con i ragazzi, sia a scuola che al campo, sto proprio bene.

Ho corso un cross dopo oltre un anno, 2 giugno. Ero ad Abbazia di Pomposa (Fe), 8 km. Sono stata pure contenta della mia prestazione...insomma, sto iniziando a piacermi un pò.

Faccio un collinare a settimana e ricordo con piacere 22 km tra Panighina, Bertinoro, Collinello, Polenta, Paderno...ma ricordo anche un 6x1000 in salita e qualche fondo medio a 4'25. Sto ritornando a ragionare per obiettivi e non per "Tanto Per Fare".

Sono contenta perchè la mia società di atletica, quella ove alleno, sta crescendo e i miei giovani allievi stanno maturando ottimi risultati: vedere tanta fiducia nei miei confronti e tanto impegno nelle attività mi stimola a dare ancora di più. Vado al campo con il sorriso e devo dire che la società mi lascia veramente libera di organizzare le attività; mi rispetta, mi appoggia, mi valorizza. Ad ogni gara sbanchiamo in medaglie.


Lanciare: l'intenzione che si proietta nello spazio

E il passato?

Con il tempo si impara a capire cosa rimane nei propri trascorsi e cosa è stato destinato ad andarsene: ci penso spesso. Spesso penso a certi miei errori di valutazione commessi da remoto: ho sempre pensato che certi valori si trovassero intrinsecamente nelle strutture che li rappresentavano ideologicamente.

Ebbene, ora che ci penso a mente in quiete (non inquieta), raramente è così. Anni fa pensavo di trovare valori di patriottismo, di rispetto, di fratellanza e di cooperazione in quelle strutture che li rappresentavano dietro alla propria denominazione. Ero convinta di aver concretizzato un sogno, quando mi sono ritrovata ad accarezzare le pareti o a varcare il cancello di certe strutture. Ebbene: in questi ambienti ho trovato solamente una facciata istituzionale portata a rappresentare a una dimensione determinati concetti; nell'ossatura reale, nello scheletro in cui vivevo, ho sempre trovato altro: protezionismi, ipocrisia, indifferenza. Non riesco a trovare il termine esatto per denominare il contrario di empatia...potrei dire "asincronia", e invece no, lo rafforzo un pò parlando di vera e propria antipatia.

Il valore di un rapporto si misura al di là di contrasti ideologici, il valore di un rapporto permane nei ricordi. il valore di un rapporto viene riaperto ogni qualvolta lo si desidera...anzi, il valore di un rapporto non si chiuderà mai, a prescindere da distanze temporali o spaziali.

Mi guardo alle spalle e noto dei vuoti esperienziali dietro di me: dei trascorsi che, in verità, non ho mai voluto rimuovere. Dei trascorsi che appaiono come fantasmi, anzi, come spettri rappresentativi di un male morale ancora radicato in me.

Quante volte mi chiedo di perdonare errori fatti sulle mie spalle, e quante volte sento questo groppo esofageo del quale non riesco a liberarmi, ma che preme sul mio stomaco. Mi sarebbe piaciuto chiarire, ma ho cercato di farlo sbattendo la testa contro un muro divisorio.

Mi piace portare a fondo la mia profondità, ma ancora devo combattere contro la superficialità di chi non è mai riuscito a vedermi in prospettiva. Chissà...forse sarà proprio il tempo a costruire una dimensione più solida di me. Forse, questa dimensione, verrà vista anche da chi ha provato a rimuovermi.


Anna Giunchi la maratoneta

Benvenuto sul blog di Anna...la maratoneta