Anna Giunchi Blog Personale


sabato 28 luglio 2018

A long quiet in Milano Marittima


...prosegue la mia permanenza rigenerante a casa, Milano Marittima, nell'attesa di riprendere con il lavoro invernale e, prima ancora, di concedermi un pò di sana villeggiatura a Livigno.
Amo la montagna e ne sento il richiamo come se fosse una forte necessità, pur vivendo al mare...le montagne sono delle vere e proprie cattedrali che si innalzano al cielo ricamandone e tessendone l'aria come se fosse un mosaico, e l'esterno, il visibile di una roccia dolomitica, è quanto di meglio possa esserci per l'interno e la quiete di ognuno di noi.
In particolare amo la Val di Fassa, nella quale sono già stata, e Livigno.
Livigno, il mio piccolo Tibet, è quanto di meglio si possa desiderare se si ama l'alta montagna: sentieri incantevoli per chi ama la salita in trekking e per chi ama la discesa in mountain bike (mi sono allenata sulle dune di Pinarella), paese vivo e dinamico e paesaggi quasi lunari, quando ci si direziona verso il Bernina. 2300: ci si può allenare tra le mucche allo stato brado.
Sono ormai tre anni che non cambio meta ad agosto, nonostante mi stia incuriosendo la Val Badia, presentatami con uno splendido look da amici amanti dei monti e delle escursioni.
La montagna per me è una medicina...come una sana medicina mi disintossica.
Inevitabile quindi che il mio picco di gioia massima si presenti quando corro in montagna, soprattutto in salita: salita intesa come percorso verso il raggiungimento della vetta, con conquista della propria medaglia data dal panorama che offre una intera vallata e una città ormai lontana e rimpicciolita sotto ai propri piedi.


Domani, incredibile, tornerò a correre sui sentieri, i sentieri di Dante: 22 km con 1000 mt di dislivello (e temute discese tecniche) in zona Portico di Romagna, attraversando i ponti che incantarono il sommo poeta. Montagna e sentieri.
Poi sarà la volta di Livigno e, fine agosto, la Rampigada a Varzo, Verbania, su al confine, 21 km con dislivello di oltre mille metri.
Nonostante il lavoro, quindi, non mi priverò dei miei tanto amati monti...dopotutto sono in cerca di angeli, e la montagna mi permette di ritrovarli, scacciando i demoni che stanno qui in basso...
Buone vacanze a tutti!

lunedì 9 luglio 2018

Estate con San Martino (Valle Caudina)

Altra esperienza di vita, che mi ha arricchito, che mi ha lasciato con quella malinconia derivata dalla costruzione di nuovi affetti. Segnale positivo.
Curiose le circostanze che mi hanno permesso di essere conosciuta nella bassa Irpinia, in una terra ospitale e desiderosa di contatto umano: e' anche merito di questo blog, che racconta di me. Da qualcuno è stato letto, insomma...
Presi l'impegno a maggio, per un evento a San Martino Valle Caudina, trainata da Armando, che mi ha conosciuto grazie al Progetto Coni da me svolto a Roma: l'evento in questione era la festa dello Sport, manifestazione alla quale il paese ha risposto con calore e affetto.
Sono stata ospite, servita e riverita dal mio arrivo fino alla mia partenza tra pranzi di pesce, aperitivi e alberghi di lusso.
Ho conosciuto una terra immersa nella natura, con patrimonio artistico e storico di spessore, popolata da gente animata da una gran voglia di fare, unita e allegra.
Circondata da montagne, ho colto l'occasione per correre fino alla cima del monte Mafariello, per un totale mattiniero di 22 km. Era solo una delle tante montagne della dorsale appenninica: stupenda e con tanti sentieri da esplorare, offrenti panorami incantevoli.
Dormivo a Montesarchio, altro bellissimo borgo, illustratomi dal gentilissimo sindaco Pisano e dal consigliere Pedoto.
Ho visto solidarietà tra cittadini, amore e rispetto per la propria terra e tanto entusiasmo giovane, nonchè competenza e passione da parte del Coni provinciale nella figura del Presidente Saviano.
Ed è per questo che mi sono promessa di ritornare, mantenendo una rete di legami e rapporti che vorrei consolidare. 
Le realtà vanno descritte esclusivamente dopo averle conosciute dal vivo, tuttavia una descrizione presenta sempre dei limiti. Le sensazioni vanno provate, sentite, ascoltate. Porto dentro, adesso, un dono gradito e ben saldo dentro di me.
Non so se riuscirò mai ad essere grata abbastanza a Voi per tutto questo...


martedì 3 luglio 2018

Rotolando verso Sud


Val di Fassa 2018 alle spalle...quest'anno una toccata e fuga, considerando gli 8 giorni, e conseguentemente tutte le tappe, che ho fatto nel 2017.
Alloggiavo ad 1 km da dove mi trovavo l'anno scorso, con tanto di gradevole salita per arrivarci: sistemazione ottima e personale gentilissimo. 4 giorni intensi.
Arrivo alle 14.45 del giovedi 28 giugno, bramosa di tornare alle gare competitive correndo il Tappone, 800 mt di dislivello da Alba di Canazei al Ciampac, quota 2300. E devo dire che, pur venendo dal livello del mare, concludo la tappa piu' che bene, 59'51, 7 km. E ricomincio a bramare i podi e i premi che ormai apparivano come un miraggio...A fine gara, ovviamente, gita per sentieri.
Il giorno successivo sara' per me entusiasmante: era dall'anno scorso, infatti, che desideravo correre la Red Bull 400, gara estrema con 150 mt di dislivello in una distanza brevissima e una pendenza media del 78%: assurdo... La gara consiste nella scalata del trampolino olimpionico di Predazzo.
Arrivo in loco 6 ore prima, dovendo correre alle 14.15, ed incomincio subito con la mia ispezione: sulla superficie del trampolino olimpico era stata inserita una rete per aggrapparsi, e il pezzo finale appariva decisamente duro, da correre in rigorosa quadrupedia.
Dopo aver intervistato una bella schiera di partecipanti, mi scaldo con 25 minuti di corsa lenta, tecnica e allunghi sulla ciclabile e mi appresto a partire: erano 29 gradi.
Riesco a correre in piedi per circa 150 mt, dopodiche' non vedo altra soluzione che correre a quattrozampe.
Mi tengo sulla sinistra ma noto che al bordo la rete non vi era, cosi' stringo i denti confidando in polpacci, dorsali e addominali.
Vedo solo il pavimento e tengo sguardo fisso a terra...sento le voci che invitano a non mollare...alzo lo sguardo un attimo e vedo che la prima parte, la "gobba", sta terminando. Mi alzo in piedi e inizio ad arrampicarmi per i 100 mt piu' ripidi della mia vita. Molte concorrenti mollano e mi fermo due volte. Sento la gente che invita a non mollare e sul finale mi alzo in piedi e termino la mia gara in 7'41. Mi siedo per un paio di minuti a contemplare il panorama e a godermi quell'attimo di gioia e gratificazione: Si', amo far fatica. Mi fa stare bene.
Tanto stavo bene da rientare a piedi da Predazzo fino a Pozza camminando per la mia ciclabile preferita, a me ben nota, avendo corso diverse edizioni della Marcialonga Running. Tutto questo malgrado la puntura di un calabrone che l'adrenalina aveva reso silente (me ne accorgero' 4 giorni dopo).
La mattina dopo sarei stata di nuovo su quella ciclabile, direzione Canazei, per l'ultimo collinare prima del rientro.
La montagna fa bene. Una sosta in mezzo alla natura, con gli occhi puntati verso le statue dolomitiche, rigenera e fa risorgere.
Ora sono al mare e nei miei occhi e' ancora viva la contemplazione per quelle che per me sono le prime meraviglie del mondo.
Ma il prossimo week end sara' ancora bellissimo: dapprima perche' tornero' a Roma e testero' un'altra volta le salite di Villa Borghese, e poi perche' tornero' in Irpinia, a San Martino Valle Caudina, paese in cui non sono mai stata, invitata per una manifestazione sportiva.
Mi mancava la montagna, ma mi manca anche una terra impregnata di ospitalita' e tradizioni. Mi manca il contatto umano e so che a breve potro' ritrovarlo, in una terra che mi è ancora nel cuore.

Anna Giunchi la maratoneta

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