Anna Giunchi Blog Personale


martedì 29 dicembre 2020

Buon Anno a Tutti...ricordiamone altri.

 


E' un periodo, questo, nel quale molti di noi si rifugiano nei ricordi. Forse, come nel mio caso, i ricordi ci trincerano dietro una sicurezza: quella di aver avuto un passato esperienziale, attivo. Rispolvero nella mia mente il Capodanno a Cortina di 1 anno fa, la leggerezza della mia tavola da snowboard sulla neve fresca, le mie critiche al consumismo durante il passeggio nel centro, che però frequentavo. E, ancora, i miei viaggi in America Latina e quel caldo tropicale, le emozioni dei voli, del partire e tornare. Le mie vittorie nell'Appennino bolognese e l'emozione del prima, del dopo, del durante.

Mi sembra tutto così lontano...eppure ho piacere nel riportarlo alla mente. Non ho neppure malinconia, ma desiderio di riprendere il tutto, con più gusto, certo, consapevole che il tempo sia trascorso ed io sia cambiata. Durante queste festività ho continuato a sentire vicino anche chi fosse lontano, mentre persone cui davo importanza sono scese dal piedistallo che preparai loro: ho pensato molto di più a chi merita e a chi no. Roma mi sembra lontana e non ho programmato viaggi se non a fine gennaio. Mi alleno, lavoro sempre con piacere, al punto da non interrompere i corsi durante le festività, mentre i ragazzini crescono di numero, si divertono e mi riempiono di soddisfazione.

Un Natale Covid, ma non in solitudine, piuttosto creativo, nel quale non ho però abbandonato la pista. Che dire? A seconda delle circostanze, si cerca sempre di adattarsi e stare bene. E' la vita che ho scelto.






venerdì 11 dicembre 2020

Inverno, tamponi e TSH. Serenità

 A volte siamo noi stessi la causa dei nostri mali. A volte noi stessi ci autoconvinciamo di stare peggio di come effettivamente stiamo. Paura è sempre riferita a ciò che non si conosce, perchè in caso di conoscenza dell'oggetto, ci si può organizzare per convivere con esso, o per fronteggiarlo. Penso che "accettare" non sia sempre e per forza un fenomeno legato alla rassegnazione quanto, al contrario, un profondo segnale di maturazione introspettiva.

Sono serena al lavoro, in questo periodo. Mi piace parlare, o scrivere, di ciò che va bene. Finalmente lo faccio. A scuola ho occasioni di confronto con personale qualificato, per cui trovo un target culturale nel quale non mi sento una intrusa mal vista o temuta in caso possa sapere più degli altri. 

Sono in un team con persone competenti, umili, consapevoli di quanto l'altro possa donare. 

E sono contenta che qualcosa, anche nel settore sportivo, stia cambiando. Finalmente si dara' una priorità ai laureati in un ruolo di coordinamento generale nelle ASD, e sono contenta, perchè mi sono battuta per questo. Ritengo che lavorare con bambini, ragazzi e adulti non possa non prescindere da una conoscenza approfondita della macchina umana, che tocchi sia elementi fisiologici che psicologici. Un corso, per quanto ben fatto, può solo integrare certe competenze acquisite in anni di università.

Mi rendo conto che 5 anni di corso di Laurea in Psicologia e 5 anni di Scienze Motorie hanno contribuito a formare un certo mio assetto comportamentale e linguistico. Ho un approccio al lavoro che non mi sarebbe stato reso possibile se avessi svolto un altro tipo di attività, svolgendo l'allenamento unicamente per passione. 

Preciso che ho conosciuto appassionati istruttori che si sono formati in campo, con umiltà, prendendo nozioni da chi ne sapesse più di loro, e sono del tutto benvoluti. Ma ho conosciuto chi, per invidia, altro non ha fatto che parlarmi alle spalle, ironizzando su certe mie condotte comportamentali...chi temeva che invadessi il "proprio territorio". Gente invidiosa del mio rapporto con genitori e ragazzi, eh, inevitabile.

Timore spesso sfocia in aggressività. Insicurezza, spesso, sfocia in aggressività.

E ora sto bene, perchè lavoro autonoma con tanti splendidi ragazzi da crescere. Coltivo, semino e faccio maturare progetti.

Scrivevo che spesso siamo noi causa delle nostre paure...Beh, ieri avevo un pò di timore nel ritirare le mie consuete analisi del TSH, indice dello stato della mia tiroide. Temevo ciò che non conoscevo ancora. Eppure sono andate bene. Sono andate bene grazie al contesto sereno in cui vivo adesso, nel quale lei, la tiroide, dirige la mia orchestra organica in armonia. Non ho più paura di quello che non conosco: mi programmo prima le varie condotte di fuga o rientro. A volte fuggo, ma forse con il tempo ritorno... 



mercoledì 9 dicembre 2020

Covid 19 e malinconia


Siamo in piena pandemia e pare di esser circondati da un vortice di rischi e paure. Il virus c'è e bisogna adattarsi ad una presa di coscienza responsabile. Il diritto alla salute è inviolabile, soprattutto se è degli altri. Io, a scuola, sento continuamente di casi di contagi, espandibili a macchia d'olio. Uso sempre la mascherina, mi sanifico le mani, tengo la distanza di sicurezza. Quel che dicono di fare faccio. Corro sempre al mattino, partendo con il buio, in totale solitudine, tra le campagne. Uso lo scaldacollo, sempre, pur non incrociando nessuno...mi ripara pure dalle correnti d'aria. Ho fatto il vaccino antinfluenzale.

Penso che un minimo di "sacrificio" nell'esercitare condotte responsabili non sia poi cosi' dannoso, anzi...forse potrebbero insegnarci a vivere meglio, igienicamente parlando.

Mi chiedo, però, se sarò pronta a riabbracciare qualcuno, a dare una pacca sulla spalla ad un mio allievo, a battere "cinque" con i miei alunni. Mi chiedo se questa lunga realtà attuale porterà ad un inasprimento dei contatti umani, del nostro calore latino.

Non mi interessa più uscire alla sera (a parte che non si potrebbe con la serenità di un tempo) e limito i contatti a qualche comparsa via web. Lavoro, certo, ma all'aperto e con i consueti tre passi indietro se qualcuno si avvicina.

Ogni tanto riassaporo con la memoria il piacere di un bel viaggio, dell'aria secca di montagna, di panorami nuovi che mi aspettano per essere scoperti. Il nuovo, ecco...forse quello mi manca. Mi manca l'imbottirmi di nuove esperienze di vita per poi distribuirle a chi aspetta che le racconti.

E mi accorgo di parlare sempre meno, ma di ascoltare molto. La gente ha un terribile bisogno di essere ascoltata. Forse lo avrei pure io, nei miei silenzi.



Anna Giunchi la maratoneta

Benvenuto sul blog di Anna...la maratoneta