Anna Giunchi Blog Personale


domenica 28 marzo 2021

Emozioni pasquali...

Non c'è nulla di nuovo. Siamo chiusi in una bolla di routine che ormai ci ha quasi incagliato in una vita unidimensionale. E' passato più di un anno, eppure mi sembra che tutto sia trascorso così in fretta. Lento e lineare correre del tempo.

Sono sempre stata abituata a programmare le cose, ad organizzarmi, eppure, adesso, mi rendo conto che tutti i miei progetti, soprattutto relativi al settore scolastico, stanno andando in fumo. 

E' da oltre un mese che lavoro con la didattica a distanza e che alleno esclusivamente i settori agonistici, senza più poter seguire quelli promozionali. Sembra una cosa da poco, eppure... I ragazzini si aspettavano qualcosa.

Mi accorgo di come si stia trascurando una generazione in formazione, senza rendersi conto che i nostri giovani hanno bisogno di incentivi, di concretezze, di promesse da mantenere. Hanno bisogno di lavorare giocando, o anche solo di giocare, ma con un obiettivo. Noi adulti e le istituzioni che ci rappresentano non possiamo trincerarci dietro il: "Devono adattarsi", perchè sappiamo bene che i ragazzi e bambini non sono adulti in miniatura, ma hanno esigenze e necessità di vivere una loro vita, costituita da sogni e promesse; devono costruirsi un vissuto che sarà parte del loro Io, un vissuto che racconteranno. 

Loro non hanno colpe, eppure mi pare di percepire che la società attuale si stia sempre più alienando verso una dimensione: "Non a misura di bambino". Pare che i nostri giovani non esistano , eppure sono la mia forza, sono la nostra risorsa.

Sono ancora incontaminati dai condizionamenti sociali, sono così puri, sinceri, istintivi negli affetti e leali nei rapporti. 

Mi dispiace e mi rammarica proprio sapere che è la società moderna che rovina l'uomo. Tutti dovrebbero imparare dai bambini: per me sono terapeutici.



Ho corso un challenge di 3 giornate, 10km ogni giorno. Fondo medio. Mi sono divertita.

mercoledì 3 marzo 2021

Arancione scuro e il Cross mai fatto...

La situazione pandemica non è affatto rassicurante e fa un forte effetto pensare che sia già passato un anno. Eppure le tensioni, i timori non sono affatto diminuiti e, del resto, non si è ancora riusciti ad abituarsi ad essi. Non siamo usciti da questo incubo.

Il nostro sfogo quotidiano, lo sport, ci permette di vivere dei momenti di parentesi serena...e guai se esso non ci fosse. Io corro tutti i giorni, mi diverto come non mai e ricomincio, piano piano, a stare bene. Ho sofferto un pò il freddo invernale dopo tre anni di miti inverni romani, ma ormai, o almeno così pare, ci siamo lasciati alle spalle anche l'inverno di nebbia e gelo, durato ben poco.

Mi sono allenata per un cross rinviato tre volte, Ippodromo di Ravenna, un pò amareggiata per i miei giovani allievi che aspettavano con ansia questa esperienza. A tutto c'è rimedio e nessuno toglierà loro i propri sogni. Il lavoro per me è fonte di continua scoperta: sia a scuola, dove ogni giorno ricevo qualcosa, sia al campo di atletica. Il campo mi ha portato una grossa sorpresa: ottanta iscritti nel settore giovanile, mai successo nella storia del Comune di Cervia. E sono veramente soddisfatta del fatto che molti allievi vengano ad "assaggiare" l'atletica spinti dai compagni che già si allenano e che decidano non solo di iscriversi al corso, ma di partecipare agli allenamenti anche sotto pioggia e vento. Non solo ragazzi, ma anche adulti: un gruppo che è una squadra.

Mi rivedo un anno fa, mi vedo oggi. Vedo la fiducia attorno a me, vedo bambini felici e genitori collaborativi. Vedo un campo di atletica che posso abbellire creando circuiti, percorsi di cross...un campo in cui i ragazzi stanno provando tutte le discipline. Vedo una iscrizione alla Fidal ripresa dopo il mio allontanamento, con una volontà nel far crescere una realtà in un territorio che aspetta solamente di essere scoperto. Mi vedo allo specchio e mi vedo rinata.

E ci pensavo questa mattina, dopo 22 km "felici"...forse ho sconfitto una malattia autoimmune, o forse l'ho solo messa a tacere, insieme a quelle poche voci stonate che non hanno mai creduto in me.

Io credo in me stessa e, come è ben chiaro, credere è un bel passo per raggiungere la meta.



Anna Giunchi la maratoneta

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