Anna Giunchi Blog Personale


venerdì 30 giugno 2017

Val di Fassa tutta d'un fiato...


Ero combattuta se partire o no, e lo ero per un valido motivo: il mio gatto ha avuto un incidente contro una macchina e ne è uscito malconcio e zoppicante...da giovedì sera a venerdì ho vissuto un continuo di tensioni, sfociate in pianti continui. Mi sono resa contro di non essere cambiata: quando i miei animali domestici stanno male, io sto peggio.
Avendolo visto tranquillo e al sicuro in un appartamento dei miei, sono partita, consapevole che non avrei potuto tradire la mia squadra, composta da: Ana, Diego, Mirko, Solerte (si aggiungerà anche Gianni). Avevo aspettato tanto questi giorni.
Cinque tappe entusiasmanti, nella valle per me più bella: la Val di Fassa.
Il tempo ci ha regalato il sole unicamente nella giornata di lunedì, anche se dobbiamo ritenere di essere stati fortunati in quanto la pioggia ci ha accompagnato solo nella giornata di domenica.
Ed e' proprio la prima tappa, quella di Soraga, che ho corso peggio: 14 km corribili nei quali mi sono risparmiata tantissimo per il timore nel correre altre due gare nei giorni successivi. Poco adattata alla quota, chiudo facile facile senza alcun risentimento muscolare. Lunedì a Moena andrò molto meglio, ma la forma ottimale dirò di averla raggiunta nelle tappe di Canazei, Vigo di Fassa (passo Costalunga) e, soprattutto, nel tappone finale al Buffaure.
Luoghi incantevoli, salite meravigliose e poche discese tecniche. Proprio le discese mi hanno fatto perdere molte posizioni: solo nel tappone finale, concluso in salita, potrò dire di aver corso una gara senza aver perso più di tanto.
Concludo con il numero quattro: quarta di categoria e quarta come società. Contentissima.
Il gruppo e' stato quello ideale: di compagnia e con in comune, rispetto a me, l'amore per le passeggiate. Conoscerò la valle San Nicolò e quella del Monzoni, ma rivedrò dopo 30 anni il meraviglioso Catinaccio e visiterò con Ana e Solerte il santuario di San Romedio in val di Non.
Il sabato, finalmente, potrò esplorare in una lunga escursione una di quelle incantevoli vallate, raggiungendo la quota di 2300 metri e ridiscendendo al Buffaure: il tutto, ripeto, con una magnifica compagnia.
Otto giorni terapeutici, che mi hanno fatto capire che tutti i recenti problemi (ad eccezione del gatto) sono nulla: insignificanti. Malgrado ci siano state cattiverie e malignità che mi sono arrivate fino a qua nessuno è riuscito a rovinarmi una meravigliosa vacanza, anzi: io sono nei loro pensieri, ma non loro nei miei.
I miei pensieri infatti andavano oltre...voglio vivere felice, cercando e attraversando persone e luoghi che mi fanno stare come merito. Tutto il resto, appunto, non mi merita.

mercoledì 14 giugno 2017

Passo dopo passo...

Il periodo del recupero continua, tra vicissitudini lavorative e il desiderio di staccare la spina.
In parte ce la sto facendo.
Amo il mio lavoro perchè amo i ragazzi: mi piace essere per loro un punto di riferimento e mi piace stare con loro. Sono la mia forza, in questo momento. Penso che sia una fortuna poter essere un educatore sportivo: il fatto che lo sport possa veicolare valori mirati a costruire uomini prima che atleti mi fa maturare il desiderio di non mollare, di portare avanti il mio progetto. Qual'è il mio progetto? Fino a non molto tempo fa non avevo solo un progetto: ne avevo più di uno. Avevo tante idee, tante iniziative, voglia di fare e di scoprire: avrei spaccato il mondo. Sono tornata dopo 6 anni trascorsi a Roma per portare nella mia Regione quanto avevo appreso: avrei voluto lasciare un pò di me in buona parte di quello che mi vedeva coinvolta: lasciare una traccia. Adesso, invece, ho solo un progetto: lavorare serena.
Tutto ciò che è esterno ai miei allievi non dovrebbe interessarmi: il mio mondo è con loro e non voglio, non devo tradire la loro fiducia.
Venendo a me...ho corso ad Anzola Emilia, e il che è già buono.
Due settimane prima, reduce da un raffreddamento, ripetevo a me stessa che avrei iniziato un lungo stop agonistico.
Invece ho corso: piano, senza ambizioni, se non quella di finire. Non sono ancora quella che ero, e chissà se mai tornerò ad esserlo, ma correre mi fa stare bene e continuerò a farlo.
Potrebbe essere un inizio di una (tarda) maturità il fatto che mi interessi sempre di più allenare e sempre meno correre?

venerdì 9 giugno 2017

Indigestione di traguardi a Meldola

Un sacco di dubbi, prima di ributtarsi in una gara di lunga distanza, venerdì 2 giugno...Complice il periodo di non forma, complice l'adattamento difficile ai primi caldi.
Una gara bellissima quanto dura, con un dislivello di oltre mille metri, comprendente Monte Colombo, traguardo volante, e il mitico Giaggiolo, Gp della montagna. Oltre alla gara vincerò anche questi due traguardi intermedi: 3h17.23.
Consapevole di non essere in forma, non concludo la gara in brillantezza. Contentissima comunque, in quanto vedrò questo come un punto di ripartenza.
I giorni successivi tornerò a Roma per 5 giorni, essendo tempo di Golden Gala. Correrò anche il mille al mio tanto caro stadio di Marmi, e in quei luoghi ritroverò tecnici, colleghi di università, professori che sono diventati amici.
Soprattutto, riassaporerò il piacere di sentire esperti parlare di adattamento alla forza e gestione della fatica, partecipando ad un seminario della Fidal. Roma, per me, è sempre fonte di sapere e benessere.
Mi allenerò a San Giovanni, in un parchetto, limitando la corsa lenta e privilegiando andature e flessibilità. Farò anche un circuito di forza, con piccole salite.
Rientrata a Cervia, analizzo un periodo nel quale ritrovo gli amici di sempre, in cui mi rendo conto di non essere sola e avere tanta gente che crede in me. Tutto questo è la mia forza. Il progetto estivo prevede un rientro alle competizioni in montagna, con una velocizzazione in pista. E giorno dopo giorno sto sempre meglio, credendo sempre di più in quello che faccio.




Anna Giunchi la maratoneta

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