Anna Giunchi Blog Personale


domenica 22 dicembre 2019

Rivivere i ricordi: Lido di Spina.


Di Lido di Spina conservo ricordi fatti di suoni, colori, odori. Sono ricordi del tutto remoti: in quel Lido trascorrevo, infatti, parte delle vacanze da piccola, avendo lì la mia famiglia una casa. 
Conservo memorie sensitive: ampia spiaggia, Maurizio Vandelli, zanzare e centro storico grazioso. 
Ci tornai anni e anni dopo, trovandola come allora.
E ci sono ritornata oggi, in una giornata che peggiore non sarebbe potuta essere: pioggia, vento; una domenica che avrebbe suggerito a chiunque di rimanere in casa, senza correre un cross di 6 km tra vigneti o non so quali alberi da frutto fossero.
Eppure mi sono spinta fin laggiù, per divertirmi come non mai, impietrita da un freddo che non ricordavo da tempo, con ai piedi le chiodate che non calzavo da SECOLI, con l'acqua fino ai malleoli, il fango steso sulle gambe ad effetto termale e via così...
E son stata veramente contenta di esserci stata: per aver rivisto gli amici, per aver condiviso una mattinata di sport, per un sesto posto non da buttare, per l'adrenalina che solo il cross sa donarti.
Perchè l'adrenalina per me è felicità, ed è stato un bellissimo dono.
E oggi sto meglio, anche di umore. Io, che venerdì scorso scrissi queste parole:

"E' incredibile quanto durino poco le cose: hanno un arco molto stretto e più le conosci più esso si restringe: ne vedi la fine già dall’inizio. Eppure stai al gioco ogni volta: ogni volta ti sforzi di crederci. Se il cerchio sia chiuso o spezzato non sai, ma inizi a evitare il dolore con la fuga.
Nella gelida attesa di un bus o nella solitudine di una metropolitana, in stati emotivi contrapposti ad un ironico scherno da fuoriserie, ti chiedi perché tu sia fonte di piacere senza agire in prima persona.
Tu, incapace di dirigere i tuoi passi verso un perdono che non darai mai: eppure sei aria, dissolta nel vento. Nessuno si è mai accorto che c'Eri.
Tra poco è Natale, tranquilla: rinascerai ancora una volta perché ci sei, e qualcuno ti sta aspettando. Buone, meritate vacanze.

Vorrei smettere di fuggire, perchè non ci sarà mai un luogo sufficientemente lontano da me stessa...

sabato 14 dicembre 2019

Liberi pensieri...in un cerchio.


Non seguo mai una scadenza precisa, ma mi ritrovo molto spesso a fare un bilancio di quanto svolto fin d'ora, senza rispettarne nè ordini cronologici, ne' tempi.
Prenderò a nome per questo week end riflessivo il termine "circolare", legato alla perfezione e alla completezza del Cerchio, elemento che, casualmente, ho pure insegnato a scuola una settimana fa.
Mi piace il cerchio perchè è prevedibile, mi piace perchè so di poter lì ritrovare un punto di partenza. Mi piace perchè mi consente di ricominciare su binari già assestati: forse vinco le insicurezze. Non mi sento ancora in evoluzione, perchè sennò mi sentirei in una spirale: mi sento ancora chiusa in uno spazio, legata a pochi punti che mi danno sicurezza o, meglio, serenità.
Ho provato, in preda alla mia ben nota (almeno a me e a quelle poche persone che abbiano colto e si siano sorbite la"naturalezza" del mio carattere) a chiudere delle porte, calandomi poi nella posizione e nel ruolo di tutto ciò che sarebbe stato il "chiuso", confinato dietro quel "muro mobile" che mi ostinavo a creare.
Penso sia difficile "chiudere" con qualcosa che ormai si è introiettato dentro: e se tutto questo si trova dentro un cerchio prende il nome di Insieme. Si "introietta", per dirla in termini psicoanalitici, tutto ciò che percepiamo dall'esterno e facciamo proprio: si introietta perchè diviene una parte di noi. Mi ha sempre interessato questo meccanismo, inverso rispetto a emozioni così forti quali, ad esempio, le Vocazioni, che invece "nascono" dentro di noi. Ebbene, ciò che introiettiamo è un elemento esterno che ci arricchisce, mentre ciò che definiamo "Vocazione" è qualcosa che ci pulsa dentro ed esce con tutte le sue forze, volenti o nolenti che siamo. Due processi molto differenti, frutto di una mia libera interpretazione, racchiusi da un minimo comune denominatore: entrambi sono elementi talmente "forti" da far predominare percezioni-sensazioni-sentimenti sulla nostra opprimente razionalità.
Non so se vi sia un ordine delle cose, nè so se farò mai parte di esso...so solamente che certe persone, luoghi, interessi sono in grado di darmi una desiderata quiete alimentata però da una grossa voglia di vivere. Non me lo spiego, mi faccio trascinare come un gommone dal pendio del fiume...e giù per la cascata...
Penso che sia l'Introiettato a decidere di entrare dentro di noi e penso che, una volta entrato, non se ne scappi più...è una Vocazione al contrario.
Non so cosa farò domani, ma so cosa mi fa stare bene e cosa non voglio perdere. Voglio correre in un anello ancora per un pò: un cerchio di 400 mt, con il margine di libertà di percepire il richiamo della corsia che preferisco: spero che siano almeno otto perché in fondo anch'io mi sono sempre concessa delle libertà di scelta.


domenica 17 novembre 2019

Tempo di Ritorno. Mezzolara di Budrio

Mi piace riportare gli stati d'animo che mi scorrono dentro le vene, quegli stati d'animo che butto fuori di getto, senza alcuna licenza poetica se non un lento e costante accarezzare i miei sentimenti, spesso folli e incostanti.
E' da una settimana che sono tornata a stare bene. E questo nonostante uno stato febbrile che perdura da 4 giorni, problemi al lavoro, nostalgia di casa e quant'altro possa rafforzare ulteriormente il mio Ego malinconico. Ebbene, nonostante tutto questo sto meglio: ho sempre meno dolori articolari, conditi da una maggior voglia di correre e, perchè no, da solidi e costanti progetti a lungo termine.
E chissà se domani starò ancora così bene...
Io so che oggi, domenica 17 novembre, sono stata come avrei voluto da tempo. Sono stata bene: eppure fino alla sera prima avevo pianificato una domenica a letto, in preda a pensieri e fastidiosi postumi influenzali...
Ma nella notte decido di gareggiare a Mezzolara, 14 km tra fango, freddo e pioggia: il mio Presidente trova un posto per me, e Daniele, gentilissimo, si mostra disponibile come sempre a caricarmi in macchina a Mezzano (in compagnia si va meglio).
Piove. E mi ritrovo a spingere, seppur chiudendo in 1'03.35...ma chiudo in progressione, faccio girare le gambe, oso. Sterrato e asfalto.
Non vi è nulla di quella che ero...o forse quella che sono adesso è il frutto di quello che sono stata, ma sono convinta che la gara di oggi sia stata una vittoria: una vittoria per le analisi andate bene, seppur debba proseguire una cura che forse mi accompagnerà per altri anni...Una vittoria su quella persona che, fino a 10 giorni fa, combatteva per alzarsi dal letto.
E invece, stamattina, ero a Mezzolara, Budrio di Bologna, a sfidare le intemperie, insieme ai miei compagni di società. Io, che inizio a metter quiete alla tempesta interiore, per sconfiggere quella che è fuori.
 Stamattina mi sono piaciuta: posso ripetermelo?


sabato 9 novembre 2019

Momentanea tregua


Non voglio illudermi, ma permettetemi di sognare un pò...
Mi sto allenando in maniera combinata tra corsa e bici: gareggio poco, come vi sarete accorti, studio tanto e ho deciso di ritagliare uno spazio importante alla mia vita privata: il lavoro occupa molto spazio, ma non è tutto nella vita, anzi... 
Pertanto dedico tempo e attenzione agli altri e al loro ascolto, ma presto me stessa anche ai miei hobbies e ai miei obiettivi, che ancora coltivo. Non lascio andare chi ha bisogno di me.
Questo week end di sole sulla riviera mi ha portato una sorpresa: analisi andate bene, seppur da monitorare come sempre e con valori non folli. Un piccolo indice che qualcosa di buono si sta muovendo.
Non continuerò a fare la vita che faccio, e sono seriamente convinta di impegnarmi ad uscire da questo tunnel che, a fasi alterne, mi rapisce e mi getta nell'oblio.
Io sono una viaggiatrice: so che in quel tunnel passa il treno ad alta velocità, diretto in chissà quale stazione: mica so quale sia la mia stazione giusta: sono ancora nel vortice dell'eterno ritorno. E invece vorrei proseguire dritto, e fermarmi prima o poi.

domenica 3 novembre 2019

"La Vallazza" un anno dopo...

E' difficile...E' difficile accettare una non capacità nella programmazione degli eventi. E' difficile vivere una incognita: "Oggi sto bene...e domani?".
Venivo da tre settimane inspiegabili fatte di benessere interiore, nelle quali mi svegliavo serena, senza disagi o scompigli vari, ma la quarta settimana si è fatta sentire con tutti i suoi interessi. Soffro i cambiamenti di clima, soffro tutto ciò che mi fa uscire da una routine di equilibrio. Mi impongo di fare le cose con una forza di volontà che neppure pensavo di avere: sono in mezzo ad un conflitto tra soma e mente.
E mi accorgo di fare fatica a prendere iniziative, in quanto prendere iniziative è il mio primo input all'azione, che poi viene da sè: cerco di essere severa con me stessa e mi sprono ad agire.
Dunque non correvo da diverse settimane, e ho ripreso a farlo a Molinella: 15,5 km in una gara che ormai corro da anni, molto sentita dal mio Gs Gabbi. Gara portata a termine con premio, con ritmi di 4'40 al km che un tempo non mi appartenevano...ho cercato di correre a ritmo costante, spostando l'obiettivo km dopo km; mi accorgo che correre mi fa stare bene, mi riempie di adrenalina, ma devo trovare la forza per farlo.
Sono iniziati i cross, appuntamenti ai quali non mancavo mai...per quest'anno forse non riuscirò a correrli, ma in me è viva la speranza di tornare a marciare con il ritmo giusto.
Oggi ho passato una bella giornata con i miei compagni di team e stasera sono qui a raccontarla. Questo voglio fare: continuare a stringere forte una mia passione, senza lasciarla andare, prendendo i momenti bui come insegnamenti e, perchè no, come lezione.


sabato 28 settembre 2019

Back Here...perhaps.

23 settembre: sono tornata a Roma.
Ad una settimana di stop dal lavoro estivo, terminato il 15 settembre, ho trascorso una settimana nella quale non ho rispettato alcun programma da me prefissato.
Volevo andare in vacanza 4-5 giorni: troppo stanca e con un iter di visite di controllo da seguire.
Volevo allenarmi a dovere due volte al giorno...pomeriggi passati in totale relax, tra lo spettacolo dell'Ironman a Cervia e relax in spiaggia.
Volevo suonare, leggere, studiare, programmare l'attività che sarebbe iniziata a breve...Non ho fatto nulla e, se lo ho fatto, lo ho fatto in modalità otium.
Volevo farmi un giro a Milano e una salita a San Luca, correre la 14,4 km a Castelbolognese: ero stanca.
Purtroppo non sono stata al top in questi 10 giorni che mi sono lasciata alle spalle ma oggi incomincio a stare bene. Finalmente.
Ho corso senza troppi dolori ai tendini (ho cambiato scarpe e sto utilizzando una pomata che sa di miracoloso), ho meno dolori muscolari e al pomeriggio, quando sto con i ragazzi e bambini che alleno, tutte le mie tensioni e malinconie passano via e mi sento felice.
A volte mi chiedo che ricordo di me rimarrà in loro quando saranno più grandi.
Io però so che ogni volta che li saluto al campo permane nel mio animo una sensazione di pace e serenità. Ogni volta torno bambina...poi cresco insieme a loro, che mi insegnano tanto senza pretenderlo, senza neppure saperlo.
Ho sempre amato la loro spontaneità. Mi rendono viva.


                                              My eyes never lie

martedì 17 settembre 2019

21 km tra Casalborsetti, Porto Corsini, Marina Romea

Ormai ci ho preso gusto.
Terminati i tre mesi e mezzo di lavoro estivo, mi sono concessa un'altra gara domenicale: 21 km di trail nel parco del Delta del Po, zona Ravenna-Ferrara.
Conosco poco i lidi Nord (nonostante la mia famiglia avesse una casa a Lido di spina, posto che ricordo con molto piacere), e mi sono presa una domenica mattina in totale contatto con la natura.
In settimana, causa indolenzimento post mezza di Bologna, ho svolto un solo lavoro sui 400, piuttosto soddisfacente. Per il resto ho effettuato esercizi di tonificazione e scarico. Sto bene, anche se ho sempre paura a dirlo. Oltre alla dose doppia di Tapazole prendo melissa, melatonina, zinco, selenio e, soprattutto, sto cercando di mangiare meglio. E anche le articolazioni vanno meglio perché, ne sono convinta, il movimento puo' solo aver effetti positivi. Al mattino mi impongo di uscire e ci riesco sempre. 
Ma veniamo alla gara…il percorso aveva la partenza a Casalborsetti, paese di 800 abitanti diviso dal litorale ferrarese dal fiume Reno. Numerosi capanni da pesca hanno delineato il tracciato di 21 km tra spiaggia, pineta, vallata lagunare e sentieri in ciottolato. Impegnativo, reso ancora più complicato dai 30 gradi umidi.
Sono stata contenta del mio 1h47, 7 posto assoluto e terzo di categoria. Mi accontento, perché vedo in positivo un po' tutto: fino a poco fa non riuscivo a prendere la macchina e a recarmi in un posto: troppo stanca, troppo caldo. Adesso lo sto facendo, sto correndo distanze più lunghe e, soprattutto, le sto concludendo in progressione. Sto ritornando ad aver voglia di stare insieme a gente che condivida la mia stessa passione. E poi il parco del delta del Po è stupendo, e ci abbiamo corso. Ero felice.
Felice, dunque, di come sia iniziato questo meraviglioso mese di settembre.
Ultima settimana a Cervia, dicevo, per poi ritornare a Roma, ai miei ritmi lavorativi e al "quieto"pendolarismo.
Sono pronta, sono carica. Non lascio alle spalle niente e nessuno, perché i luoghi e le persone che vorro' mi saranno sempre accanto.


domenica 8 settembre 2019

RTU 2019. Obiettivo: finirla.

E corro ancora…
Questa estate 2019 verra' da me ricordata con molta nostalgia. Un po' per i rapporti umani stabiliti, le soddisfazioni lavorative che mi hanno dato una visione più chiara del mio futuro, i brevi ma intensi momenti di “fuga" dal lavoro, un po' per la sensazione che sia veramente volata.
Farei la vita che sto facendo per tutto l'anno, senza problemi. E questo vuol dire molto di quella che sono diventata adesso.
Unico neo: ho trascurato molto la corsa, non concedendomi neppure una gara domenicale.
Mi sono si' allenata, ma senza spingere particolarmente, constatando pure il decesso definitivo del mio povero Garmin….correvo solo a tempo.
Mi sono goduta, però, un po'di giorni a La Villa, Val Badia, allenandomi prevalentemente in salita (leggendarie le mie ripetute sul Muro del Gatto, 19% di pendenza) con mattinata e pomeriggio di lunghe escursioni.
In montagna ritrovo me stessa, e in quei posti ho aperto gli occhi a quadri di paesaggi dolomitici mai visti prima: un massaggio per la vista...


E venne Settembre.
Settembre sarà per me un mese di controlli, alcuni già fatti, poi avrò il rientro a Roma e, forse, una settimana di respiro.
Ho fatto molta fatica ad allenarmi, a causa di dolori continui ai polpacci dovuti al farmaco che sto assumendo per la tiroide il cui dosaggio, tra l'altro, mi è stato raddoppiato causa esito analisi TSH piuttosto stazionarie.
Ma domenica, oggi, avevo promesso a me stessa che avrei corso la Run Tune Up. Come avrei fatto con così pochi km sulle gambe? Non lo sapevo...mi annebbiavo la mente con previsioni circa tempi intorno alle due ore o immediati ritiri. E invece sono riuscita a terminarla appena sotto l'1h40 (1h39.56)...del tutto inaspettato, vista la condizione di partenza.
Mi son ritrovata a sentire la voglia di far girare le gambe in frequenza, di ritrovare, dentro di me, quella voglia di combattere che mi ha contraddistinto negli anni. Soffro l'instabilità momentanea che mi dà questa tiroidite, e ogni tanto metto a nudo le mie fragilità. Forse è per questo che mi sono accorta di avere tanta gente vicino, cui sono grata perchè costituisce il mio piedistallo, il mio palco, il mio podio.
Sono arrivata al traguardo con fiato da spendere, limitata da questo intorpidimento muscolare che mi accompagna da mesi. Ero felice per aver compiuto una progressione, alla faccia dei polpacci...e ho ripetuto e mi ripeto ancora, che le malattie autoimmuni non sono niente di grave. Il problema è che ti mettono le redini, guidandoti spesso verso l'oblio. Devi esser tu ad esser tanto rapida e veloce da fuggire, correndo a rotta di collo verso una meritata libertà...So di essere forte, e forse lo sono davvero.






domenica 11 agosto 2019

At the end...We'll come back.

Sono mesi che non scrivo piu' su questo blog. Ma non è vero che non mi sia mancato: mi è mancato eccome…
Mi sono sempre comportata così quando non potevo essere presente alle gare per lunghi periodi: mi allontanavo dal mondo della corsa anche virtualmente, quasi a voler negare quel mondo così amato incondizionatamente...e così odiato in maniera ambivalente
Stasera, dietro al mio banco in palestra, ho avuto un flash di una mia gara corsa in Appennino, precisamente a Baigno (Bo): sensazioni bellissime di corsa a perdifiato in discesa, dopo una salita conquistata in frequenza. Penso di aver vinto quella gara due volte: si correva sempre a Ferragosto e partivo all'alba per raggiungere la meta. Ogni domenica gareggiavo sull'Appennino tosco-emiliano: ve lo consiglio.
Adesso mi ritrovo a fare fatica ad avere lo stimolo per prendere la macchina, guidare, parcheggiare, scaldarmi, correre e tornarmene a casa. Vivo di alibi. Ci ho provato, giorni fa, a impormi a salire al Carpegna (PU) per correrne i 15,5 km…nulla, ho preferito correre un medio in zona Cervia. Ma non è vero che non mi vada e che abbia perso passione. 
Indubbiamente i problemi di tiroide mi hanno condizionato: il dover modificare il mio stato fisiologico mi pesa. Mi pesa assumere farmaci, mi pesa guardarmi allo specchio e chiedermi fino a che punto la persona riflessa sia io. Mi pesa non sapere se, il giorno dopo aver pianificato un progetto, sia in grado di metterlo in atto. Mi pesa, a chi mi chiede di uscire, farglielo sapere il giorno stesso.
Lavoro tutti i giorni e mi piace: sono in un ambiente che è pari a casa mia con gente che mi vuole veramente bene, e trovo grandissime soddisfazioni professionali con i miei clienti, persone meravigliose che ripongono fiducia in me. Il lavoro è un'ottima scusa per giustificare la mia mancanza dalle corse, ma non è una scusa reale e me ne rendo conto. Vorrei correre, mi manca correre. Vorrei tornare ad alzare un trofeo. 
Mi mancano le montagne, ma almeno quelle potro' rivederle tra un paio di giorni, sebbene, dopo tre anni, abbandoni Livigno per visitare la acclamata Val Badia. 
Assumo un farmaco, il Tapazole, che provoca dolori tendinei e muscolari: il dosaggio è  minimo ma percepisco il disagio, trascinandomi una borsite retrocalcaneare da mesi. Ma mi alleno ogni giorno, molto spesso sto bene, ma non programmo nulla.
Per fortuna non ho attorno a me solo un mondo fatto di corse e pratico molto sport in genere: ho interessi a dismisura tra politica, musica, letture varie e studio delle lingue…non sono neppure mai uscita tanto alla sera come questa estate e mi godo la vita.
Si va a periodi…adesso sento che ho bisogno di questo. Ma poi, si sa, e' sempre una ruota che gira…non curo verso ne' direzione. 


                                                                             Bon Voyage

mercoledì 29 maggio 2019

Cortina never stopped...


Ho girato parecchio in questi ultimi week-end...
Prima della 21 km di Bellaria-Igea Marina, corsa non ancora ai miei ritmi ma togliendo un minuto dalla precedente Roma-Ostia, mi sono andata a vedere una citta' meravigliosa del nord Europa nella quale ho trovato sole e clima gradevole, pur allenandomi al mattino a temperature sotto lo zero: Amburgo ha il secondo porto più grande del mondo e si sviluppa su tanti canali. Una città che funziona: ve la consiglio.
Una manciata di week end dopo sarei andata a Londra, correndo una 10 km a scopo benefico in un meraviglioso parco a Nord ovest: un cross da due giri di 5 km, la Race for Life. Arrivero' prima, con netto distacco: ambiente diverso, percorso stimolante, ottima compagnia, buona causa.
Nel primo week end di giugno tornero' con molto piacere a Cortina per la 30 km piu' bella delle Dolomiti: Cortina-Dobbiaco.
Nonostante un raffreddamento, mi alleno con continuita', dando al mio corpo gli opportuni recuperi, ma senza risparmiarmi in quello che piu' mi diverte.
Mi sento parte di un insieme...periodicamente, poi, mi sento come una parte per il tutto...subisco un po'  quello che dall'esterno mette il mio sistema immunitario alla prova, ma mi sto sforzando di fare vincere la testa, razionalizzando alcuni elementi. Un semplice raffreddamento può mandare un po' in tilt un harware ancora infettato, ma penso di poter porvi rimedio.

  • Mi accorgo che, in fondo, non sto vivendo cosi' male, perché guardo spesso al mio passato prossimo sorridendo, cercando di plasmarlo in continuità con il presente.

domenica 12 maggio 2019

Ciao, mare...a presto.


Esiste, penso per tutti, una scala dei valori, a volte sovrapposta a quella dei bisogni, ma non citerò la piramide di Maslow...quella potete andarvela a vedere.
Essa è interconnessa, secondo mia teoria, ad una scala dei "dolori".
Non è un periodo facile, per me. Sto valutando i pro e i contro di una scelta che mi troverò ad affrontare a breve: e dunque...valuto cosa mi possa poi far star male meno.
Ogni scelta implica dolore, concetto che per me vale sempre, perchè ogni scelta implica rottura di legami, in riferimento a qualunque settore si intenda.
Ma mi riferisco ad una scelta che sto preparando da settimane. Dunque...l'ho già fatta.
Penso che le persone siano un pò come il vento: ti vengono accanto, ti sfiorano, ti sussurrano frasi, parole, ti fischiano melodie e piacevoli ritornelli...ti spingono a favore così come, all'improvviso, possono spingerti contro.
Ma il vento è imprevedibile, e come tale va accettato. Forse si può evitare chiudendosi in casa e rifugiandosi nei quattro angoli che possono dare sicurezza ma cambiando aria, luogo, meta, destinazione ci si trovera' sempre contro o a favore "il vento".
Le persone "Pro domo tua" o Contro, così come quelle "Apparentemente pro e poi contro (le peggiori)", per non parlare di quelle che si rivelano vere e proprie traditrici, si incontreranno in qualunque percorso della vita si decida di intraprendere. E dunque, che fare? Addestrare sè stessi ad andare sempre e comunque verso la propria direzione, facendo conto solo sul proprio piacere. Andare anche controvento, se occorre. Allenarsi, dunque...
Oggi ho corso la 21 km di Igea Marina e mi è piaciuta molto. Le previsioni meteo davano perturbazione in atto, ma il tempo al mattino ci ha graziato, e si è sfogato in tutto il pomeriggio. E quel vento, che a tratti trovavo contro, ad un tratto l'ho trovato a spingermi fino all'arrivo, chiudendo in progressione. Mi è diventato amico km dopo km. Non sono ancora i miei tempi ma un altro minuto è stato levato: 1h35.12.
Ho ritrovato la mia Gs Gabbi, la mia casa, le mie strade, la mia gente. Mi mancavano.
Il vento, anche nel pomeriggio, girava a favore. Devo ringraziare qualcuno ma, in fondo, perchè non ringraziare anche chi, suo malgrado, ti ha dato l'input per capire quale scelta fosse giusta? Le emozioni sono controverse: ciò che fa piangere uno, fa ridere l'altro. E io, dopo aver pianto parecchio, vorrei ridere molto di più.





mercoledì 1 maggio 2019

Mamma, ho perso l'aereo!

...Ci vuole un bel coraggio per perdere due aerei nell'arco di tre giorni... Ma non c'è problema, perchè tutto ciò che si perde viene poi recuperato. Ho comunque volato e ispezionato aeroporti.
Sono felice quando sento un pò di spazio tra me e la terra: sono felice quando corro, quando volo, quando vado in bici, quando suono.
E non ho paura di buttarmi nel vuoto: peggio sarebbe aver paura di volare. Amo volare: il volo è il gusto del viaggio sulla punta della lingua, ha in sè l'itinerario giusto per farti dire: "Io viaggio".
Roma, 25 aprile: una bellissima mattinata correndo la 13 km "Tre ville", tra il Paolo Rosi, la salita di Monte Antenne, villa Ada, Villa Glori...luoghi nei quali quotidianamente calpesto asfalto e sterrato, macinando km.
Una prova chiusa in 57 minuti, con quarta posizione assoluta. Ho intravisto uno spiraglio del "Quella che ero". Ho rivisto i miei amici della Lazio Runners, organizzatori dell'evento: non è cambiato nulla.
E durante la sosta pasquale ho ripreso a fare trekking e ore in mountain bike...ho rivisto gli amici. Sono salita a San Luca con visione sui colli bolognesi. Sola? Mai...
1 maggio, ultimo giorno di festa...
Breve ritorno a Roma e poi di nuovo in Emilia Romagna per la 10 km del Giro della Torre, chiusa a 4'12 di media.
E non mi lamento, perchè ho pazienza. Mi sento come un fiume che scorre, che scruta gli argini e li accarezza, che rispetta e ama tutto ciò che egli attraversa.
Sto attraversando e scrutando molte realtà: spesso loro stesse mi attraversano, mentre altre mi rimangono dentro, in circolo, creando acque più o meno torbide.
Ma in fondo, creano quello che sono: io sono un fiume.


lunedì 22 aprile 2019

Buona Pasqua a tutti

Nel ringraziarvi per seguirmi, leggermi, interessarvi a quello che scrivo...i miei più sinceri auguri di Buona Pasqua.
Ho ritrovato, in questi giorni, il piacere dello sport all'aria aperta: ho corso, molto, sono andata in bici e, nella giornata di Pasqua, sono salita a San Luca, il mio luogo preferito, chiaramente a Bologna.
Un cammino tutto d'un fiato, sparandomi 18 km a piedi tra centro di Bologna e ritorno. E' stato bello, rigenerante. Ma non mi ha cambiato. Sono sempre io.
Quanti ricordi sotto a quei portici...quanti lungo la strada, sullo strappo delle Orfanelle...
Cronoscalata di San Luca: Mirko che, a settembre 2017, mi incitò dicendo: "Pensa alle salite della Val di Fassa". Vinsi la crono, settembre. E poi la Casaglia-San Luca...bellissima. Beh, anche il Dall'Ara in veduta panoramica ha il suo fascino, e lo so bene...
San Luca e la sua via crucis: un luogo di culto, di sofferenza e sollievo. Un luogo che illumina Bologna dall'alto e che, come canta Lucio Dalla, ne accoglie i visitatori all'ingresso dell'autostrada. Amo Bologna.
La calma perfetta...quel posto nel quale non vivrei. Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è la vigliaccheria dell'anima.
Molti pensieri in questi giorni, molti progetti a breve e a lungo termine. Goal setting: tecnica psicologica che fa pianificare per obiettivi: con un obiettivo il cammino è molto più facile, meno faticoso.
Basta che si tratti di un cammino, e non di una corsa: in certe situazioni vorrei vedere il panorama. Lasciarlo alle spalle con tutta calma.
A singhiozzo, forse.



venerdì 12 aprile 2019

Attraverso Roma


Una maratona va sempre oltre una manifestazione di una semplice corsa su strada. Sara' la pazienza che affianca l'iter della preparazione, saranno gli imprevisti che possono accadere durante i 42km, sara' l'atmosfera magica che circonda la citta' che la accoglie e il calore della gente che assiste ai bordi delle strade...saranno tante cose, ma ogni maratona lascia sempre un segno negli atleti che la "vivono" in prima persona.
Come ho avuto modo di scrivere a piu' riprese, mancavo da oltre un anno alle lunghe distanze su strada e, pertanto, numerose incertezze mi hanno accompagnato prima dell'evento. Ho trascurato il pieno di carboidrati, mangiando piu' pasta unicamente il sabato, non ho corso lunghi fino ad un mese prima, non avevo ancora rodato a sufficienza le scarpe e, soprattutto, non mi sentivo pronta a gestire "la fatica".
Visito il Villaggio Maratona nella giornata di giovedi', richiedendo lo spostamento della griglia assegnatami causa mia mancata indicazione del tempo: slitto in prima griglia e la motivazione sale, al punto che acquisto due gel, di quelli belli tamugni.
Mi immergo nello spirito delle 42, ritrovando amici da varie parti d'Italia e trotterellando per l'expo'. Nella giornata di sabato riduco i km a piedi e assisto alla messa del Maratoneta, in compagnia del Gs Esercito: sto iniziando a crederci.
Ricevo l'invito per la grigliata della domenica post gara...obiettivo: reintegrazione proteica.
Non sapevo come la avrei conclusa, ma mi ero imposta il limite massimo di 30 km.
Domenica mattina tutto fila liscio, a parte la mancanza di spille per punzare i gel e 4 biscotti per colazione. Una pioggia battente mi agghiaccia la pelle: avevo solo la canotta.
Arrivo in griglia 5 minuti prima, ammassata come non mai...sgomito e mi trovo davanti. Ormai ci sono: si parte.
E parto sotto soglia, temendo di scivolare, accusando la temperatura piuttosto rigida...al 15esimo km mi trovo nel gruppo delle 3h30 e sale in me il desiderio di abbandonare tutto, evitando ipotetiche crisi dal 25esimo (solitamente mi arrivano presto). Passaggio a San Pietro...prometto a me stessa di avanzare ancora un po'...la mia universita', Parioli, dove abito...e poi il desiderio di mettere Quella medaglia al collo...supero i pace delle 3h30 e mi calcolo un 3h25. Mi piace il percorso, mi piace la strada tutta per me...non posso tradire Roma cosi'. Penso a coloro che han fatto di tutto per permettere questo evento cosi' ben organizzato: devo qualcosa anche a loro.
Ultimi 3 km in salita...calo il ritmo...Barbara mi accoglie al ristoro con il suo splendido sorriso e, prima di lei, sento chiamare il mio nome ovunque...
Chiudo in 3h28. Non sono i miei tempi, ma in quel momento a tutto ho pensato, meno che a quello.
Ho pensato a chi ha "corso con me", a chi ha subito le incertezze, le paure, le incostanze della mia preparazione, a chi spera che io torni a stare bene come un tempo. Non ho corso per me, e forse e' proprio per questo che mi sono sentita piu' soddisfatta del solito.
E nella settimana post maratona ho subito un po' di "scosse di assestamento" dettate dalla gara, anche se non posso lamentarmi del recupero muscolare che sto attualmente avendo.
E mi accorgo che gli "assestamenti" possono essere gestiti al meglio anche da una mia gestione degli eventi all'insegna della positivita' e dell'ottimismo. Non voglio pensare che una condizione ormonale sballata possa determinare "Chi" sono. "Io Sono" a prescindere.
Oggi, 12 aprile, e' il mio compleanno, e ho il telefono che suona di continuo tra messaggi di auguri e notifiche. Sono felice che ci sia chi abbia colto quella che sono, non mi sento sola: no, non lo sono. E' a questo che devo pensare quando una nube griglia mi annebbia la fronte.
Ho ricevuto tanto oggi: mentre attraverso l'Arno penso alle mie acque solitamente torbide, ora in sperata quiete: ho ricevuto in dono me stessa, donata da chi e' parte di me.

sabato 30 marzo 2019

Cronoscalata e punta al cielo...

                                                                    Sin palabras

Signori e signori...Eccomi. Quale parte di me conoscerete questa volta?
Il lato ironico, scherzoso, gioviale o il lato riflessivo, profondo, filosofico?
Sono in corsa alla vetta: punto in alto anche in questa settimana in arrivo...brucerò un'ora avanti.
Domenica 17 marzo ho corso la mia seconda cronoscalata, a seguito di quella di San Luca (Bologna, ovviamente),  che vinsi una manciata di anni fa. L'ho corsa al Tuscolo, zona Frascati...4,4 km dai 300 ai 700mt, con una finestra di arrivo che si apriva su tutta Roma: bellissima: 23'40 il mio tempo.
Nei secoli e millenni, il paesaggio per buona parte è sempre stato quello. Mi affacciavo dalla collina per sentirmi con i piedi il più a terra possibile, per poterlo toccare...Non è stato possibile, ma ho avuto l'illusione di possederlo per un attimo, prima di ridiscendere a piedi nel grazioso paese.
A volte mi chiedo di che cosa abbia paura...beh, non ho avuto paura a girellare da sola per le favelas brasiliane, per El Chorrillo a Panama o per la Boca argentina...e di housing potrei citarne a volontà, tra Italia ed estero. Di quello non ho avuto e non ho paura. Non ho paura ad arrampicarmi su un monte con vista valle a strapiombo, nè di scenderlo dritto per dritto. Non ho paura di viaggiare da sola, di dire quello che penso, anche in maniera accesa... Non ho avuto paura ad immergermi in profondità sott'acqua con bombole, nè di decidere in giornata di intraprendere avventure da "costruire" pian piano. Non ho "paura", se di questa si può chiamare, di studiare e dare esami, avendo concluso da una settimana anche il Corso da Allenatore Fidal, tappa cui tenevo.
Eppure mi considero fragile ed insicura, perchè ho paura di quello che non so. Ho paura di perdere gli affetti, e proprio per questo ho paura ad affezionarmi. Penso in profondità ma guardo le profondità dalla superficie. Ho paura a chiedere ma soffro quando non si coglie la mia necessità di aiuto, di essere accolta e protetta. Non ho coraggio nel manifestare i sentimenti e spero che siano gli altri a trovare la chiave del mio "scrigno". Mi accorgo di bruciare il tempo senza mostrare chi sono realmente.
Ho paura di quello che sto aspettando, perchè non lo conosco.
Eppure non ho paura di vivere, perchè mi piace alzarmi con voglia di fare e addormentarmi serena: sono in un periodo tranquillo, in fondo.
Tra una settimana correrò una Maratona che per me sarà una incognita, avendo dimenticato da un bel pò i lunghi e avendo cambiato le scarpe da poco...Mi sto creando alibi, ma so che non potrò pretendere alcun tipo di prestazione: non correrò solo per me.
Come ho già scritto, mi piace ripensare a Roma come risorsa e come riscoperta. Ho ormai deciso di costruire il mio futuro in questa città...non saprò cosa potrò ricevere ma saprò cosa lascerò.
Forse sarà solo una provvisoria perdita di visione di una costa ben nota, ma mi piace scoprire, crescere, creare. Esplorare vuol dire superare l'ignoranza del "non conoscere" e andare verso ciò che potrà arricchirci, in un ipotetico e sperato conflitto di meraviglie...


E a proposito di meraviglie, è stato bello, oggi, domenica 31 marzo, correre a San Patrizio (Ra) con la mia società, riconfermando il tempo di 3 anni fa, pur distante di 2' dal mio "best" sul percorso.
4 giri, 3 grandi ed uno piccolo, quasi interamente su sterrato, con buone sensazioni, soprattutto alla fine. Discreto caldo, che ormai non soffro più.
Mi sto gustando il mio ritorno, attimo per attimo. Lo sto facendo con gli altri, che condividono la mia stessa passione e possono comprendermi.
In questa boccata di primavera mi assaporo l'ennesimo viaggio su Italo per Roma. È la vita che ho scelto, anzi...è questa vita che ha scelto me.

sabato 16 marzo 2019

Tracce...


...Mi piace lasciar tracce di me, in chi mi ascolta. Mi piace quando mi si ripete: "Quando mi è capitato questo, ti ho pensato". Nel bene o nel male, mi piace lasciar qualcosa in qualcuno e penso che ad ognuno di noi, in fondo, piaccia esser ricordato. Non ho mai sopportato confondermi, nè passare in secondo piano, proprio mai... E da una parte avverto un contrasto in tutto questo perchè, nonostante ricorrenti "sbalzi eccentrici", mi ritengo una persona riservata. Pochi sanno di me, perchè preferisco ascoltare. Mi piace lasciare impronte, ma non calpestare.
Ho combattuto molto con quello che voglio o penso di volere/desiderare, con quello che ho rimosso e con quello che si è ormai radicato nella mia mente e, forse, nel cuore...vivo godendomi gli attimi, riservandomi l'opzione che tutto questo, un giorno, possa finire. Vivendo così ne succhio la linfa vitale, secondo per secondo.
Sto ritrovando i profumi della primavera romana...incorporati culturali...Bellissimi.


Non scrivo da diverse settimane, e potrei descrivere le giornate trascorse riassumendole in tre episodi per me particolarmente piacevoli: il ritorno alle corse, 10 km a Misano, 3 marzo, con il mio Team Gabbi; la presentazione del libro "Lo sport delle Donne", 8 marzo; la Roma-Ostia, 10 marzo.
Tutto questo è stato circondato da giornate lavorative piacevoli, allenamenti tra parchi e lungotevere, studio e piccoli problemi logistici parzialmente risolti.
Mi è piaciuto correre, dopo due mesi di astinenza forzata da gara, dentro un autodromo, Misano: amo le corse, amo i motori e ho sempre ammirato i piloti: sarà per la determinazione che li contraddistingue, la capacità di decidere in millesimi di secondo, i riflessi spettrali...considero chi guida con una "marcia" in più. E in quell'autodromo ho corso il mio primo diecimila in 42'. Nulla di che come crono, ma è stato tanto, per me, arrivare fino in fondo, dopo mesi di tachicardia alquanto invalidante sotto sforzo.
Ora inizio a stare meglio, non prendo più Tapazole, almeno per ora.
Sto bene...me ne accorgerò ancora di più nell'1'36.13 alla Roma-Ostia. Un tempo che è un inizio, un riinizio daccapo. Ci sto provando, perchè ad Aprile ho una maratona che voglio/desidero correre.
Roma-Ostia, dopo anni e anni...Ritrovare amici all'arrivo, ritrovare amici alla partenza...sentirti chiamare, ricevere auguri prima e complimenti poi...Partire dalla città e arrivare al mare. Vita con ciò che amo.
Tema intrecciato, 8 marzo, un passo indietro...presentazione del libro "Lo sport delle donne" di Matteo Simone. Un onore, per me, esser presente in una intervista all'interno del libro e un piacere parlarne di fronte a tanti amanti della corsa. Una esperienza stimolante, arricchente, di puro contatto umano. Ringrazio Matteo per avermi dato questa opportunità, per avermi fatto vivere una serata condita da valori, esperienze, future amicizie.
La maggioranza delle persone impara a conoscere solo un angolo del proprio spazio, senza cimentarsi in un ramo di esperienza che varrebbe una intera foresta di vita...Esperienza, per me, è anche commettere lo stesso errore, ma riconoscendolo in ogni suo angolo, in ogni sua faccia.
E dunque...Io continuo con i miei errori, nella speranza che le mie impronte non si cancellino con il tempo.

sabato 23 febbraio 2019

Due mesi...

In certi momenti della vita occorre fermarsi per un periodo. Fors'anche per apprezzare quello che al momento si è interrotto, lasciato indietro un attimo. Per poi, realizzare, alla ripresa, quanto mancasse...
Non corro da due mesi in competizioni: un pò lo stato tiroideo che alternava alti e bassi umorali, un pò la stanchezza del week end, un pò il timore nel "fare troppo", un pò la varicella e la conseguente bronchite, mi hanno imposto un ragionato stop.
Domani riprendo a gareggiare. Non so in che stato sarò, che ritmo, correrò, se saprò rispillarmi un pettorale nella canotta, se correrò con due maglie piuttosto che in top, se sarò tesa o rilassata. Tutto questo è bello. E' bello camminare al pomeriggio ripetendosi nella mente: "Vai piano che domani hai la gara...", è bello correre venerdì a Villa Ada finalizzando già un obiettivo domenicale, squadrando chi, come me, è già in "mentalità scarico".
Ma la cosa che più mi riempie di gioia...sì, di vera gioia si tratta, è sapere che, il 10 marzo, tornerò a correre verso il mare. Non so quante edizioni della Roma-Ostia abbia mancato, ma ricordo bene che Miguel, Tre Comuni e, appunto, Roma-Ostia erano un must di corsa domenicale. E mi ritrovo iscritta, partendo dal fondo, non avendo più un time, non correndo più mezze maratone da un anno e mezzo. Va bene così.

In questa settimana ho riscoperto il piacere dello stare bene e dell'impiegare il mio tempo in maniera proficua, iniziando con un bellissimo lunedì allo stadio, festeggiando i postumi di analisi andate bene, reso possibile da chi era con me prima e dopo i movimentati eventi, per poi assistere ad una bellissima cerimonia di presentazione della medaglia della Maratona di Roma, proseguendo con entusiasmo al lavoro e consulti per tesi del Corso Allenatore. E culturalmente sono attiva, al punto da perdere il telefono al museo di Arte Moderna.
E riincomincio a scrivere di futuro, con due week end prossimi dedicati alla permanenza a Roma, tra competizioni giovanili, presentazioni di libri (segnatevi l'8 marzo, 18.30, bar Caffettiamo, via Olevano Romano 35, Roma Prenestina) e, appunto, La Roma-Ostia.
Il futuro mi interessa, perchè ci passerò il resto della mia vita: a lui vorrei dedicarmi.
Penso che non ci sia luogo migliore per ripartire alla grande che non l'autodromo di Misano: rombino i motori. Primavera in arrivo, la sento...Giovedì sera ho anche visto una volpe...non mi ha mai attraversato la strada una volpe: l'avvenire è la porta, e il passato ne è la chiave.



domenica 17 febbraio 2019

Festeggiando il ritorno del TSH...

Ritengo che la salute sia qualcosa di molto riservato e personale...forse è per questo che non ne ho parlato con molti. Penso che, di fronte alla salute, tutte le incompresioni spicciole, tutto ciò che è banale e stupido, vada prelevato e messo sotto un mobile. Penso che, quando una persona abbia bisogno di aiuto, le si possa donare interesse o tempo, sapendo di farla stare bene. Un:"Come stai?" ha poteri endorfinici. Non ho mai capito il tempo "a comando", in base ai propri interessi e alla propria voglia: perchè il tempo si trova sempre, anche se si lavora 24 ore su 24. Sinceramente, questo mondo egoista mi fa proprio schifo.
Sabato mattina ho ritirato le mie analisi, ma come siano andate è stata una comunicazione ristretta a pochissimi. Certo, ritengo che al "malato" si debba chiedere, senza che lui di punto in bianco diffonda cartelle cliniche. Ma ci si dimentica di noi stessi...figuriamoci degli altri.
Sono esplosa di gioia quando ho condiviso un TSH risvegliato con chi, per questa situazione, si è sentito felice, dalla mia famiglia a chi mi ha aiutato nell'immediato momento, Gente felice per questo. Per una cosa mia.
Sto rivalutando tutto ciò che è contatto, empatia, rapporto umano. I rapporti umani si possono trovare sia in una grande città, come Roma, che in una piccola, come Cervia, con più spazi ove nascondersi, paradossalmente, avendo meno densità di popolazione.
Non dimentico i miei lunedì in Università al Foro Italico entusiasmati dalle gare corse il giorno prima, nei quali raccontavo ogni minima sensazione a colleghi, professori e assistenti, così come non dimentico i miei adulti che allenavo a Cervia, costantemente in rapporto con me, o i miei clienti estivi che stan facendo come me del resto, il countdown per una stagione sempre più vicina. A Roma come a Cervia, tutto questo.
Tutto ciò che è lavoro, "obblighi" casalinghi e semplici hobbies andrebbe spostato un poco avanti rispetto ad un calore umano in ricerca, perchè il calore umano arricchisce due persone: fa bene a chi dà e a chi riceve.
Chi ha visto la mia esultanza davanti a quel 2.460 di un TSH che credevo inibito, sa che mondo davanti a me potrà aprirsi...Correre la Maratona di Roma (forse a Caracas non è il caso ma chissà...), allenarsi senza paura di peggiorare uno stato dubbioso, svegliarsi sapendo che non ci si piegherà al rituale del dimezzamento della pastiglia, per qualche mese almeno.
A chi mi è accanto...un ulteriore Grazie che leggerà. A me un: "Brava, oggi il medio di 17 km ci voleva".

                                                                 Keep smiling

venerdì 8 febbraio 2019

Regeneration...

Mi piace pensare alla vita come a qualcosa di contingente...una sommatoria di periodi non a sè stanti ma interconnessi da un frasare logico. Mi piacerebbe trovare un senso, una continuità lineare in quello che faccio, quello che penso, quello che sono. In quello che potrei, vorrei e dovrei essere. E mi ritrovo ad assolutizzare il relativo, a desiderare di fermare gli attimi in istanti. Impossibile.
Mi accorgo sempre troppo tardi che tutto è già sfilato via dalle mie dita, scivolato come acqua dalle mie mani...e non ho fatto in tempo ad apprezzarlo, a godermelo, a fissarlo nei miei sensi.
A volte mi chiedo perchè si perda tempo a relativizzare un assoluto, a rovinare un qualcosa che è assolutamente e obiettivamente bello, come può essere un rapporto umano, per cose futili, "relative" verso noi stessi, appunto, dunque per nulla oggettive. Ed è in questi momenti di incomprensione legata ad una lunghezza d'onda con il passaggio dell'interferenza del momento, che mi rendo conto di come ci si faccia del male, privandosi per poco di quei momenti che riempiono una vita. Non capirò mai il perchè di uno "stare bene" e della contrapposizione di un volersi fare comunque del male. Forse...meno si ha, più si apprezza quel che si ha.



Ed io mi rendo conto di avere molto, anche se il mio quotidiano è fatto di conquiste a piccoli passi, di un guadagnarmi una comprensione in una realtà per me grande, estesa, deindividualizzante.
Il mio molto c'è, alle spalle, ma mi piace pensare di lottare per conquistarne ancora di più.
Mi piacerebbe tornare a gareggiare...ferma dalle gare da oltre un mese.
Le gare: erano un mio Must domenicale, fatto di aspettative personali, interazioni sociali, amicizie. Sono ancora in stand by, ma ho le pulsioni, latenti, che iniziano a battermi sotto la pelle. Però mi manco ancora un pò.
Ho ripreso ad allenarmi bene da una settimana: batto spesso per l'asfalto di Villa Glori, con rare puntate a Villa Borghese. Ho anche svolto il lungo di 35 km Parioli/Castel Giubileo A/R. Aspetto Roma, la Maratona. Continuo ad andare su rotaie con il desiderio di sfrecciare e prendere il volo.


Vale la pena sentirsi rinati ogni giorno, ma bisogna Prometterselo, Sceglierlo, Volerlo.
Vale la pena non rassegnarsi guardando ad un destino prossimo o al passaggio di una transitoria, cupa ombra di rassegnazione.
C'è un passato che ancora vive e un futuro che resta in noi, con un presente che ancora raccoglie ricordi belli, seminando timidi sogni per il domani.

domenica 13 gennaio 2019

Guardiamo avanti. Verso Roma.


E' un periodo nel quale mi lascio cullare da numerosi "insights", pur non essendo particolarmente malinconica, o almeno, non come il solito. Rivivo sensazioni, incorporati culturali, li sento, li trasmetto. Ascolto musica, leggo poesie, mi commuovo con l'arte, quando sento in essa profondità. Questo è bello, in fondo. Strano, ma bello.
In questo periodo, forse per il freddo, forse per la varicella, mi sono ritrovata spesso a parlare con me stessa. Senza sentirmi sola. Lo ho scelto. Un dialogo, dunque. Tra inevitabili e, direi, fisiologici contrasti, mi sono ritrovata ad apprezzare la mia capacità di ascolto.
Ho provato, dagli abissi della mia coscienza, a tirare su qualcosa di me ancorato sul fondo dell'Io. Qualcosa di dimenticato, ormai nascosto. Ho allontanato tutto ciò soleva farmi male, accorgendomi di non sentirne la mancanza, ma di portarne ancora le cicatrici, manifestanti con qualche dolore "a sprazzo".
Mi sono accorta di avere un cuore sotto una corazza ormai molliccia, di poter prendere una lunga rincorsa volta a darmi uno slancio di fiducia e gioia verso qualcuno.
C'è ancora qualcosa di me, in quello che resta.
Voglio donare il meglio di me, non saprei che farmene sennò...
Mi sono ricordata, a tema "Insight", del motivo per il quale mi trovai, 13 anni fa, a scrivere e creare questo blog, un blog che conserva ancora tutto...le flebo, l'ospedale, la voglia di correre...Il primo step: l'impuntarmi nel correre una maratona: Roma.
Chissà perchè, ho sempre visto in Roma la mia salvezza...E questa città mi ha raccolto, mi ha aiutato a rialzarmi, mi ha spinto più volte. Roma mi fece correre una maratona ancora convalescente, Roma mi fece commuovere davanti al passaggio a San Pietro: 2006. Ci sono tornata, nel 2017, legandone un anello di futuro al dito.
Non è la situazione di 13 anni fa, e guai a paragonare attimi agli altri, essendo tutti differenti, ma mi riesce immediato un parallelo sensoriale. Attualmente i problemi, relativi, sono altri, ma l'obiettivo è lo stesso: Maratona di Roma 2019.
Non sapevo se avrei terminato i 6x3000 di oggi e forte era l'invito introiettato di fermarsi a 4 serie. E invece il lavoro è terminato, il fisico stava bene, la testa era IN. Desidero fortemente correre questa Maratona, dopo 1 anno e mezzo di stop dalle lunghe distanze. Lo desidero.
I ricordi sono un elemento di studio che mi intriga molto: possono essere iconici o legati maggiormente a suoni, odori, percezioni tattili.
Possono essere legati a persone...Persone. Nessuna persona sostituisce l'altra, sarebbe limitante e riduttivo parlare di persone come pedine da spostare a piacimento. Ogni persona occuperà sempre uno spazio a sè nella vita di qualcuno, ma lo occuperà a prescindere dal passato del ricevente.
E i segni lasciati su un "foglio" potranno cancellarsi, così come lasciare per sempre un solco rilevabile al tatto...dipenderà sempre e solo da quanto si avrà spinto con la matita... Per ora non rilevo solchi particolari. Si vedrà dopo.
Benvenuto nella mia vita, 2019.


E dopo Tokyo...si viaggerà ancora

domenica 6 gennaio 2019

L'ascolto


...E mi sono andata a rileggere quello che ho scritto negli ultimi post. Un continuo periodare riflessivo e negativo, sofferente.
Erano diversi giorni che non riuscivo a comprendermi.
22 dicembre: inizio delle vacanze natalizie, dunque di un periodo di riposo, verso il quale avevo riposto numerosi progetti. Dal 23 dicembre sentivo di non star bene, e non comprendevo questo mio stato umorale così negativo, questa mia chiusura e aggressività manifesta. Dormivo più del previsto, rispondevo spesso a tono, parlavo poco. Non ero io.
Mi accorgerò 10 giorni dopo che stavo covando la varicella, con le prime pustole spuntate in montagna, dove stavo insolitamente bene e sciavo e mi allenavo a pieno ritmo...
Febbre la sera del rientro, fino al 6 gennaio, malessere generale ben noto a chi prende la malattia da adulto.
Tutto questo, però, mi ha rasserenato. Certo, non vi era un obbligo a contrarre comunque questa odiosa malattia, ma almeno ho trovato un "Perchè" ad un insieme di pensieri negativi che proprio non mi caratterizzavano.
E dunque...vacanze terminate. Capodanno in montagna con malattia in incubazione. Mi allenavo al mattino presto, a meno 7...salite meravigliose, variazioni di ritmo, vallata deserta che si apriva ai miei occhi. Tutto così bello. Al pomeriggio andavo a sciare (snowboard), alla sera camminavo...Stavo bene.
Per il resto...niente salita a San Luca, niente giro a Riccione, niente compagnia con il nipote, niente gara a Firenze, solo lavori al Pc. Va bene così. Quando non si ascolta a fondo sè stessi, si rischia di non aver tempo per dare risposte alle domande che il fisico pone.
Ritengo che le domande vadano vissute all'istante.
Forse in questa maniera, in un domani, si potrebbe iniziare gradualmente, senza accorgersene, a vivere a proprio modo le risposte. E per tutto questo ci vuole tempo. Tempo all'ascolto.
Ho ricevuto tempo dalle persone, durante questo trascorso vacanziero. Il regalo più bello: non è concreto, è insostituibile e personale, non stanca, da forma ai ricordi.
A tutti Buon Anno.


Anna Giunchi la maratoneta

Benvenuto sul blog di Anna...la maratoneta