Anna Giunchi Blog Personale


domenica 13 gennaio 2019

Guardiamo avanti. Verso Roma.


E' un periodo nel quale mi lascio cullare da numerosi "insights", pur non essendo particolarmente malinconica, o almeno, non come il solito. Rivivo sensazioni, incorporati culturali, li sento, li trasmetto. Ascolto musica, leggo poesie, mi commuovo con l'arte, quando sento in essa profondità. Questo è bello, in fondo. Strano, ma bello.
In questo periodo, forse per il freddo, forse per la varicella, mi sono ritrovata spesso a parlare con me stessa. Senza sentirmi sola. Lo ho scelto. Un dialogo, dunque. Tra inevitabili e, direi, fisiologici contrasti, mi sono ritrovata ad apprezzare la mia capacità di ascolto.
Ho provato, dagli abissi della mia coscienza, a tirare su qualcosa di me ancorato sul fondo dell'Io. Qualcosa di dimenticato, ormai nascosto. Ho allontanato tutto ciò soleva farmi male, accorgendomi di non sentirne la mancanza, ma di portarne ancora le cicatrici, manifestanti con qualche dolore "a sprazzo".
Mi sono accorta di avere un cuore sotto una corazza ormai molliccia, di poter prendere una lunga rincorsa volta a darmi uno slancio di fiducia e gioia verso qualcuno.
C'è ancora qualcosa di me, in quello che resta.
Voglio donare il meglio di me, non saprei che farmene sennò...
Mi sono ricordata, a tema "Insight", del motivo per il quale mi trovai, 13 anni fa, a scrivere e creare questo blog, un blog che conserva ancora tutto...le flebo, l'ospedale, la voglia di correre...Il primo step: l'impuntarmi nel correre una maratona: Roma.
Chissà perchè, ho sempre visto in Roma la mia salvezza...E questa città mi ha raccolto, mi ha aiutato a rialzarmi, mi ha spinto più volte. Roma mi fece correre una maratona ancora convalescente, Roma mi fece commuovere davanti al passaggio a San Pietro: 2006. Ci sono tornata, nel 2017, legandone un anello di futuro al dito.
Non è la situazione di 13 anni fa, e guai a paragonare attimi agli altri, essendo tutti differenti, ma mi riesce immediato un parallelo sensoriale. Attualmente i problemi, relativi, sono altri, ma l'obiettivo è lo stesso: Maratona di Roma 2019.
Non sapevo se avrei terminato i 6x3000 di oggi e forte era l'invito introiettato di fermarsi a 4 serie. E invece il lavoro è terminato, il fisico stava bene, la testa era IN. Desidero fortemente correre questa Maratona, dopo 1 anno e mezzo di stop dalle lunghe distanze. Lo desidero.
I ricordi sono un elemento di studio che mi intriga molto: possono essere iconici o legati maggiormente a suoni, odori, percezioni tattili.
Possono essere legati a persone...Persone. Nessuna persona sostituisce l'altra, sarebbe limitante e riduttivo parlare di persone come pedine da spostare a piacimento. Ogni persona occuperà sempre uno spazio a sè nella vita di qualcuno, ma lo occuperà a prescindere dal passato del ricevente.
E i segni lasciati su un "foglio" potranno cancellarsi, così come lasciare per sempre un solco rilevabile al tatto...dipenderà sempre e solo da quanto si avrà spinto con la matita... Per ora non rilevo solchi particolari. Si vedrà dopo.
Benvenuto nella mia vita, 2019.


E dopo Tokyo...si viaggerà ancora

domenica 6 gennaio 2019

L'ascolto


...E mi sono andata a rileggere quello che ho scritto negli ultimi post. Un continuo periodare riflessivo e negativo, sofferente.
Erano diversi giorni che non riuscivo a comprendermi.
22 dicembre: inizio delle vacanze natalizie, dunque di un periodo di riposo, verso il quale avevo riposto numerosi progetti. Dal 23 dicembre sentivo di non star bene, e non comprendevo questo mio stato umorale così negativo, questa mia chiusura e aggressività manifesta. Dormivo più del previsto, rispondevo spesso a tono, parlavo poco. Non ero io.
Mi accorgerò 10 giorni dopo che stavo covando la varicella, con le prime pustole spuntate in montagna, dove stavo insolitamente bene e sciavo e mi allenavo a pieno ritmo...
Febbre la sera del rientro, fino al 6 gennaio, malessere generale ben noto a chi prende la malattia da adulto.
Tutto questo, però, mi ha rasserenato. Certo, non vi era un obbligo a contrarre comunque questa odiosa malattia, ma almeno ho trovato un "Perchè" ad un insieme di pensieri negativi che proprio non mi caratterizzavano.
E dunque...vacanze terminate. Capodanno in montagna con malattia in incubazione. Mi allenavo al mattino presto, a meno 7...salite meravigliose, variazioni di ritmo, vallata deserta che si apriva ai miei occhi. Tutto così bello. Al pomeriggio andavo a sciare (snowboard), alla sera camminavo...Stavo bene.
Per il resto...niente salita a San Luca, niente giro a Riccione, niente compagnia con il nipote, niente gara a Firenze, solo lavori al Pc. Va bene così. Quando non si ascolta a fondo sè stessi, si rischia di non aver tempo per dare risposte alle domande che il fisico pone.
Ritengo che le domande vadano vissute all'istante.
Forse in questa maniera, in un domani, si potrebbe iniziare gradualmente, senza accorgersene, a vivere a proprio modo le risposte. E per tutto questo ci vuole tempo. Tempo all'ascolto.
Ho ricevuto tempo dalle persone, durante questo trascorso vacanziero. Il regalo più bello: non è concreto, è insostituibile e personale, non stanca, da forma ai ricordi.
A tutti Buon Anno.


Anna Giunchi la maratoneta

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