Anna Giunchi Blog Personale


domenica 30 marzo 2025

Tra Cervia e Latina, Adriatico e Tirreno





Non mi lascio sfuggire una mezza, seppur avverta che il picco di forma fosse stato nel periodo della Roma-Ostia.

Ho corso a Forlì, ritrovando un buon 1h34.31.

A Cervia, una settimana dopo la Maratona di Roma, avevo l'intenzione di migliorare un pò, consapevole del rischio causato dal vento e di alcuni cambi di direzione...concludo in 1h34.24, con quarta posizione assoluta e prima di categoria. Dalla mia parte ho avuto di sicuro la comodità della location e la "carica emotiva" data dal correre in casa.

Mi accorgo di esser partita un pò forte, ma questi azzardi fanno parte del gioco...

La settimana dopo mi avrebbe aspettato Latina...e il cambio dell'ora...30 marzo 2025.

Avevo previsto una giornata piuttosto impegnativa, e lo diceva anche il Garmin di Domenico, in una simpatica schermata...eppure, è venuta fuori un'ottima prestazione sui 21km, in un percorso più impegnativo di quelli di Cervia e Forlì. 1h35.42.

A Latina, infatti, abbiamo corso su un tracciato che non ci ha risparmiato quei falsopiani che spezzano un pò il ritmo. Siamo partiti dalla città, per poi correre sul lungomare: bellissimo percorso. 




Avevo capito dal passaggio alle 10km (44'40) che avrei fatto una gara ad un ritmo leggermente più alto, tenendo conto che dal 16esimo ci sarebbe toccata una salita piuttosto antipatica. È da dire, però, che il clima è più secco che su da me.
Sinceramente, considerando la settimana molto impegnativa dal punto di vista lavorativo e soprattutto, le ore di sonno assai ridotte a causa del cambio orario, tutto avrei pensato meno che ad un risultato del genere.
Arrivo ancora una volta prima di categoria e sesta assoluta, in una delle mezze più partecipate d'Italia, ottimamente organizzata.
La giornata, grazie ai miei compagni di squadra, è stata molto piacevole e divertente, a partire dal viaggio, dal rientro in Cecchignola e dai prossimi appuntamenti che ci siamo dati, che sono alle porte.


Apprezzo le gare, come questa e le mie due precedenti mezze corse a Cervia e a Forlì, che risparmiano sugli ingaggi e investono sulle commissioni antidoping...egoisticamente preferisco proprio che i personaggi sospetti diano la fuga, lasciando il podio a me.
Concludo due giorni un pò troppo ristretti, che mi hanno fatto godere parzialmente della "mia" Roma e del tempo con i miei amici, ma torno a casa contenta e del tutto rilassata.
Sinceramente ci sto un pò prendendo gusto e devo un attimo pianificare qualche allenamento per aumentare il ritmo...la voglia di gareggiare è forte e ho in obiettivo la Cortina-Dobbiaco.
Saluto Latina, che mi ha visto correre diverse volte, dove ho assaggiato qualcosa di familiare e amichevole.
Sono stata bene anche oggi. È una fortuna.

mercoledì 19 marzo 2025

Maratona di Roma 2025: tra il dare e darsi...


Non ho scritto a caldo nulla sulla mia mancata conclusione della Maratona di Roma. Aspettavo di ascoltare le mie sensazioni...a freddo.

Diciamo che l'elemento positivo è stato dato dalla programmazione della settimana di scarico generata dalla vicinanza all'evento, in cui avevo ripreso un buon passo dopo la mezza di Forlì. Questa settimana mi ha consentito di svolgere allenamenti molto positivi in termini di ritmo, con l'obiettivo di portare a casa un'altra bella mezza certificata tra tre giorni.
Cosa fosse successo nella mia testa lo sapevo: convinzione di non aver terminato la gara con le mie aspettative, per cui mi sono ritirata al 16esimo km.


Partita imponendomi un ritmo lento, non sentivo quel passo su misura per me. E davanti ai miei pensieri lineari avevo posto pensieri inversi, quelli di un countdown, legato a quanti km mancassero...perché mi stavo annoiando e non mi sentivo pienamente padrona del mio corpo.
E ho ragionato di logica agonistica, fresca di memoria delle mie 3h02, chiedendomi che senso avesse soffrire per concludere una gara con tempo mediocre.
Avevo sbagliato spirito.
Perché a Roma non si corre unicamente per fare il tempo.
Si corre per ritrovare amici lungo il percorso, per godersi una città transennata solo per noi e per gli altri 29000 atleti. Si corre per aiutare chi non può, per fare una staffetta benefica con la propria squadra. Si corre tanto per fare, cercando di arrivare al traguardo mettendosi al collo una medaglia stupenda.
Che mi serva da lezione, perché io invece volevo correre pretendendo di fare un buon tempo, battagliando con il cronometro, immaginando poi di arrivare fresca al traguardo.
Nulla sarebbe stato possibile. Non avevo i lunghi, non avevo la "testa".


E dunque compio un passo indietro, proseguendo un mio percorso di velocizzazione in mezza maratona, con allenamenti più brevi e più brillanti.
Perché forse non sono ancora pronta per una Maratona, e nel mio processo di ricostruzione devo inserire ancora qualche mattonella.
Beh, non ho concluso nulla nello scorso weekend, ma sento che ho un insegnamento da trarre.
A volte si può prendere una pausa dalla ricerca della propria "perfezione", provando un divertimento fine a se stesso, e non proiettato verso un buon risultato.
La mia severa dolcezza spesso fa a pugni con due concetti divergenti.
Mi ritrovo a tratti in differenti aspetti: ora sto chiedendo, ma so che sono anche in grado di darmi.

domenica 9 marzo 2025

FORLIVESE trapiantata a Roma


Io corro con i sentimenti, me ne rendo conto: essi mi spingono come un vento a favore, come scarpe superleggere, come il caffè del primo mattino.

Nella mia città, Forlì, non sarebbe potuto essere diversamente: ho corso come non mai.
Avevo dentro di me una voglia di riscatto dalla Roma-Ostia, andata male causa infortunio da sovraccarico e, pur scombussolando un pò i miei programmi preMaratona di Roma, ho deciso di correre 21 km a buon ritmo, per svegliarmi anche in vista della 42km, che mi sta distante a solo una settimana. Ero guarita definitivamente mercoledì scorso, trattata dal bravissimo Ramilli.



Così mi sono impostata un allenamento-test giovedì, dal quale sarebbe uscita una gara a 4'30 al km, con qualche possibilità di progressione.
Il percorso, perfettamente omologato, non era dei più semplici, ma mi ha permesso di prendermi 1h34.31, tempo che non vedevo da quasi 10 anni di gara.
Arrivo 4 assoluta, sotto gli occhi dei miei genitori, che della mia vita ne hanno viste di ogni.
Siamo partiti da piazza Saffi, e già al 1 km mi sono trovata davanti alla mia parrocchia di Santa Maria del Fiore...dopo poco ero già nella mia via di casa, per poi percorrere un tratto in cui mi ero allenata proprio il giorno prima; passiamo poi per via Pelacano, davanti alla casa dei miei nonni, al loro forno, e non potevo, a questo punto, non fare vedere loro il meglio di me: la mia parte sportiva, frutto di allenamento e (tanto) sacrificio.
Passiamo per lo Scientifico, la scuola di mio fratello Daniele, ora stabilmente a Londra, e ancora passo per via Decio Raggi, che mi portava al mio circolo di tennis (strada percorsa infinite volte), per poi passare in via Campo di Marte, dove ho giocato per 6 anni a calcio nell'Olimpia Forlì, che vanta anche una stagione in B (io ero la più scarsa della squadra, ma correvo...).
Gli ultimi 2 km sono stati un pò impegnativi, tra la Orsi e Mangelli, zona Fornaci, dove lavoro' mia nonna, per poi salutare quella stazione dei treni che mi vede quasi ogni weekend...parte finale su viale Bolognesi dopo aver passato il mio Liceo, e a questo punto, da Corso Diaz, l'arrivo era quasi ad un pugno.



Leggere quel tempo, sentire la cronaca del simpaticissimo Gianni Lacerenza, che mi descrive come una "Forlivese trapiantata a Roma e in giro per l'Italia", mi rende colma di gioia.
Mi fa crescere l'autostima, quella qualità che ti spinge ad andare oltre e a non mollare, neanche quando si sta imboccando un tunnel. 
Sì, lo sport che faccio è la copia di quella che sono: uno sport che non perdona, che richiede tempo, rigore e che non ammette momenti di non devozione.
Avrei tanto da narrare su quella che sono e quella che ero, e so che ogni volta che taglio un traguardo "Quella che sono" vince.
Sì, vince su "Quella che ero", la persona che alla partenza non sa come andrà la gara e si isola da tutti, quella che non vorrebbe partire, che sa che fatichera' per arrivare al traguardo.
Io vorrei insegnare questo ai miei allievi: lo sport è divertimento, ma per divertirsi occorre la serietà, la correttezza, la lealtà, l'impegno, e non sempre è necessario il gruppo: ad un certo punto occorre fare i conti da soli.
Per divertirsi bisogna rispettare tutto quello che circonda e caratterizza un campo di gara: il pubblico, i giudici, gli avversari, il percorso, noi stessi, il nostro allenatore.
"Quella che sono" oggi ha tagliato il traguardo e si è rivista su un podio nazionale, dopo aver passato in 21km le tappe della sua vita.
Ringrazio Forlì e la corsa, per avermi donato questo stupendo spettacolo, nella mia città.
Lo spettacolo per me continua: devo crescere e divertirmi ancora.

domenica 2 marzo 2025

Contrattura. Il libro...

Vi parlerò delle due mezze della Contrattura.
 


Accade che, quando si sta bene, si sottovaluti il rischio, ma il rischio ci vede e sa come fregarci.

Ci ricado spesso: sto bene, voglio gareggiare, non faccio regolarmente massaggi e pretendo, ogni domenica, di essere performante.
È il mio più grande difetto: voglio sempre eccellere, migliorare e, allo stesso tempo, sono rigida e programmatica nelle cose che faccio, al punto che neppure in vacanza conosco la parola "Riposo".
Così, la domenica prima della Roma-Ostia, ho deciso di correre la Valli e Pinete, 21 km tra asfalto e sterrato, andando pure bene: 1h37, tra Ravenna, Punta Marina e Marina di Ravenna.
Peccato che, a causa delle asperità del terreno, rimedio diverse contratture, che ho iniziato a sciogliere mercoledì, in diverse sedute di massaggi.


L'idea di correre la Roma-Ostia di una settimana dopo è stata incerta fino alla partenza, al momento in cui mi sono detta che avrei fatto fatica a terminare la gara anche ad un ritmo molto moderato.
Scaldandomi a poco a poco e tenendo una falcata molto corta, termino i 21km, pagando l'amarezza nell'aver buttato all'aria una possibile buona prestazione.
Ne esce comunque una bellissima giornata con il mio team e il piacere di aver corso, in alternativa allo starmene da sola a corricchiare piano in un parco.
In questo weekend che volge al termine, ho un pò di amaro in bocca per aver avuto questo intoppo. Sono molto esigente con me stessa e pensavo di aver raggiunto negli anni un pò meno rigore nei confronti degli impegni che prendo.
Non è così: sono una perfezionista, una razionale e testarda macchina da lavoro.
Nei momenti in cui prevale questa mia rigidità cerco di isolarmi, per non aver effetto sugli altri: studio e progetto, ragiono e medito.
Ho corso contro tanti dubbi e ringrazio le belle persone che ho avuto attorno.
Ho sentito il tifo di Marco, amico di sempre, e ho condiviso un bellissimo viaggio di ritorno con la mia squadra.



E ringrazio Raffaele, che è andato a ritirarmi il pettorale: non so se sarei andata, considerando i dolori muscolari che sentivo.
Ringrazio Rosario, che mi ha prestato i calzini sportivi che avevo dimenticato.
Tutto questo mi fa pensare che, per quanto caratterialmente tenda spesso ad isolarmi e crearmi degli spazi, sono gli altri che mi danno supporto, mi valorizzano e mi fanno stare bene. E sono stati proprio gli altri a farmi correre, oggi.

Anna Giunchi la maratoneta

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