Anna Giunchi Blog Personale


mercoledì 21 settembre 2022

Race for the Cure. BOLOGNA


...Race for the Cure.

Quest'anno, dopo Cervia e Pesaro, è la mia terza manifestazione per Komen Italia, e penso che sarà un evento che sentiro' ogni volta, anno dopo anno.
Partecipai alla prima edizione italiana a Roma, mi pare nel 2007: il presidente di allora era il padre di una mia allieva del tennis. Ricordo che partecipai con la mia squadra, la Lazio Runners, anche negli anni successivi. Poi, nel tempo, ho sentito questo evento sempre di più.
Abbinare lo sport e il benessere alla ricerca è un importante strumento sociale, e questa iniziativa ha dato seguito a molte altre. Proprio per la forte ragione alla base di questo evento, nel 2022, ho coronizzato il sogno di vedere organizzata una manifestazione proKomen anche a Cervia. 7km. C'è ancora molto, molto da fare, ma gli amici di Bologna sono stati un forte traino per portare avanti questo progetto.
Oggi mi trovavo ai giardini Margherita, dove corsi la manifestazione anche tre anni fa, prima dello stop Covid.
Beh, dietro ad essa vi sono tanti ricordi. Sono riaffiorati ancora una volta, proprio come dei fiori. Che però non ho raccolto. Ne ho annusato il profumo, ne ho accarezzato i petali. Il tempo rende nostalgici, ma struttura anche una gran voglia di rivivere tante emozioni, e di tenersele strette ogni volta, con forza.
Ho corso e finalmente ho corso bene. I ritmi mi iniziano a piacere, l'aria che respiravo mentre correvo mi scorreva a pieni polmoni. 
Ho visto tanti volti amici.


E mi sono riprogrammata un piccolo futuro podistico: Corri alla Cecchignola, cui non potrò certo mancare...Marcialonga sul Rubicone, Corsa dei Santi, Corsa di Miguel, Corri per la Befana, Roma Ostia.
Capitera' anche a voi di riaprire un magazzino di splendidi ricordi, al momento in cui ricominciate a fare qualcosa, a intraprendere un percorso.
Perché, all'atto in cui si vuole riprendere a vivere una esperienza, riaffiorano sempre alla mente le cose belle: noi siamo istintivamente programmati a seguire il bene, e seguire il bene è sempre la via più facile per una serenità individuale; vale per chiunque.
È più semplice alzarsi al mattino con la voglia di buttarsi tra le braccia di nuovo giorno, che non forzarsi a farlo. È più facile coltivare rapporti che evitarli, ed è più facile augurarsi a vicenda una buona giornata che non farlo: questo apre verso l'altro.
È più facile e naturale chiarirsi che rimanere con un groppo in gola ed è incredibilmente più bello amare che odiare, perché essere amati, a nostra volta, è una delle cose (scrivo volutamente "cose", perché non so definirla) più potenti e catalizzatrici di bene che esista.
Ed è sempre meglio chiarirsi che non farlo. Telefonatevi. Anche senza un motivo, discutete sui vostri Perché.
È sempre bello incrociarsi al parco e salutarsi e chiacchierare, piuttosto che percorrere due strade differenti per evitarsi, rimanendo con il pensiero fisso di un qualcosa di irrisolto. Ed è più facile pensare ai pregi di una persona che non ai suoi difetti, per non buttare mai via quello che essa ti ha donato.
Chiaritevi, amatevi, rispettatevi, e fatevi trascinare dal vostro istinto nel cercare il bene e la serenità. Perché la nostra missione non è andare oltre (oltre ci va chi, pur di evitare un danno a sé stesso, lo reca all'altro), ma andare in profondità. In una vita che schizza via in un attimo, coglietelo questo attimo, e godetevelo...

lunedì 12 settembre 2022

Sister Rome and Bravetta Run


Il potere della corsa e, in particolare, della corsa a Roma, è incredibile.

È piuttosto naturale cercare di dare una spiegazione razionale a certe emozioni, e potrei elencare tantissimi fattori che contibuiscono a rendere la mia permanenza a Roma, in particolare se associata a gare, entusiasmante.
Beh, potrei iniziare dal fatto che ho iniziato a correre a Roma nei primissimi tempi in cui mi sono data alla corsa su strada...ed era un periodo in cui stavo decisamente bene, uscita da un trascorso non facile, e dunque in quell'Up di risurrezione che corrisponde ad un lungo picco grafico.
Era un periodo in cui studiavo, lavoravo e mi allenavo. Periodo in cui, introdotta in questa città, mi sono circondata di tanti, tantissimi contatti umani, che mi hanno fatto proprio da... Cicerone. Ho condiviso allenamenti con tante società amiche, a partire dell'Atletica MonteMario, la Campidoglio Palatino, la Polisportiva Iusm, la Lazio Runners...ma non vorrei dimenticare i tantissimi amici, con tantissime maglie, che ho incontrato nelle varie corse della provincia.


Mi sono allenata in, azzarderei, quasi tutti parchi, ho corso in manifestazioni prevalentemente per conoscere i luoghi...provincia di Latina, Frosinone, Viterbo, Rieti...tante, tantissime gare e tantissimi luoghi che ho attraversato e che, a loro volta, hanno attraversato la mia vita.
E perché stupirmi se mi emoziono ogni volta? Se, superato il disagio dell'alzarsi presto (che è abitudine), del prendere eventuali mezzi, appena identifico l'arco di partenza mi illumino dentro e trasmetto una gioia del tutto infantile?
I percorsi, innegabile, sono meravigliosi, così come sono impeccabili le organizzazioni.
La cosa che mi riempie di adrenalina e serenità è la solidarietà tra coloro che corrono, la voglia di scherzare, di socializzare. Il saluto caloroso di chi non ti vede da tempo e la fratellanza tra quasi tutti i gruppi podistici locali. La gentilezza degli organizzatori, sempre splendidi con me.
Domenica mattina, per me, correre di nuovo a Villa Pamphili è stato uno sbocciare nel verde del parco.10km (anzi, 10,2!!!) bellissimi, misto trail, sterrato, ciottolato, cross. Natura pura.
E che bello rivedere tanti amici e conoscere altre persone che condividono con me questa passione.
Emozioni meravigliose, delle quali, finché potrò, non mi priverò mai. Questo a prescindere dai risultati, che caleranno sempre di più, del mio livello di forma e del mio tempo a disposizione per allenarmi.
Tutto quello che ho vissuto ieri per me è stata...Vita. E cosa posso dire o scrivere in questo inno alla gioia?
Solo grazie...grazie a chi si è messo sulla mia lunghezza d'onda e mi ha fatto correre e splendere.




domenica 4 settembre 2022

Il mio percorso campestre


Campestre Clai, Sasso Morelli

Non ho mai interrotto un percorso per iniziarne un altro.

Tranne che per questa volta: un mese intero di stop dal lavoro e da impegni programmati, per un progetto di ricostruzione da fare esclusivamente con me, con Anna. Era una mia emergenza.
Un lavoro, in fondo, che ieri è volto alla fine. Che è successo? Ne è uscita un'altra persona, con custodite dentro di sé miniere preziose di rifugi di salvezza. Sono uscita da un tunnel pieno di fiori pronti a sbocciare, e che adesso han preso luce. Non ho terminato del tutto.
Ma sono gia' cambiata.
Sono cambiata anche per chi non mi vede, non mi sente da mesi. Frasi fatte.
Ritengo che le persone che parlano male degli altri non lo facciano solamente alle loro spalle, ma che seguano un iter circolare: una volta a te, una volta al vicino. Chi non ha serenità interiore per dedicarsi al proprio se', scarichera' le proprie tensioni e negatività sull'altro, senza alcuna profonda mediazione nel provare a capirlo prima, questo Altro, chiedendogli un Perché si sia allontanato.
In un giro che è un cerchio perfetto, è toccato a me essere bersaglio di critiche, e ho già impiegato troppo tempo scrivendo di questo episodio ma, si sa, scrivere è svuotarsi. Questo solo per dire di quanto abbia lavorato sulla negatività degli altri, che inevitabilmente mi contagiava, e ne sia uscita in catarsi. Chi mi delude perde valore, e purtroppo non so fingere.
Non mi interessa delle vite degli altri in chiave critica e, di qui a un tempo che deciderò io, non sosterrò colloqui in seduta da psicologa, preoccupandomi di mettere in pratica il mio svuotarmi da altri vissuti, prima di mettere del mio in altre sofferenze. Devo prepararmi al meglio, se poi vorro' donare del bene.
Una pratica che, grazie ad un iter di lunghe indicazioni, mi è più che congeniale.
Oggi, in guida in auto, applicavo uno strumento di meditazione, concentrandomi su una persona e sviscerando i miei sentimenti connessi ad essa, al fine di sostituire i pensieri negativi con i positivi. Non è facile lavorare sullo spostamento e, nonostante questi sforzi distolgano l'attenzione e non si possano tenere prolungati per troppo tempo, ho terminato il mio viaggio con un nuovo obiettivo: risolvere il prima possibile attriti passati.
Vorrei permeare la mia vita di positività, senza astensioni forzate da rapporti che avrei potuto chiarire tempo fa. Starei solo meglio, e parlo egoisticamente di me.
Quale era la mia meta fisica?
La mia meta era una gara...12km, campestre a Sasso Morelli, Imola. Sono tornata in zona Bologna.
Una competitiva, la prima dopo mesi e, soprattutto, dopo un periodo di grosso calo motivazionale, un calo generale verso ciò che mi ruotava attorno.
La mia scala di obiettivi, questa domenica, prevedeva: l'alzarsi, il fare colazione, il guidare per 65 km, arrivare a meta e correre. Ho rispettato i piani del mio diario e, nonostante dolori tendinei e ritmi turistici, sono stata fiera di me e del mio corpo, che poi ho premiato con un bel pasto.
Alla luce di tante situazioni che tornano a posto, del tempo che sistema le cose e che mi dà il giusto valore agli occhi degli altri, ho imparato a volermi bene. A scrivere di me e non a dedicare poemi o suppliche a chi non sa valorizzarli.
Penso che il donare sia bello perché estremamente personale e che, quando fatto con cuore e pensieri, sia un qualcosa di grande valore. Di unico.
Scrivendo ho dato tanto.
Ora vorrei dare tanto a chi mi legge e mi ha a cuore, condendo il tutto con profonda gratitudine.
Per Voi.



giovedì 1 settembre 2022

Chiamatemi per nome


  Sto scavando parecchio.

Tronco e braccia sono allenate a dovere, ma la mia sensazione è che il pozzo della mia personalità sia sempre troppo, troppo profondo. Però sono curiosa.

E dunque sto sviscerando i miei patterns negativi, numerandoli in maniera incrementale, per densità. Alcuni sono molto, molto massicci. Dolomitici.

Che cosa mi da fastidio e mi fa soffrire?

Beh, or come ora direi: "Il non essere considerata". Sì, lo ho sempre sofferto. Non ho mai sopportato favoritismi e meritocrazia assente. Ho sempre sofferto l'essere pressoché ignorata, più che non valorizzata a dovere, così come l'esser comparata e sminuita: era nei miei confronti un dolore non necessario e gratuito.

E così ho pensato all'importanza del nome.

Il nome...quel nome che ci accompagnerà per tutta la vita, che incolleremo sotto la pelle come un microchip, che si scatenerà nelle nostre reazioni sinaptiche di una vita biologica. 

Il nome, che prenderà le sembianze dei nostri volti da bambino, da ragazzo, da adulto. Quel nome che altro non è che un insieme di lettere, con un mondo infinito dentro ognuna di essa: lettere gonfie di immagini, suoni, sensi specifici e aspecifici.

Il nome è l'amore anagrafico e combinato dei nostri genitori, e' il sogno che portavano dentro e che ha preso forma con noi, viventi. Il nome stesso ti induce ad amarlo, sempre e per forza, perché dovrai conviverci per tutti i tuoi giorni, e dovrai voltarti una infinita' di volte o alzare la mano, quasi come stimolo riflesso, ogni qualvolta lo sentirai rimbombare dalla voce di qualcuno.

Riflettevo.

Forse il dolore più grande che mi abbia causato una persona è stato proprio quello: non menzionare più il mio nome. "Grazie. Anche a te", "Buongiorno e grazie". Io, che in una lunga e solida amicizia ero sempre stata Anna, di punto in bianco mi sono trovata svuotata della mia essenza, della mia persona, del mio passato, presente e futuro.

Una porta in faccia stampata su un volto fatto a pezzi, frantumato in tante derealizzazioni del Sé. Un dolore mai provato, per la mia persona.

Ed è per questo che, quando incontro qualcuno o quando alleno o istruisco dei ragazzi, cerco, in primo luogo, di memorizzare i loro nomi. 

Perché chiamare per nome una persona, in mezzo a tante, vuol dire valorizzarla, dare importanza e unicità alle sue dinamiche interne. Cercare lei e non altre.

Troppo spesso si sotterrano i nomi con aggettivi, nomignoli e attribuzioni. Il nome ha un corredo genetico dietro, con quel tocco di fantasia che il cognome non ha. Il nome è espressione.

Non dimenticatevi dei nomi. Non dimenticatevi delle persone che se li portano a braccetto, e affezionatevi anche a loro, perché voler bene a qualcuno e chiamarlo...non fa mai male.

Anna Giunchi la maratoneta

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