Anna Giunchi Blog Personale


domenica 14 novembre 2021

La boulevard della guarigione


L'esito della mia risonanza, 15 giorni fa, parlava di un grosso edema della spongiosa del condilo femorale laterale e del piatto tibiale, in seguito ad una lesione osteocondrale. Il verdetto mi lascio' un po' interdetta...ci fu già chi sancì il responso che non avrei più corso, nonostante i legamenti e la cartilagine intatti. Probabilmente origino' da un trauma distorsivo da sovraccarico. Così, dopo una contrattura al soleo dopo 12 giorni di corsa, mi sono messa nella mani di un terapista e il 10 novembre ho iniziato la terapia per il ginocchio. L'infiammazione acuta è passata e in un'ora di infinita pazienza, mi ha riallineato il ginocchio. A causa del mio atteggiamento di protezione era bloccatissimo, con schiacciamento del corpo di Hoffa. Il corpo di Hoffa, quando ci si mette, è molto ostile e mi limitava i movimenti anche del popliteo. 

Felice di iniziare la discesa, sono riuscita, dopo 2 mesi, a risalire sulla mia bicicletta, e pure a pedalare di spinta. Che dire? Non mi ero mai resa conto di quanto fosse bello sfiorare con i sensi quel panorama che, a piedi, pareva quasi immobile. Ho risentito l'emozione del journey: viaggio a destinazione. Questa nuova conquista di un pezzetto di indipendenza mi ha permesso di programmare i prossimi impegni, consapevole di rispettarli; so che la piena guarigione è proprio ad un passo, me la sento crescere giorno dopo giorno. Ho iniziato camminando velocemente per 12km, senza problemi di appoggio. Il ginocchio, alla seconda terapia, ha ripreso il 60% di funzionalità. Ogni giorno faccio esercizi specifici e oggi, 14 novembre, ho corso 1h30, per poi fare 1h30 di bici. Stavo benissimo. 

Al pomeriggio ho svolto esercizi di forza, per il quadricipite. Ho anche riabbracciato il bilanciere.

L'Hoffa va ancora protetto, e ad ogni seduta viene adagiato da un taping. Certe manovre sono dolorose, ma le affronto con piacere, perché i muscoli devono semplicemente riacquisire elasticità: so di dover superare la resistenza del dolore locale. Ho avuto un pò di malessere per il cambiamento di postura, ma niente di che, l'appetito è tornato. Nuoto ancora e sono felice. Ai miei occhi si sta riaprendo il meraviglioso mondo che, per un po', avevo forzatamente messo da parte.

Ma quello è il mio mondo, e non vedo l'ora di riviverne lo spettacolo.

Grazie a chi ha da sempre tifato per me. Correro' insieme a voi.



sabato 6 novembre 2021

Una corsa con Anna


Stamattina ho parlato con Anna. L'ho incontrata dove avrei saputo di incontrarla: nella pineta di Milano Marittima, a correre. So che Anna ama i parchi, i posti naturali e l'ho affiancata.

Anna è quella che fa parlare gli altri, ma di sé non parla mai...però scrive. Eppure, quando è annebbiata dai pensieri, rimugina su se' stessa e non scrive neppure. Anna sa di piacere, ed è pure narcisista, ma fa di tutto per non piacersi. "Dovresti prendere la vita non come una sfida, ma come una missione", ho provato a dirle "A non stare male di fronte al cinismo degli altri. Dovresti capire che le persone non si dividono in "amici e nemici", ma che per molte non esisti neppure e, per altre, esisti a momenti, a seconda che a loro vada o no. Hanno una memoria fissurata, come un menisco. Dedichi troppo tempo a chi non lo ha per te". L'ho invitata a non prendersela per gli errori degli altri: lei non potrà mai risolverli, così come l'ho invitata a valorizzarsi, a superare le sue insicurezze. Anna, che vive per i suoi cari, al punto da spegnersi se intuisce preoccupazioni. "I valori sono indipendenti dalle persone e dovresti smettere di idealizzarle. In fondo, gli adulti, sono solo bambini ai quali è stato tolto il velo". Al parlare dei bambini ella si è illuminata di gioia in volto, al che le ho detto: "Guarda che tu non sei sbagliata. Lo sai che ragazzi e bambini ti adorano, e loro ricercano solo persone pure, sincere. Questa è la tua più grande vittoria di vita. Purtroppo non c'è più nulla di vero nella società di adesso...guarda anche questa pineta: tu pensi sia naturale, e invece hanno tagliato alberi per fare sentieri. Solo i bambini sono rimasti il simbolo della purezza". Le ho parlato di Rousseau, di come io ritenga che il bambino non nasca come un contenitore vuoto, ma che sia come un bellissimo regalo infiocchettato, pieno di tante parole belle e virtu'. Peccato, che crescendo, questo "velo" si sgualcisca.
Mentre correvamo mi son sentita di toccare un tasto dolente: il benessere fisico. "Io so che tu corri per prevenire i dolori, ma non quelli fisici. Eppure, un infortunio ha un decorso ben preciso, un dolore morale no, non sai mai quando ne uscirai. Io so che tu stai combattendo, si vede bene. Si vede da come puntualmente curi il tuo aspetto fisico, da come ti eserciti quotidianamente per gli addominali: ti stai costruendo una corazza. Eppure vedo che sei fragile, che dentro coltivi una sensibilità che però è come un'arma a doppio taglio: la sensibilità  permette di vedere la realtà sotto ogni aspetto sensoriale, cogliendone aspetti inaspettati, ma allo stesso tempo scava nel dolore profondo. Tu devi iniziare a volerti bene. Pensa che sei un mix dei tuoi genitori, di cui sei fiera. Devi volerti bene come lo vuoi a loro. Sei frutto del loro amore".
Anna, che non parla mai, mi ha risposto: "La sensibilità è un'arma a doppio taglio, ma è la mia arte. Attorno alla sensibilità ho creato la scultura di me stessa. È la mia forza".

Anna Giunchi la maratoneta

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