Monte Epomeo
Sono in una dimensione particolare, adesso.
Sono tornata a casa, come dicevo, e sono rientrata a Roma,
dopo mesi, per terminare il trasloco. Si chiude una esperienza di tre anni,
nella quale è rimasto qualcosa di me. Sono stupita per questo.
E’ rimasto qualcosa in chi è tuttora dispiaciuto nel non
ritrovarmi a settembre, nel non potermi vedere accanto ai ragazzi che, come ho
sempre detto, sono la spinta propulsiva a fare il lavoro di allenatore. Genitori
e ragazzi meravigliosi. Me li porterò nel cuore in ogni cosa che farò. Teo,
Giovanni, Tiziana, Danilo rimarranno miei contatti quotidiani. Non si
libereranno di me.
E sono andata pure a Napoli, città verso la quale nutro una
simpatia particolare, sarà perché da sempre subisco il suo fascino, e ne ho
scoperto una dimensione nuova, fatta di giardini interni e castelli che si
arrampicano sulle colline, di panorami al tramonto sul mare che mutano ogni
volta, di isole in prossimità nelle quali rifugiarsi. E mi sono accorta di come
il Vesuvio domini tutto il golfo. Una montagna che poi è un vulcano, cui si
legano miti, leggende, archetipi. Se ne ritrova il potere nelle isole e nel
loro territorio in tufo…un vulcano inattivo, come un amore platonico. Ma è il
vulcano che da spinta alla vita geologica, e questa città è magica anche per
questo…è esplosiva, viva, brillante. E’ invidiata perché è più bella delle
altre, perché ha più cultura, perché la gente sa inventarsi cose sempre nuove e
sa apprezzare quello che ha. Ma l’invidia non la tocca minimamente e rimane
dove sta, anzi…il vulcano si è persino calmato. Non fugge come me.
Castello Aragonese
Sono stata a Ischia, memore di ricordi meravigliosi di
Capri, e sono stata bene. Ho visto l’alba e il tramonto sul mare, ho avuto la
sensazione di poter vedere, dalla cima del monte Epomeo, il mondo intero nei suoi
confini. Sono passata in 4 km dal mare alla montagna, per poi ridiscendere e
calpestrare con i miei piedi quel panorama che dominavo dall’alto. Mi allenavo
nel parco della pineta o lungo le colline, passando tra il Monte Rotaro e il
Monte Trippodi nel mio lungo di 1h30.
Ho pensato molto, e ho digerito molte amarezze della
terraferma, per poi ripartire e ritrovarmi ancora la sagoma pittoresca del
Vesuvio. Un compagno, ormai.
Ho provato l’adrenalina dell’aliscafo saltando sopra le
onde, per poi rilassarmi al rientro su un panoramico traghetto.
Ho imparato e ricevuto da questa meravigliosa regione, e nel
diretto Napoli-Bologna non ho fatto nessuna sosta per Roma. Sono stupita per
questo.
Avrò cura di me e dei ricordi di questi tre anni,
consapevole del fatto che non potrò viverli di nuovo, ma finchè essi ci saranno non
potrò mai separarmi dalla città Eterna.
Altre mete mi aspettano. Non dimenticatevi di me.
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