La Roma Ostia del 2023 è andata. Penso che sia la gara alla quale abbia partecipato in assoluto in più edizioni, al punto che, quando faccio giocare i ragazzi di scuola con le mie medaglie, facendole indovinare, essi ironizzano spesso su quanti trofei delle passate edizioni mostri loro.
Ed ho corso anche oggi, in mezzo ad oltre 9000 persone.
Non conto gli anni ai quali manco da un evento internazionale di tale portata, e devo dire che le sensazioni del grosso evento mi erano sfuggite di mano...il depositare il borsone un'ora prima dello start, l'ingresso in griglia, il curare l'alimentazione, l'essere un pochino maniacale con programmi, orari e impegni e, non fa ultimo, avere anche una piccola ambizione personale. E non nascondo il disagio nel partire intruppata in mezzo a tante persone, evento alquanto frequente quando si partecipa a questo genere di manifestazioni. Ecco, forse proprio questi elementi mi hanno condizionato un po', dandomi in mano un risultato che, sinceramente, avrei voluto limare di 5 minuti, avendo corso la Decamilia di Tor Vergata ai 4'30.
Certo, ho impostato la progressione, ma non sentivo le gambe ad hoc...le nuove scarpe ancora non girano come vorrei e i piedi che le comandano andavano poco in spinta. Nonostante il collinare alle Caminate, con vento freddo, nonostante il cambio ritmo del cross di sabato scorso a Cotignola; e nonostante uno scarico di 4 giorni che, però, ha risentito di cambiamenti climatici che il mio fisico soffre particolarmente, non ho corso al ritmo cui speravo.
Esco un po' delusa, ma non mi dispiaccio di una mia delusione, perché è un elemento che sta a presagire un ritorno ad una mentalità un po' più agonista rispetto a quella rassegnata di qualche anno fa. La forza muscolare va costruita e mantenuta e, a prescindere dalle mie aspettative, ho passato un weekend bellissimo. Bellissimo perché Roma profuma già di primavera, perché la Cristoforo Colombo in corsa, dritta fino al mare, è uno spettacolo impagabile e perché ho ricondiviso con il mio gruppo sportivo sensazioni uniche, di squadra.
E se poi sono esigente, severa con me stessa e pure fin troppo seria nell'approccio allo sport agonistico, in fondo...lo so. I miei sacrifici, 6 giorni su 7, nello svegliarmi alle 4.50 per allenarmi, con due giorni a settimana di ripetute, in verità indicano costanza e determinazione. Io, tutto questo, lo riporto nella vita di tutti i giorni.
Perché se sei costante, fedele e leale verso un tuo impegno sportivo, poi trasporterai questi concetti anche nei rapporti con gli altri. Rafforzerai quello in cui credi, sarai sempre puntale, se non in anticipo, e non tradirai mai niente e nessuno.
Certo, c'è chi mi chiede se sia matta a gestire un tale regime di me stessa, ma non ho problema a rispondere che, in fondo, non lo impongo a nessuno. Questo stile di vita mi permette di avere un equilibrio personale e di stare meglio con gli altri. Mi permette di adattarmi ad ogni condizione meteo o culturale che il paese in cui vado mi impone e, soprattutto, mi rende fiera di me stessa.
Cos'è la corsa per me? E' come un vero amico.
E per lui ci sarò sempre...ogni giorno, fianco a fianco. Non lo tradiro' mai.
Certo, ho impostato la progressione, ma non sentivo le gambe ad hoc...le nuove scarpe ancora non girano come vorrei e i piedi che le comandano andavano poco in spinta. Nonostante il collinare alle Caminate, con vento freddo, nonostante il cambio ritmo del cross di sabato scorso a Cotignola; e nonostante uno scarico di 4 giorni che, però, ha risentito di cambiamenti climatici che il mio fisico soffre particolarmente, non ho corso al ritmo cui speravo.
Esco un po' delusa, ma non mi dispiaccio di una mia delusione, perché è un elemento che sta a presagire un ritorno ad una mentalità un po' più agonista rispetto a quella rassegnata di qualche anno fa. La forza muscolare va costruita e mantenuta e, a prescindere dalle mie aspettative, ho passato un weekend bellissimo. Bellissimo perché Roma profuma già di primavera, perché la Cristoforo Colombo in corsa, dritta fino al mare, è uno spettacolo impagabile e perché ho ricondiviso con il mio gruppo sportivo sensazioni uniche, di squadra.
E se poi sono esigente, severa con me stessa e pure fin troppo seria nell'approccio allo sport agonistico, in fondo...lo so. I miei sacrifici, 6 giorni su 7, nello svegliarmi alle 4.50 per allenarmi, con due giorni a settimana di ripetute, in verità indicano costanza e determinazione. Io, tutto questo, lo riporto nella vita di tutti i giorni.
Perché se sei costante, fedele e leale verso un tuo impegno sportivo, poi trasporterai questi concetti anche nei rapporti con gli altri. Rafforzerai quello in cui credi, sarai sempre puntale, se non in anticipo, e non tradirai mai niente e nessuno.
Certo, c'è chi mi chiede se sia matta a gestire un tale regime di me stessa, ma non ho problema a rispondere che, in fondo, non lo impongo a nessuno. Questo stile di vita mi permette di avere un equilibrio personale e di stare meglio con gli altri. Mi permette di adattarmi ad ogni condizione meteo o culturale che il paese in cui vado mi impone e, soprattutto, mi rende fiera di me stessa.
Cos'è la corsa per me? E' come un vero amico.
E per lui ci sarò sempre...ogni giorno, fianco a fianco. Non lo tradiro' mai.
2 commenti:
Brava Anna, bello leggerti così.. ad maiora
Grazie! Ma c'eri anche tu?
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