Discesa dalla montagna, Appennino forlivese, Portico di Romagna, sono rientrata nel pomeriggio al mare, pronta per lavorare... Non un giorno di stop.
Un'estate nella quale ho avuto ben poco respiro, ma che mi ha dato comunque soddisfazione a livello professionale, soprattutto perchè mi ha messo (e mi mette ancora, perchè non è finita) a contatto con nuove esperienze, e mi dà comunque il tempo di organizzarmi e pianificare gli impegni futuri.
Domenica 29 luglio ho dunque corso dopo mesi, in una gara di 20 km con 1200 metri di dislivello. Partita alla grande in salita, perdo 4 posizioni in discesa e mi ritrovo sesta...E vabbè, non stiamo a guardare i piazzamenti: mi è piaciuto molto, questo Trial dei Due ponti, soprattutto per gli scorci panoramici che regalava dalle vette. Un paese di pianura, per quanto sia bello e attraente, non mi crea quelle sensazioni che possono suscitarmi i torrenti, i cammini dirupati ardui da salire e da discendere, quel cielo profondo, a volte stanco di essere blu, che finisce per sdraiarsi sulla montagna... Ho bisogno dei monti come dell'acqua di sorgente, come del sole al mattino.
E sono contenta, tra pochi giorni, di tornare a Livigno, incastrando una passione tra giornate di lavoro e allenamenti, resi difficili da una brutta caduta in pineta, che mi ha gonfiato a modo il solito ginocchio sinistro...
Sono contenta di riuscire a trovare un momento per parlare con me, senza ascoltare esclusivamente gli altri e tenere tutto dentro.
La montagna è la miglior terapia per chi, come me, ha paura di vivere. Mi fa ritrovare il senso in quello che vado cercando, e che ancora non conosco.
1 commento:
perchè paura di vivere?
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