E' un richiamo sensitivo del tutto particolare...così differente dalla corsa su strada, nella quale non si avrà mai la possibilità di familiarizzare, di "sentire", percepire il terreno come nella campestre.
La campestre fa bene a chi corre: un concentrato di propriocettività e massima potenza aerobica racchiusi in 3-4 km...se le distanze aumentano le sensazioni cambiano. Qui io sto parlando del cross corto.
Il cross corto è una botta di catecolamine, è un circuito mozzafiato di neurotrasmettitori...è un ballo di sinapsi, una impresa socializzante della Massa.
Massa di individui di generi-età differenti che si diverte a girellare in un budello di un paio di ettari...girare e ripassare nello stesso luogo, fettucciato in bianco-rosso.
Una gara nella quale si "dialoga" con il percorso...un contatto stretto con i profumi ai quali ogni campo sportivo rimanda.
Un piacevole confronto anche tra organizzatori, che sanno trasformare un campo scolastico in un piccolo "mondo" popolato da chi ha scelto di trascorrere una mezza giornata respirando il senso della natura...
1 commento:
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