Non so se debba essere dimostrato e cantato, come facevano i latini, nè se sia un Target che determini il valore di una persona.
Io mi considero più incosciente che coraggiosa: incuriosita dai luoghi malfamati nelle città dell'America Latina, mi addentravo nelle zone giudicate inavvicinabili dalle guide turistiche...tutto ciò che è "turistico" non mi attira; non mi piacciono i pregiudizi. Voglio conoscere e poi farmi un'idea personale. Neppure dopo questa giudico.
Sono fuori dalla norma, e mi piace essere accettata per quello che sono, come un pacchetto unico: i pensieri, in fondo, si pagano con il coraggio.
Ecco, penso che si dimostri coraggio mettendo a nudo le proprie debolezze: sto cercando di farlo.
Ritengo che la fragilità non sia un difetto, e che la sensibilità sia una virtù ma anche un'arma a doppio taglio; mi sto accorgendo di avere bisogno degli altri. Sono fragile, ma fortissima. Ho il cuore a pezzi, ma rido fino alle lacrime. Il mio insieme è impegnativo: sono un pacchetto unico ma di me si può cogliere solo un aspetto per volta.
Le festività inducono sempre alla riflessione: chi si ricorda di te e ti fa gli auguri allo scoccare della mezzanotte, chi te li fa anche a Santo Stefano, inaspettatamente.
Poi c'è chi non se lo sogna neanche e se li fa fare ogni volta da te...chi inoltra messaggi e catene e chi te li fa a voce.
Valorizzo chi ti spiazza con un pensiero, chi ti cerca, chi ti sente, chi ti guarda negli occhi a distanza
Purtroppo, causa salute, non ho corso La Fabrona il 26 dicembre...uno stop da una tradizione di almeno 6 anni...Mi è dispiaciuto. Lo sentivo il giorno prima che non ce la avrei fatta: forse mi è mancato il coraggio, forse la testa non ha seguito il fisico...forse il fisico non ha seguito la testa. Coraggio è combattere un battaglia interiore e non darla mai per persa.
Coraggio e fragilità sono i fiocchi di neve, che cristallizzano e possono fare capolavori, da lasciare a bocca aperta. Ed io sono pur sempre un'artista.
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