Anna Giunchi Blog Personale


domenica 22 gennaio 2023

Miguel 2023, 8 mesi dopo


Un weekend veloce a Roma, per correre una gara delle mie preferite, sfidando il freddo e sollecitando un vivo mal di gola.

In effetti a Roma non era tanto più caldo che in Romagna ma, nella giornata di sabato, mi sono concessa dei giri abitudinari, sempre graditi, in zona Appia, e ho pure acquistato del materiale che decreteranno la mia ripresa tennistica. Ne sono strafelice.

Tra una corsa e l'altra, a 2 gradi, non mi sono privata di questa splendida prova con me stessa. Ne è valsa la pena.

Certe emozioni saranno sempre e solo mie, perché migliorarsi di 1'30 dal 25 aprile 2022, tornare, almeno per i primi km, a girare attorno ai 4', per me vuol dire molto. Tenere ancora una media sui 4'12 per me è tanto, perché so quanto mi è costato arrivarci. 

Vuol dire riprendere ad allenarmi con ottimismo e, soprattutto, con fiducia nel ritornare ancora a dei livelli che premino i miei sacrifici, i miei allenamenti al buio, la mia passione e, perché no, il rispetto che nutro per questo sport che amo. Oggi, come già scritto, temevo il freddo e, forse, è stato proprio quello che mi ha aiutato, perché, partendo da una condizione di alibi, ho invece dato di più. 

Il raffreddore, lo scaldacollo dimenticato e prestato da Ivano, la voglia di fare bene, l'emozione per l'Olimpico, mi hanno aiutato. La mia società, inoltre, è sempre il primo motore a dare il meglio di me, con impegno e onore.


In questa mattinata il mio corpo mi ha dato molto e sono adrenalinicamente felice. Felice perché, se mi sento bene fuori, mi sento più forte dentro.

E poi, non da ultimo, il Foro Italico è casa mia.

In queste poche parole non posso racchiudere gli anni più belli della mia vita, quando vivevo tra la mia meravigliosa Università, lo stadio dei Marmi, il parco di Monte Mario, il circolo tennis, la Farnesina. Un mondo che sentivo attorno. Mi ha accolto, coccolato, valorizzato. Tutto avrei fatto per rimanerci. E qui dentro è rimasto.

Conosco quei luoghi al millesimo e li palpo con i polpastrelli ogni volta che mi chiamano; li ho vissuti a 360 gradi, per 5 anni lampo e ogni volta che la visione di quella città di marmo mi si erige all'orizzonte...beh, in fondo, so solo io cosa mi si muova dentro.

Luoghi scalfiti come le statue nella mia corazza di pelle.

A te, Roma mia, Grazie ancora una volta per questo ventaglio di felicità. A presto. Sulle tue strade.



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