Anna Giunchi Blog Personale


domenica 8 settembre 2024

Tra la Bravetta e i Sogni



Corri Bravetta, una gara che mi piace tantissimo.

Ne ho corso una versione Green, interamente dentro al parco di Villa Pamphili, e due, compresa quella di oggi, su "percorso tradizionale". Una gara impegnativa, allenante, con continui saliscendi e la maggior parte corsa dentro il parco di Villa Pamphili, in una giornata decisamente calda. Un altro parco verso cui nutro ricordi, dato che abitai anche in quella zona: Gregorio VII.
Roma è veramente bellissima e in qualunque parte della città si corra ci si trova immersi nelle meraviglie: tante meraviglie che caratterizzano le zone sud, nord, sud est, nord est, sud ovest, nord ovest (ce ne sono altre?).
Mancherò dalla Capitale per un lunghissimo mese, ma preparerò, nell'attesa, il mio rientro.
Sto facendo un piano per tornare in forma e mettere su un pò di forza. Chissà se riuscirò in questa mia ferrea volontà.
Per il resto, ho trascorso un bellissimo weekend lungo, pensando e studiando molto. Eppure...
Quante volte, in seguito agli "schiaffoni" che ho avuto dalla vita, mi sono chiesta: "Ma cosa ho studiato a fare?". Vedevo anni di studio buttati al vento, non solo non valorizzati nel lavoro che facevo, ma che spesso venivano screditati.
Ho iniziato a lavorare a 14 anni, centri estivi, ho continuato a farlo mentre studiavo e tuttora trovo piacere nell'apprendere lingue, nel suonare strumenti, nell'imparare altre culture viaggiando. E spesso mi sento fuori luogo, nell'appurare del non poter condividere con altri ciò che mi appassiona; questo perché li annoierei: la gente ha bisogno di essere ascolata, che non di dibattere, ad esempio, sui kanji o sul Perù.
E tutto il sapere che ho provato a trasmettere spesso non è stato capito, perché ciò che gli allievi ricordano di me è la parte scherzosa, non quella professionale. Per non parlare poi del pugno di mosche di ingratitudine che stringo ora tra le mani, e mi riferisco al mio lavoro di tecnico di atletica. Non parlo della scuola, che sa quanto valga il Sapere...
È vero, spesso mi chiedo cosa abbia studiato a fare. Non mi chiedo mai perché, in certi pomeriggi, preferisca leggere e apprendere che non ritrovarmi con amici per una serata "leggera e spensierata".
Non mi chiedo perché, mentre pratico sport, penso alle declinazioni in russo piuttosto che al mio ritmo al km.
Forse studiare è come una droga, che ti porta a dipendenza, ad un accumulo che non finirà mai, perché ci sarà sempre qualcosa da imparare. Ecco, tutto questo mi rende ogni volta più ricca: forse lo sto facendo solo per me, per appagare una mia non completezza.
E da oggi non mi voglio più chiedere cosa abbia studiato a fare, perché studiare è parte di me, mi si prende con questa zavorra in testa.
Certo, mi piacerebbe "attaccare" questa passione, come se fosse un virus buono; mi piacerebbe attaccarla a chi mi legge.
Imparate a guardare, a prendere, ad apprendere, a fare di ciò che è osservato qualcosa di vostro: vi ritroverete inspiegabilmente migliori, forse più felici. Saprete rispondere da soli a molti Perché.
E se gli altri non capiranno la vostra fantasia, che importa? Continuate a volare, non vi prenderanno mai.



domenica 1 settembre 2024

Ostia!!

Un viaggio ricco di emozioni, questo appena trascorso. Tre giorni. Vivi.

Ed è bello come, pur compiendo un itinerario ormai ben noto e abitudinario, con andata e ritorno Forlì-Roma, possa ogni volta pitturare le mie emozioni con colori differenti. Niente è mai uguale a sè stesso, quando lo si rivive.

Ho dei ricordi, spalmati in questa città, troppo forti per poterli sotterrare. Cosa vuol dire rivivere anni di studio (6 in totale, tra lauree e master), tra le scalinate del Foro Italico, dove ho "costruito" la parte più evidente della mia professione? Cosa vuol dire riflettere lo sguardo nella pavimentazione di quell'area, tornare allo stadio dei Marmi dove mi sono allenata, ho seguito lezioni e ho pure lavorato per anni? Rivedere il parcheggio del Coni, dove lasciavo la moto alle 5 e iniziavo le ripetute, prima delle lezioni...che effetto può avere su di me? E ancora, il centrale del Tennis, dove, tanto per cambiare, ho lavorato, l'area dell'antico Pallacorda, dove facevo preparazione atletica per tanti, giovani tennisti. Cosa hanno lasciato in me questi dejavu?

E sedersi in Tribuna Montemario, quel quartiere dove ho abitato per anni...che flash potrebbe esercitare dentro la mia mente?
E poi c'è il presente in continuità con il passato: Appia Nuova, Appia Antica, Caffarella...allenamenti, passeggiate, palestre all'aperto, mattinate in corsa con aria frizzante su tutto il corpo, e la sensazione di avere quel parco tutto per me.
Perché Roma da me è stata vissuta un po' in tutto, prendendo le aree della Colombo, quell'Eur che tanto mi attraeva, dove pure ho lavorato (ma dai...), addentrandomi in circoli inimmaginabili: piccoli scrigni.

Ho stampato nei miei occhi i riflessi della sera, quando aspettavo l'autobus piuttosto che prendere la moto, per potermi ammirare la mia università illuminata.
E sulla corsa potrei scrivere tanto...lunghi sulla ciclabile, spesso con tratti in compagnia delle pecore, i Parioli, le ville, per poi citare la Cecchignola, nome che indosso ancora, con pieno orgoglio.
Una città, non mi stancherò mai di ripeterlo, che mi ha salvato più volte. Una città alla quale sarò sempre riconoscente, perché "salvarti" ha un significato che affonda nell'animo, e merita sempre memoria.
Ormai sono 10 anni che la frequento con continuità. Spesso mi chiama, a volte irrompo io di prepotenza tra le sue mura, e forse la disturbo un pò.
È dove ho i miei migliori amici, quelli che erano "la mia famiglia vicina": quegli affetti che non voglio lasciarmi scappare.
E oggi c'è stata Ostia. Carica di ricordi, anche questi di valore.
Si sono aperti quando sono arrivata alla Pineta di Castelfusano, grandissima. Ho pensato tanto, e a mente fredda ho riflettuto. Sì, ho tanti ricordi emotivi legati ad Ostia, ma non certo perché in quella provincia ho corso diverse gare.
A volte i ricordi emergono come vapori, ma per farli emergere occorre esercitare calore sulla superficie, e dunque bisogna recarsi nel luogo. E allora ecco che arrivano, e ti passano dentro la mente.
Ho corso 10km in una giornata dal prevedibile caldo (non possiamo lamentarci di una cosa che "ci andiamo a cercare") e ho scoperto un percorso bellissimo, dentro una natura che desiderava ardentemente farsi scoprire.
Ho ritrovato amici (nonostante, tra pettorali e scarpe, abbia creato solo del danno), ho corso ascoltando il mio respiro, e sono arrivata con quella gioia e quella sensazione di appagamento che solo una prova di fatica può donare.
Sono contenta di aver vissuto tutto questo.
Sono contenta per quando a volte mi impunto per qualcosa che voglio. È questa la chiave che mi fa aprire molte porte: quella chiave che vorrebbe aprire, e mai chiudere. Terrò sempre la porta aperta, per ciò che ne varrà la pena.



Anna Giunchi la maratoneta

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