Io corro con i sentimenti, me ne rendo conto: essi mi spingono come un vento a favore, come scarpe superleggere, come il caffè del primo mattino. Nella mia città, Forlì, non sarebbe potuto essere diversamente: ho corso come non mai.
Avevo dentro di me una voglia di riscatto dalla Roma-Ostia, andata male causa infortunio da sovraccarico e, pur scombussolando un pò i miei programmi preMaratona di Roma, ho deciso di correre 21 km a buon ritmo, per svegliarmi anche in vista della 42km, che mi sta distante a solo una settimana. Ero guarita definitivamente mercoledì scorso, trattata dal bravissimo Ramilli.
Così mi sono impostata un allenamento-test giovedì, dal quale sarebbe uscita una gara a 4'30 al km, con qualche possibilità di progressione.
Il percorso, perfettamente omologato, non era dei più semplici, ma mi ha permesso di prendermi 1h34.31, tempo che non vedevo da quasi 10 anni di gara.
Arrivo 4 assoluta, sotto gli occhi dei miei genitori, che della mia vita ne hanno viste di ogni.
Siamo partiti da piazza Saffi, e già al 1 km mi sono trovata davanti alla mia parrocchia di Santa Maria del Fiore...dopo poco ero già nella mia via di casa, per poi percorrere un tratto in cui mi ero allenata proprio il giorno prima; passiamo poi per via Pelacano, davanti alla casa dei miei nonni, al loro forno, e non potevo, a questo punto, non fare vedere loro il meglio di me: la mia parte sportiva, frutto di allenamento e (tanto) sacrificio.
Passiamo per lo Scientifico, la scuola di mio fratello Daniele, ora stabilmente a Londra, e ancora passo per via Decio Raggi, che mi portava al mio circolo di tennis (strada percorsa infinite volte), per poi passare in via Campo di Marte, dove ho giocato per 6 anni a calcio nell'Olimpia Forlì, che vanta anche una stagione in B (io ero la più scarsa della squadra, ma correvo...).
Gli ultimi 2 km sono stati un pò impegnativi, tra la Orsi e Mangelli, zona Fornaci, dove lavoro' mia nonna, per poi salutare quella stazione dei treni che mi vede quasi ogni weekend...parte finale su viale Bolognesi dopo aver passato il mio Liceo, e a questo punto, da Corso Diaz, l'arrivo era quasi ad un pugno.
Il percorso, perfettamente omologato, non era dei più semplici, ma mi ha permesso di prendermi 1h34.31, tempo che non vedevo da quasi 10 anni di gara.
Arrivo 4 assoluta, sotto gli occhi dei miei genitori, che della mia vita ne hanno viste di ogni.
Siamo partiti da piazza Saffi, e già al 1 km mi sono trovata davanti alla mia parrocchia di Santa Maria del Fiore...dopo poco ero già nella mia via di casa, per poi percorrere un tratto in cui mi ero allenata proprio il giorno prima; passiamo poi per via Pelacano, davanti alla casa dei miei nonni, al loro forno, e non potevo, a questo punto, non fare vedere loro il meglio di me: la mia parte sportiva, frutto di allenamento e (tanto) sacrificio.
Passiamo per lo Scientifico, la scuola di mio fratello Daniele, ora stabilmente a Londra, e ancora passo per via Decio Raggi, che mi portava al mio circolo di tennis (strada percorsa infinite volte), per poi passare in via Campo di Marte, dove ho giocato per 6 anni a calcio nell'Olimpia Forlì, che vanta anche una stagione in B (io ero la più scarsa della squadra, ma correvo...).
Gli ultimi 2 km sono stati un pò impegnativi, tra la Orsi e Mangelli, zona Fornaci, dove lavoro' mia nonna, per poi salutare quella stazione dei treni che mi vede quasi ogni weekend...parte finale su viale Bolognesi dopo aver passato il mio Liceo, e a questo punto, da Corso Diaz, l'arrivo era quasi ad un pugno.
Leggere quel tempo, sentire la cronaca del simpaticissimo Gianni Lacerenza, che mi descrive come una "Forlivese trapiantata a Roma e in giro per l'Italia", mi rende colma di gioia.
Mi fa crescere l'autostima, quella qualità che ti spinge ad andare oltre e a non mollare, neanche quando si sta imboccando un tunnel.
Sì, lo sport che faccio è la copia di quella che sono: uno sport che non perdona, che richiede tempo, rigore e che non ammette momenti di non devozione.
Avrei tanto da narrare su quella che sono e quella che ero, e so che ogni volta che taglio un traguardo "Quella che sono" vince.
Sì, vince su "Quella che ero", la persona che alla partenza non sa come andrà la gara e si isola da tutti, quella che non vorrebbe partire, che sa che fatichera' per arrivare al traguardo.
Io vorrei insegnare questo ai miei allievi: lo sport è divertimento, ma per divertirsi occorre la serietà, la correttezza, la lealtà, l'impegno, e non sempre è necessario il gruppo: ad un certo punto occorre fare i conti da soli.
Per divertirsi bisogna rispettare tutto quello che circonda e caratterizza un campo di gara: il pubblico, i giudici, gli avversari, il percorso, noi stessi, il nostro allenatore.
"Quella che sono" oggi ha tagliato il traguardo e si è rivista su un podio nazionale, dopo aver passato in 21km le tappe della sua vita.
Ringrazio Forlì e la corsa, per avermi donato questo stupendo spettacolo, nella mia città.
Lo spettacolo per me continua: devo crescere e divertirmi ancora.
Sì, lo sport che faccio è la copia di quella che sono: uno sport che non perdona, che richiede tempo, rigore e che non ammette momenti di non devozione.
Avrei tanto da narrare su quella che sono e quella che ero, e so che ogni volta che taglio un traguardo "Quella che sono" vince.
Sì, vince su "Quella che ero", la persona che alla partenza non sa come andrà la gara e si isola da tutti, quella che non vorrebbe partire, che sa che fatichera' per arrivare al traguardo.
Io vorrei insegnare questo ai miei allievi: lo sport è divertimento, ma per divertirsi occorre la serietà, la correttezza, la lealtà, l'impegno, e non sempre è necessario il gruppo: ad un certo punto occorre fare i conti da soli.
Per divertirsi bisogna rispettare tutto quello che circonda e caratterizza un campo di gara: il pubblico, i giudici, gli avversari, il percorso, noi stessi, il nostro allenatore.
"Quella che sono" oggi ha tagliato il traguardo e si è rivista su un podio nazionale, dopo aver passato in 21km le tappe della sua vita.
Ringrazio Forlì e la corsa, per avermi donato questo stupendo spettacolo, nella mia città.
Lo spettacolo per me continua: devo crescere e divertirmi ancora.
Nessun commento:
Posta un commento