Anna Giunchi Blog Personale


domenica 2 giugno 2024

Cortina-Dobbiaco 2024!

Manco alle gare da circa un mese.

L'ultima corsa che ho fatto è stata a Mercato Saraceno, il Giro di Paderno: 13km nelle colline cesenati...un bellissimo ripasso di salite, in cui ho anche reincontrato Ana e Solerte, amici di sempre...


Nel frattempo mi sono dedicata alle gare dei miei ragazzi e alla conclusione dell'esame del corso di Alto Rischio, per la Protezione civile (vedevo estintori ovunque).

E veniamo alla Cortina Dobbiaco 2024...un ricordo che è passato veloce, come il treno che mi sta riportando a casa, dopo 3 bellissimi giorni passati in montagna, senza lasciarmi scappare anche un allenamento sulla ciclabile da San Vito a Cortina.

Arrivata in zona San Vito di Cadore, sotto al diluvio, sono riuscita a godermi soprattutto le giornate di sabato e domenica, caratterizzate da un clima decisamente più gradevole, che permetteva di identificare le splendide dolomiti che vegliano su Cortina D'Ampezzo.
Non volevo mancare alla edizione di quest'anno, nonostante abbia corso un solo lungo preparatorio e abbia avuto un calo fisico dovuto a sbalzi ormonali e al rientro di un pò di bronchite.
Ho accusato un pò la quota, e ho faticato nei primi 15 km, ma mi sono accontentata unicamente di arrivare al traguardo, godendomi il bellissimo panorama che la giornata di oggi ha permesso.


Mi piace tutto di questa gara: il ritrovare amici da tutta Italia, nonché essere insieme a 22 nazioni. Mi piace la cornice veramente unica, ma anche la fatica, equiparabile a quella di una maratona, nonché la gioia nella conquista della medaglia, in quello che è un arrivo scenografico tra i più belli che si possano organizzare.
Non sto benissimo e spesso devo impormi di correre, per conquistare il benessere che so arrivare dopo la corsa, ma sto affrontando un periodo in cui devo riedificare la mia struttura portante.
Sono forte, soprattutto di testa, e so che questo è unicamente un periodo da superare.
Ho altri progetti in fronte, e sono contenta di essere tornata a viaggiare, a vedere paesaggi mutanti dal mio finestrino della vita.


domenica 5 maggio 2024

Tor Vergata e i pensieri

 


È l'input che mi manca, ed è quella la sfida peggiore che ho con me stessa.
Ho già detto che penso troppo, al punto che non posso evitare di farlo. 

Al punto che i pensieri mi invitano, molto spesso, a chiudermi in me stessa.

 E allora occorre distrarmi, e i ragazzi sono i miei migliori aiutanti. Mi catapultano nel loro mondo, e non penso ad altro, quando sono con loro.
Eppure mi privo del contatto con Anna. Sfuggo il parlare di me; ma mi basta scrivere, leggermi, pubblicarmi sui social.
Amo correre, e alla fine di ogni sforzo ringrazio me stessa per aver avuto la forza nell'averlo compiuto, perché so che mi fa stare bene, dopo. So che mi carica, mi trasmette fiducia in me stessa, e mi mette alla prova.


In fondo, che importa alla gente il periodo che io stia vivendo? Quel che conta è il mostrarsi, e io fingo molto bene.
Sto bene quando faccio sport, quando calpesto l'asfalto romano. Sto bene quando lavoro, quando vedo la gioia dei miei ragazzi al campo.
Sono stata contenta della mia gara di oggi, a Tor Vergata, perché non ero tanto vogliosa di correre, perché comunque sentivo, a mano a mano che andavo, che vivere una mattinata così valeva proprio la pena.
Sono fortunata per tutto quello che ho ed è per questo che lo tengo ben stretto.
E correre per me è sfidarmi quando ho brutti pensieri, quando mi tratto male e quando la mia testa corre più delle gambe.
Spero di tornare presto a Roma, perché rappresenta il ventaglio del mio spirito libero.
Ho corso bene, ho spinto, ho fatto quella fatica che mi porto sempre in fronte.
Vale la pena, sempre...



mercoledì 1 maggio 2024

Le Mura e il cuore di Ferrara


Mancavo da tanto tempo da Ferrara, e ne conservo tanti ricordi, legati al mio anno di tirocinio presso il Centro di Psicologia dello Sport.

Ho sempre apprezzato la cortesia dei suoi abitanti, sempre gentili e accoglienti, e mi sono trovata bene nelle diverse manifestazioni sportive, proprio grazie ai bei modi degli ospitanti. Inoltre mi è stato detto che la città si presta molto alla corsa, in quanto le Mura presentano la possibilità di poter correre per 9km in totale tranquillità, vicino al centro storico, ma lontani dal traffico.
Ho corso il Giro delle Mura per la prima volta, e mi è piaciuto moltissimo. 50esima edizione di una manifestazione molto sentita, con partenza dall'ippodromo. 
Ci si butta dentro la storia, con squarci di aree verdi curate con profondo rispetto per l'ambiente. Il percorso è stato molto impegnativo, in quanto composto da sterrato e diversi saliscendi, ma è veramente allenante e stimolante.
Ho reicontrato alcuni miei colleghi della vecchia società, sempre carini e gentili, e ho conosciuto nuovi appassionati di corsa come me.
Ho corso bene, scacciando preoccupazioni e pensieri negativi. La corsa deve essere più veloce dei pensieri cattivi, e forse devo migliorarmi proprio in questo: fuggire da tutto ciò che mi preoccupa.

Sono stata bene, in questo primo maggio, e ringrazio questo meraviglioso mondo, che ogni volta mi dona emozioni fantastiche...

domenica 21 aprile 2024

Sull'Appia eterna...



Ho dovuto vincere una mia resistenza con forte motivazione, stamattina, per buttarmi tra 7000 persone e dare del mio meglio.
Sto lavorando molto, mi piace quello che faccio, ma mi accorgo che ne sto dando priorita'. Il lavoro mi ordina. Mi sento responsabile di quello che sto facendo e fatico sempre di più a staccare da tutto, per pensare unicamente a me. Una volta lo facevo...adesso sto provando a farlo, ma non mi riesce.

Mi impongo di prendermi dei weekend per
 staccare dalla rigida routine che mi ingabbia, ma nei pensieri esco sempre condizionata da una frase: "Domani lavoro, non esageriamo".

E il lavoro non è tutto, ma il mio lavoro è differente, perché è una missione. Perché mi prendo cura di ragazzi che hanno fiducia in me, che meritano il mio meglio, e non posso deluderli. Non devo.

Questa mattina non ero concentrata su me stessa: ieri avevo lavorato, sempre a Roma, e non ero mentalmente "libera".
Mi sono "liberata" quando ho iniziato a riscaldarmi, quando ho sentito il sole e l'aria frizzante di Roma sulla mia pelle. E quando ho terminato questa Appia Run, che è una delle gare in assoluto che amo di più, mi sono detta che devo costringermi a lasciarmi andare, per pensare a me, alla corsa, alla cosa che più amo fare, perché non imposta.
Da tempo sto correndo per liberarmi da pensieri e preoccupazioni; una volta correvo per correre, per finalizzare una prestazione sportiva.
Con il tempo si cambia e forse i pensieri appesantiscono pure le gambe, o forse sono nuvole di periodi che passano sulla fronte, condizionando i propri sentimenti.
Eppure, dopo la gara di domenica scorsa a Passoscuro, mi sono convinta di poter dare ancora qualcosa e oggi, migliorandomi di 1km sulla Appia Run, mi sono autostimata ancora di più.
Sto iniziando ad abituarmi alle scarpe Brooks comprate tempo fa, inizio a sentire i benefici dell'acido ialuronico al ginocchio, ho rimesso nel corpo un pò più di forza.
E mi sono accorta che amo correre, che mi diverte, che i viaggi in treno valgono la pena per quel che raggiungo, che gli amici che incontro ogni volta sono meravigliosi e che, lo ripeto spesso, il clima che si respira nelle gare laziali è unico. E non parlo solo delle organizzazioni, della solidarietà tra società, dalla purezza delle persone del mio gruppo sportivo...parlo di una città che ogni domenica presta la propria bellezza per noi. E questo è veramente uno spettacolo unico.
Il mantenere un punto di contatto lavorativo a Roma, l'aver scelto di gareggiare nelle sue manifestazioni, sono quegli elementi che mi permettono di ricaricare le pile, per ripartire più forte.
Ed è vero, forse siamo fatti per gli altri ma a volte è proprio la maturazione di un pieno contatto con sé stessi che può poi permetterci di vivere secondo le nostre possibilità.
Oggi ho corso una gara di 13,4km su 5 pavimentazioni differenti, e mi sono stupita per come "girassero" le mie gambe. Cosa è stata, in fondo, questa botta di adrenalina che porto ancora addosso? Nulla, per chi non la prova.
Ma dentro di me è salito l'effetto di una iniezione di fiducia che, da stasera, mi renderà più serena e più forte.
Sono pronta per ricaricarmi, appena potrò.
Per ora sorrido, e nient'altro. Sono fiera di me... per così poco? Sì, sono fiera per quel poco in cui riesco.



 


 

domenica 14 aprile 2024

Quel Passoscuro luminoso

 

Ogni volta che torno da un weekend romano, mi arricchisco con qualcosa in più, come se fosse una iniezione di Vita.
Nonostante l'incastro che ho di impegni tra lavoro, gare dei ragazzi, allenamenti, corsi della Protezione civile e altro, sento che questo piccolo sacrificio organizzativo nella mia vita ci vuole.
Perché è un aprirmi ogni volta a vissuti nuovi, è un ricalcare quasi 10 anni di vita in cui ho sfiorato una realtà più grande ed è, ovviamente, un ritrovare gli amici, che non lascerò mai, perché mi meritano.
Giovanni ogni volta trova spazio per me, così come Marco ed Elisa, che sono ormai una mia certezza. 

Ho lasciato dei posti che ancora conservano i miei passi e il mio cuore e, per fortunate circostanze, ho pure mantenuto e rinnovato una realtà lavorativa, che mi forza con un piacere più "strumentale" l'essere periodicamente presente.
E poi, per mia scelta, voglio gareggiare nel Lazio. Perché sono una persona difficile, che va solo dove si trova bene, dove sente che il valore sportivo incarna quella che è la mia visione del tutto.
E quindi, dopo un mese, riattacco un pettorale e corro 10km e poco più, tra Passoscuro e Maccarese, in una giornata giudicata calda, ma viva e colorata.
Parto senza troppa carica agonistica, insicura di quello che avrei potuto fare, condizionata anche da un ginocchio in trattamento, ma finisco bene e in progressione, con 44'35 di mio real time. Mi riscopro con ancora qualcosa da dare, e mi preparo per una delle mie gare preferite: l'Appia Run.

Ho passato il mio compleanno nella Capitale, e sono riuscita a trovare spazio per tanti amici, che ho voluto con me, per condividere il "mio" giorno. E non è poco aver ricevuto affetto da loro.
Grazie a chi mi vuole bene. Lo sento. Il sentimento è reciproco. Ora torno a casa, per festeggiare ancora!

Tirana. E la sua piazza

Non vengo da un mese "vuoto". Sono stata in vacanza, a Tirana, dove ho scoperto una realtà umana accogliente e calorosa, in cui ho staccato completamente dalla mia realtà italiana. Albania. Tenevo ad andarci, una città un cui, tra modernità e sprazzi di murales e colori, si incava una realtà rurale, polverosa, quasi anonima. E questo mi ha affascinato.

Diverse manciate di anni fa, alle elementari la maestra ci chiese di domandare ai nostri nonni episodi inerenti la guerra. Ricordo che mio nonno mi raccontò una esperienza in Albania quando, sentendo la chiamata del  Müezzin, per la preghiera, lui e gli altri soldati si stupirono su cosa fosse quella chiamata, indicante  l'adhān dal minareto della moschea.
In questi giorni, dopo anni, anni e ancora anni, sono andata in quella piazza e ho ritrovato quella moschea. Mi è bastato ascoltarmi, per capire che mi trovavo esattamente dove si era recato lui in tempo di guerra.
Ogni mattina la raggiungevo, per correrci intorno...variazioni, fondo lento, sempre nello stesso posto.
Non ho fatto nulla di particolare, ho solo ascoltato quello che mi sentivo di fare. Non ho cambiato nulla, quando sono partita tutto è rimasto esattamente come stava prima. Non ho spostato nulla: mio nonno sarà dove è sempre stato.
Sono cambiata io. Più forte, più vera, più ancorata al mio passato.




domenica 17 marzo 2024

Rome in my life painting

 

Così scrivevo sabato 16 marzo, giorno antecedente la Maratona di Roma:

"Non sono pronta.

Non ero pronta per il concorso.

Non sono pronta per una Maratona.

Non sono mai pronta, per la verità, e forse non sono l'unica.

Non siamo pronti ai cambiamenti, alle preoccupazioni, agli esami, agli esiti di questi, alla guida e nel transito pedonale.

Perché, per quanto ci possiamo impegnare nello studio, nell'allenamento, per quanto possiamo usufruire dell'esperienza di vita o del confronto con gli altri, ci sarà sempre l'imprevisto, l'inatteso, a prevalere su di noi.

Io non sono pronta a correre 42 km e potrei motivare la cosa con infinite "scuse", tra le quali una vescica che da 15 giorni mi sta invitando a non correre. E poi...altro.

Però sono qui, ci sono, ci sono voluta essere perché oggi ho i pensieri più leggeri, e perché so che correre è sempre stata la mia automedicazione. È sempre stata la mia maschera di ferro contro il mondo esterno, quella maschera che, quando andavo, sempre secondo le mie possibilità, "forte", mi hanno fatto sembrare "forte" anche a dispetto delle mie fragilità interiori.

Quell'apparire che ci costruisce nel corpo una fortezza, con l'accortezza, però, di accertarsi della solidità di tutti i mattoni.

Un tempo la testa mi avrebbe fatto andare avanti contro ambiente e fisico, con l'impeto del mio segno zodiacale. Oggi ascolto più il fisico che, però, in un circolo vizioso, a sua volta ascolta una mente che deve ancora liberarsi di molte zavorre di pensiero.

Non sono pronta, ma ci sarò, e ci sarò per Roma e tutte le persone che da Roma mi fanno da mattoncini di vita.

Oggi è primavera, e penso che sia arrivata con il mio treno: fa un caldo che si propaga nella pelle.

Non sapevo fosse già arrivata, non ero pronta, perché si può non essere pronti anche a meravigliarsi.

Domani vorrei meravigliarmi."


E sono riuscita a terminarla, questa Maratona. Volevo terminarla, come parte di un percorso di vita.

Perchè Roma mi meritava.
È da novembre, inizio della mia bronchite, che si è protratta per due mesi, che ripetevo a me stessa, come se fosse un mantra, che non sarei stata pronta per correre 42 km.
Seppur a Roma.
Ho sottovalutato una vescica, emersa durante i 30km di Bologna, che ho corso come lungo, che non mi ha dato tregua, fino ad oggi.
E poi, tante problematiche, un carico personale di preoccupazioni, che mi hanno fatto riflettere sulla possibilità di partecipare o no alla Maratona di Roma. E, a quel punto, ho cambiato mentalità. Ho provato ad immaginare questi 42 km come un viaggio personale, come la focalizzazione di una meta da raggiungere, come una splendida giornata di sole nella città che mi ha dato e ancora mi dà una iniezione di vita.
Ho pensato agli amici, i più cari che ho.
Ho pensato agli anni universitari, agli allenamenti, alla vita del centro storico.
E ho terminato la gara, correndo 30km e camminandone 12, quando il dolore al piede (sempre causato da Lei) si stava manifestando con troppa irruenza.
Ho ascoltato il fisico? Ho ascoltato la testa?
Il cuore. Ho ascoltato il cuore, che mi ha invitato ad andare avanti, baciata dal sole, in mezzo a migliaia di migliaia di persone, incitanti e sorridenti.
Ho trovato amici ai ristori, che fanno e faranno parte del mio percorso, e ho desiderato incontrarli.
Ho incontrato bandiere di paesi che ho visitato, ho conosciuto volti nuovi, ho fatto riaffiorare ricordi e sono andata verso la conquista di una medaglia, che ora porto al collo.
Non ero pronta, è vero.
Ma c'ero. Ci sono stata, ho voluto esserci. Non basta?










Anna Giunchi la maratoneta

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