Mesi fa, avevo pianificato di correre ancora il Giro della Pietra di Bismantova: la gara mi era piaciuta molto, ed era stato un bel week end: lo avrei voluto rivivere. Ci sarebbe stata anche la Pistoia-Abetone: avrei corso la 30 km, ma avrei comunque preferito La Pietra.
Poi arriva la possibilità di correre il giro del lago di Campotosto, in Abruzzo; vicende varie mi fanno optare per questa scelta, trascurando il particolare importante: la gara era di sabato, non di domenica, come pensavano i miei biglietti del treno. Hotel non rimborsabile, biglietti che non si riescono a vendere: decido comunque di partire per i campionati master di corsa in montagna, invitata la settimana prima, al punto che effettuo pure il bonifico: sarei partita sabato pomeriggio, destinazione in provincia di Bergamo. Intanto, però, mi contatta l'atletica La Sbarra per andare con loro a Castelchiodato: Roma, dunque.
È' da dire che mi ero prescritta anche alla gara di Valmontone, stesso giorno, avendo visto che vi era la stazione, dettaglio comodo per me. Gli organizzatori mi avviseranno però che essa disterà 2 km dalla partenza. A questo punto opto per Castelchiodato: corsi la gara 8 anni fa, quando non si chiamava Castrum Race ma "Corri tra le Cerase": arrivai terza con 45' e rotti, ma ricordavo che era un 10,4 km durissimo. Ricordo anche che feci un interminabile escursione in moto per arrivarci: si correva il 2 giugno alle 17.
Dunque: Week end a Roma, favorito anche da uno sciopero dei treni che mi ha impedito di chiedere il rimborso dei famosi biglietti. Arrivo dunque nella mia città eterna, non risparmiandomi una visita all'Eur e alle Tre Fontane, con uno sguardo nostalgico al Ct Eur, mio sogno lavorativo tennistico (ci feci supplenza anni fa).
Il giorno dopo avrei corso alle 10, orario nel quale solitamente risulto già docciata da tre ore... E in effetti era caldo, anche se sostengo che dopo l'esperienza di Panama lo sopporti molto meglio (ogni poro della mia pelle ricorda quel caldo). Vedendo una valida concorrenza, parto a buon ritmo, tenendomi sui 3'42 nei primi km, meno ripidi. Poi la musica cambia: sterrato e una pendenza del 12%, meravigliosa. Tengo un buon ritmo e, conducendo sempre in testa, la prendo poi con più filosofia. Tifo e video da parte di Matteo Simone, psicologo motivatore. Arrivo e chiudo in 44'50, svendendo subito il prosciutto.
Dopo un po' di travaglio trovo un passaggio per tornare a Roma, scoprendo anche i 6 euro meglio spesi nella mia vita: per il deposito bagagli. Essi', perché la borsa era stracolma e pesante all'inverosimile, al punto che la trascinavo per la stazione.
Questo è' quanto. Che dire?
Che ritrovare persone, e parlo della Lazio Runners (Massimo, Piero, Vincenzo e coloro dei quali non ricordo i nomi), che ti dicono che ti ricordano sempre, che ti aspettano a Roma perché manchi, non può che aprirmi il cuore a metà.
Ho ricevuto tanto da questa città...la porto sempre nel cuore.
Nessun commento:
Posta un commento