Sto frugando nella memoria, che mi riporta a oltre un mese fa...
Stavo correndo un 6x400 in pista, a ritmo tranquillo, al seguito di una settimana di scarico dopo la bellissima esperienza nei 400hs a Rieti. Mi fermo, appagata dal lavoro svolto, e sento una fitta in corrispondenza del collaterale laterale, zona tibiale anteriore. Non riesco a camminare e, prontamente soccorsa con ghiaccio e sedia a rotelle dal presidente della Asd Atletica Cervia, rimango in ufficio, per poi tornare a casa con la mia auto, che egli era andato a prendermi da casa, facendomi da autista. Il pronto soccorso non evidenzierà qualunque frattura dalla lastra, e la dottoressa mi suggerirà pomata e riposo. Beh, non si è risolto in poco tempo, perchè c'era di mezzo una distorsione di secondo grado.
Il resto è ben noto a chi mi è stato vicino, e oggi, dopo due allenamenti di “accertamento”giorni fa, posso dire di poter riprendere tranquillamente a correre. Oggi la risonanza accerterà lo stato del mio ginocchio. E' originato il tutto da una infiammazione della bandelletta ileo tibiale? Quasi sicuramente, dovuta ad un carico eccessivo del vasto laterale e del tibiale anteriore.
E' bello uscire di casa, provare i primi appoggi e capire di poter correre, senza rientrare al domicilio subito, non sentendosi sicura.
In questo periodo ho capito molto. Ho pensato molto. Mi sono anche chiusa un po' in me stessa, per prendere decisioni pure importanti. Ho anche pianto.
E ho veramente capito chi mi è stato vicino, chi mi avrebbe potuto dare di più, chi mi ha dato più di sé stesso, chi ci sarà sempre.
Andando per tempo, sono partita per Milano lunedì, tre giorni dopo l'infortunio, e mi son veramente sentita trattata da “Ministra”, con spostamenti in auto e tanta vicinanza empatica. Questa esperienza mi ha fatto conoscere più profondamente delle persone speciali. C'è stato chi, seppur lontano, mi ha contattato per chiedermi lo stato di salute…beh, sarà sempre il mio allenatore. C'è stato chi, a Roma, mi ha fatto da taxi per condividere insieme una serata, chi mi ha dedicato tante parole di conforto. Certo, esistono condizioni di salute ben peggiori, eppure, chi mi conosce, aveva ben capito le mie difficoltà. Beh, d'altro canto, c'è stato chi con me si è di nuovo inabissato, amalgamato con chi mi ha fatto del male; la stessa persona che, ad uno sporadico mio messaggio, mi liquidava sempre con impegni improvvisi, cene anticipate o parenti. Ha acquisito un apripista verso il percorso della cattiveria. Buon caffè.
E poi, il nuoto. Il nuoto che ho riscoperto e mi ha permesso di "non affogare" nella demotivazione, che in 10 giorni, da 60 vasche, mi ha portato a farne 128. Uno sport che non mi abbandonerà, che mi ha aperto la mente verso ipotetici impegni agonistici futuri, che comporteranno scelte dolorose, soprattutto quando si è sempre vista, per anni, “quella” maglia come una seconda pelle.
E ancora…in questo periodo ho consolidato l'amicizia con le “Pecore nere”, e loro sanno di chi parlo. Compagni di chiacchiere e sfoghi.
A tema, mi sarei aspettata di più da qualcuno, mentre ho ricevuto tantissimo dai miei ragazzini e dalla asd Atletica Cervia. I ragazzini e il Presidente mi hanno aiutato nel realizzare i percorsi di allenamento, mi tenevano le stampelle e le provavano pure; qualcuno ha pure acceso una candela per me. C'è stato anche chi “non sapeva nulla del ginocchio” ma aveva visualizzato tutte le mie foto con le stampelle, e chi forse ha sperato in un infortunio serio. Forse, ma queste faccende mi rendono più forte.
E poi, mia mamma, capace di farsi 120 km per portarmi al lavoro, ma di questo non avrei mai avuto alcun dubbio, perché ha sempre collocato noi figli prima di lei stessa. Ancora spero di poter diventare come lei: dei genitori migliori mai avrei potuto avere.
Ecco, tutto questo mi è servito a confermare quello che già sapevo. Però mi ha arricchito e reso migliore. Ancora una volta.
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