Anna Giunchi Blog Personale


domenica 16 ottobre 2022

Con le colline negli occhi

Oggi ho respirato le mie colline, e loro mi hanno stupito, regalandomi una mattinata splendida, immersa nella natura.

Mi porto dietro da ben tre settimane un fastidioso raffreddamento, che mi ha condizionato la mia "scelta" domenicale: andare o non andare?

La location, Terra del Sole, paese al quale sono legata fin dall'infanzia, mi attirava, perché sapevo che si sarebbe saliti in collina. E le colline di Romagna sono stupende.
Poi la ragione sociale benefica dietro alla manifestazione non si poteva non considerare e così, domenica mattina, dopo un aerosol, prendo la macchina e vado.


E mi trovo attorniata da migliaia di persone, chi podista, chi biker...tante, tantissime maglie gialle, premio di partecipazione per una manifestazione organizzata veramente al top.
Mentre guidavo, ipotizzavo che, in caso di un mio ritardo per i tempi di iscrizione, sarei comunque rimasta nella zona per fare un bel collinare.
E invece sono riuscita ad iscrivermi e correre all'interno di un tracciato stupendo. Premetto che sono zone che conosco ma, grazie alla manifestazione, ho attraversato dei punti dei quali non ero affatto a conoscenza...incontaminati.
Bellissima giornata di sole pieno, panorami, ripeto, incredibili, anche e soprattutto se si pensa che ci si trova a 10 minuti dalla città.
Ho visto tanti volti amici e mi sono sempre più convinta del fatto che sia questa la maniera di fare sport che, anche in futuro, troverà il maggior numero di proseliti.
Io stessa non nego che evito certe manifestazioni perché sono a conoscenza di tracciati sporchi alle spalle di tanti amatori esaltati e che, in questo periodo, preferisco alternare gare competitive a manifestazioni di più ampio respiro.


Io corro per me stessa, per stare bene e per passare una domenica tra salute e posti nuovi, e continuerò a fare sport seguendo questi principi.
Molte persone la pensano come me e, in effetti, sto notando che molta gente che correva a livello agonistico ora, nauseata da certe realtà, preferisce ritrovarsi in manifestazioni dove prioritari sono altri aspetti.
Io sono ritornata a casa con un panorama indimenticabile riflesso nei miei occhi. Era il collinare del quale avevo bisogno.
E domani si riparte con una bella settimana di fuoco. Ma io ardo di passione per quello che faccio.

domenica 9 ottobre 2022

Cecchignola di corsa...volata via...

Qui sognavo ad occhi chiusi...

Il giorno più atteso da mesi, ahimè, è volto al termine. C'è una cosa che mi piace delle cose attese: l'attesa stessa è sempre differente e, nel mio caso, personaggio spesso "bastonato" da delusioni della vita, i sogni sono un po' soffocati.

Per cui, pur desiderando ardentemente questo giorno, così minuziosamente preparato da chi ha impiegato risorse e ingegno per la sua realizzazione, non ho mai sognato troppo. Un po' perché vi sono sempre imprevisti che librano in aria e possono impedire quel tutto così bramato da tempo, un po' perché se si sogna meno, si gioisce di più nella realtà. Dato di fatto. Dato di fato. Essi', perché il tanto citato Fato ha già le chiavi in mano su tutto, pure su di noi. Non ho sognato, ma questo giorno verrà da me sognato. A lungo.

Come iniziare a poter descrivere una giornata meravigliosa come questa?

Potrei partire con l'incognita dei permessi al lavoro, ribaditi da me a tre interlocutori, che per fortuna mi vogliono bene...dai due giorni precedenti la gara, febbrili, con l'altra incognita nel correre 10km la domenica mattina...dalla tuta persa chissà dove, che non mi trovo da settimane. E non me ne faccio una ragione, perché una tuta non vola.

Potrei descrivere le sensazioni del mio corpo, debole, che accusa un po' di risvolti psicologici da non poco conto. Almeno, hanno un conto per me: dentro la mia testa navigano in pochi. 

Il messaggio di risposta che ho ricevuto alle 6 da un amico era chiaro: "Non li deluderai mai. Se non te la senti non correre, valuta tu". È vero. Non avrei deluso nessuno, perché faccio parte di un gruppo fantastico, ma...che posso farci? È più forte di me. Perché io faccio sempre le cose per chi mi merita, e a chi mi merita vorrei sempre dare il mio meglio. Avrei voluto correre meglio, perché a questa gara tenevo molto. Pazienza.

Oggi è stato tutto come un sogno...il ritrovare gli amici, il localizzarmi ancora alla Cecchignola, città militare, l'immergermi dentro luoghi che mai avrei visto e posti che ho attraversato a piedi, in auto, e che mi trovavo, in quella occasione, ancora in circolo fino al mio cuore. Quante volte mi ripetevo: "Ci sono stata, mi ricordo". Mentre prendevo ancora più fiato, e aumentavo il ritmo, mentre scollinavo dalla salita dove portavo i ragazzi ad allenare, e mi dirigevo verso un luogo che conoscevo benissimo: il Centro Olimpico.

Ho attaccato il mio cuore in quel luogo: 3 anni non si dimenticano con un colpo di spugna ma, al contrario, si riaccendono come un flash se li passi correndo.

E il dopo...è stato un aggiungere decorazioni al qualcosa che era già troppo bello per essere vero...qualcosa che quasi tocchi ritraendo la mano, perché pensi che sia finto.

Conoscenza di persone stupende, che hanno cucito in petto un cuore, che dentro hanno un altro cuore, e nel cui sangue circolano medaglie. Meravigliosa quella che ci ha abbracciato il collo all'arrivo. Poi un inaspettato podio e gli amici...

Amici...

Un gruppo di persone che sono entrate nella mia vita, e che mi hanno accolto. Io, con il mio carattere di base selettivo ed introverso, ma che muta in estroverso e bizzarro quando "Me stessa" si sente a suo agio...un carattere che forse può non essere capito, ma che capisce al volo, se vuole.

Capisce chi può bussare nel suo cuore, entrare e rimanerci. 

Un cuore che perdona infinite volte e ruota, rigira e tasta ogni aspetto relazionale, per rivederlo sempre nella chiave più comoda e ottimista. Un cuore che vorrebbe tenere e non fare scappare, anche a patto di stare scomodo.

Beh, mi sto rendendo conto di non aver più bisogno di cercare di comprendere. Forse, a piccoli passi, sto valutando l'idea di cercare di essere compresa io stessa.

Non dimentico il male che mi è stato fatto: lo sto solo convertendo in bene. Conviene.

Grazie a tutti...




domenica 2 ottobre 2022

La maglia. L'identità

 


Ho ripreso a gareggiare con regolarità.
E mi appare come qualcosa di bellissimo...lo scrivo per fissarlo, per portarne alla luce consapevolezza.
Perché è bello sapere che, tra impegni di lavoro piuttosto intensi, organizzazione personale e allenamenti, riesco, ogni domenica, a trovare tempo per la cosa che amo di più.
Questa domenica di inizio ottobre un noioso raffreddore ha rischiato di compromettere la mia partecipazione ad una gara "storica",13,5 km, a Madonna dell'albero, Ravenna, ma la voglia di correre nonostante tutto ha prevalso.
E, la scorsa settimana, ho corso 13km tra le colline di Savignano, reincontrando anche miei vecchi compagni di team. Vado sempre a premio di categoria, e mi riempio di cibo...piccole soddisfazioni.
La maglia, la canotta, la divisa sociale.
Fa uno strano effetto.
Sembra nulla, ma anche la maglia sportiva vuol dire molto...con una maglia si trovano via via cucite tante esperienze, come scudetti, tanti vissuti comuni, fino ad una vera e propria identità. Così dovrebbe essere il "portare una maglia", in rappresentanza. Perchè, se si ama e si rispetta una maglia, la si prende come una seconda pelle.
Ho portato una maglia per anni e, tradizionalmente, faccio molta a fatica a staccarmi da qualcosa che, a sua volta, appare attaccato a me. Mi sembrerebbe di tradire un valore. Non concepisco il tradire.
Beh, ora ho una maglia che per me va oltre una singola corsa domenicale. È una maglia che porto dentro da prima di indossarla, un sogno che ho coltivato fin dalla gioventù.
Una maglia che ha ancora una grande voglia di imbottirsi di ricordi, alla quale sto facendo respirare il mio animo.
Mi sto divertendo. I tempi al km non sono ancora quelli che vorrei, ma sto iniziando a concludere allenamenti finalizzati, sto iniziando a sentire le gambe girare, avverto il lattato solleticarmi.
Una borsite fastidiosa mi condiziona un po', ma non mi impedisce di godermi ciò che amo.
Ed è bello, ogni domenica, rivedere chi condivide con te lo stesso percorso. È bello correre e sentire il proprio fisico proiettarsi in una vera e propria esplosione di vita.
Tra poco, permessi del lavoro permettendo, tornerò a Roma, e sono visibilmente felice.
E non mi chiedo il Perché, lo sono e basta.
Mi basta portare nel corpo un periodo che si preannuncia bello, unico e, perché no, pure meritato.



mercoledì 21 settembre 2022

Race for the Cure. BOLOGNA


...Race for the Cure.

Quest'anno, dopo Cervia e Pesaro, è la mia terza manifestazione per Komen Italia, e penso che sarà un evento che sentiro' ogni volta, anno dopo anno.
Partecipai alla prima edizione italiana a Roma, mi pare nel 2007: il presidente di allora era il padre di una mia allieva del tennis. Ricordo che partecipai con la mia squadra, la Lazio Runners, anche negli anni successivi. Poi, nel tempo, ho sentito questo evento sempre di più.
Abbinare lo sport e il benessere alla ricerca è un importante strumento sociale, e questa iniziativa ha dato seguito a molte altre. Proprio per la forte ragione alla base di questo evento, nel 2022, ho coronizzato il sogno di vedere organizzata una manifestazione proKomen anche a Cervia. 7km. C'è ancora molto, molto da fare, ma gli amici di Bologna sono stati un forte traino per portare avanti questo progetto.
Oggi mi trovavo ai giardini Margherita, dove corsi la manifestazione anche tre anni fa, prima dello stop Covid.
Beh, dietro ad essa vi sono tanti ricordi. Sono riaffiorati ancora una volta, proprio come dei fiori. Che però non ho raccolto. Ne ho annusato il profumo, ne ho accarezzato i petali. Il tempo rende nostalgici, ma struttura anche una gran voglia di rivivere tante emozioni, e di tenersele strette ogni volta, con forza.
Ho corso e finalmente ho corso bene. I ritmi mi iniziano a piacere, l'aria che respiravo mentre correvo mi scorreva a pieni polmoni. 
Ho visto tanti volti amici.


E mi sono riprogrammata un piccolo futuro podistico: Corri alla Cecchignola, cui non potrò certo mancare...Marcialonga sul Rubicone, Corsa dei Santi, Corsa di Miguel, Corri per la Befana, Roma Ostia.
Capitera' anche a voi di riaprire un magazzino di splendidi ricordi, al momento in cui ricominciate a fare qualcosa, a intraprendere un percorso.
Perché, all'atto in cui si vuole riprendere a vivere una esperienza, riaffiorano sempre alla mente le cose belle: noi siamo istintivamente programmati a seguire il bene, e seguire il bene è sempre la via più facile per una serenità individuale; vale per chiunque.
È più semplice alzarsi al mattino con la voglia di buttarsi tra le braccia di nuovo giorno, che non forzarsi a farlo. È più facile coltivare rapporti che evitarli, ed è più facile augurarsi a vicenda una buona giornata che non farlo: questo apre verso l'altro.
È più facile e naturale chiarirsi che rimanere con un groppo in gola ed è incredibilmente più bello amare che odiare, perché essere amati, a nostra volta, è una delle cose (scrivo volutamente "cose", perché non so definirla) più potenti e catalizzatrici di bene che esista.
Ed è sempre meglio chiarirsi che non farlo. Telefonatevi. Anche senza un motivo, discutete sui vostri Perché.
È sempre bello incrociarsi al parco e salutarsi e chiacchierare, piuttosto che percorrere due strade differenti per evitarsi, rimanendo con il pensiero fisso di un qualcosa di irrisolto. Ed è più facile pensare ai pregi di una persona che non ai suoi difetti, per non buttare mai via quello che essa ti ha donato.
Chiaritevi, amatevi, rispettatevi, e fatevi trascinare dal vostro istinto nel cercare il bene e la serenità. Perché la nostra missione non è andare oltre (oltre ci va chi, pur di evitare un danno a sé stesso, lo reca all'altro), ma andare in profondità. In una vita che schizza via in un attimo, coglietelo questo attimo, e godetevelo...

lunedì 12 settembre 2022

Sister Rome and Bravetta Run


Il potere della corsa e, in particolare, della corsa a Roma, è incredibile.

È piuttosto naturale cercare di dare una spiegazione razionale a certe emozioni, e potrei elencare tantissimi fattori che contibuiscono a rendere la mia permanenza a Roma, in particolare se associata a gare, entusiasmante.
Beh, potrei iniziare dal fatto che ho iniziato a correre a Roma nei primissimi tempi in cui mi sono data alla corsa su strada...ed era un periodo in cui stavo decisamente bene, uscita da un trascorso non facile, e dunque in quell'Up di risurrezione che corrisponde ad un lungo picco grafico.
Era un periodo in cui studiavo, lavoravo e mi allenavo. Periodo in cui, introdotta in questa città, mi sono circondata di tanti, tantissimi contatti umani, che mi hanno fatto proprio da... Cicerone. Ho condiviso allenamenti con tante società amiche, a partire dell'Atletica MonteMario, la Campidoglio Palatino, la Polisportiva Iusm, la Lazio Runners...ma non vorrei dimenticare i tantissimi amici, con tantissime maglie, che ho incontrato nelle varie corse della provincia.


Mi sono allenata in, azzarderei, quasi tutti parchi, ho corso in manifestazioni prevalentemente per conoscere i luoghi...provincia di Latina, Frosinone, Viterbo, Rieti...tante, tantissime gare e tantissimi luoghi che ho attraversato e che, a loro volta, hanno attraversato la mia vita.
E perché stupirmi se mi emoziono ogni volta? Se, superato il disagio dell'alzarsi presto (che è abitudine), del prendere eventuali mezzi, appena identifico l'arco di partenza mi illumino dentro e trasmetto una gioia del tutto infantile?
I percorsi, innegabile, sono meravigliosi, così come sono impeccabili le organizzazioni.
La cosa che mi riempie di adrenalina e serenità è la solidarietà tra coloro che corrono, la voglia di scherzare, di socializzare. Il saluto caloroso di chi non ti vede da tempo e la fratellanza tra quasi tutti i gruppi podistici locali. La gentilezza degli organizzatori, sempre splendidi con me.
Domenica mattina, per me, correre di nuovo a Villa Pamphili è stato uno sbocciare nel verde del parco.10km (anzi, 10,2!!!) bellissimi, misto trail, sterrato, ciottolato, cross. Natura pura.
E che bello rivedere tanti amici e conoscere altre persone che condividono con me questa passione.
Emozioni meravigliose, delle quali, finché potrò, non mi priverò mai. Questo a prescindere dai risultati, che caleranno sempre di più, del mio livello di forma e del mio tempo a disposizione per allenarmi.
Tutto quello che ho vissuto ieri per me è stata...Vita. E cosa posso dire o scrivere in questo inno alla gioia?
Solo grazie...grazie a chi si è messo sulla mia lunghezza d'onda e mi ha fatto correre e splendere.




domenica 4 settembre 2022

Il mio percorso campestre


Campestre Clai, Sasso Morelli

Non ho mai interrotto un percorso per iniziarne un altro.

Tranne che per questa volta: un mese intero di stop dal lavoro e da impegni programmati, per un progetto di ricostruzione da fare esclusivamente con me, con Anna. Era una mia emergenza.
Un lavoro, in fondo, che ieri è volto alla fine. Che è successo? Ne è uscita un'altra persona, con custodite dentro di sé miniere preziose di rifugi di salvezza. Sono uscita da un tunnel pieno di fiori pronti a sbocciare, e che adesso han preso luce. Non ho terminato del tutto.
Ma sono gia' cambiata.
Sono cambiata anche per chi non mi vede, non mi sente da mesi. Frasi fatte.
Ritengo che le persone che parlano male degli altri non lo facciano solamente alle loro spalle, ma che seguano un iter circolare: una volta a te, una volta al vicino. Chi non ha serenità interiore per dedicarsi al proprio se', scarichera' le proprie tensioni e negatività sull'altro, senza alcuna profonda mediazione nel provare a capirlo prima, questo Altro, chiedendogli un Perché si sia allontanato.
In un giro che è un cerchio perfetto, è toccato a me essere bersaglio di critiche, e ho già impiegato troppo tempo scrivendo di questo episodio ma, si sa, scrivere è svuotarsi. Questo solo per dire di quanto abbia lavorato sulla negatività degli altri, che inevitabilmente mi contagiava, e ne sia uscita in catarsi. Chi mi delude perde valore, e purtroppo non so fingere.
Non mi interessa delle vite degli altri in chiave critica e, di qui a un tempo che deciderò io, non sosterrò colloqui in seduta da psicologa, preoccupandomi di mettere in pratica il mio svuotarmi da altri vissuti, prima di mettere del mio in altre sofferenze. Devo prepararmi al meglio, se poi vorro' donare del bene.
Una pratica che, grazie ad un iter di lunghe indicazioni, mi è più che congeniale.
Oggi, in guida in auto, applicavo uno strumento di meditazione, concentrandomi su una persona e sviscerando i miei sentimenti connessi ad essa, al fine di sostituire i pensieri negativi con i positivi. Non è facile lavorare sullo spostamento e, nonostante questi sforzi distolgano l'attenzione e non si possano tenere prolungati per troppo tempo, ho terminato il mio viaggio con un nuovo obiettivo: risolvere il prima possibile attriti passati.
Vorrei permeare la mia vita di positività, senza astensioni forzate da rapporti che avrei potuto chiarire tempo fa. Starei solo meglio, e parlo egoisticamente di me.
Quale era la mia meta fisica?
La mia meta era una gara...12km, campestre a Sasso Morelli, Imola. Sono tornata in zona Bologna.
Una competitiva, la prima dopo mesi e, soprattutto, dopo un periodo di grosso calo motivazionale, un calo generale verso ciò che mi ruotava attorno.
La mia scala di obiettivi, questa domenica, prevedeva: l'alzarsi, il fare colazione, il guidare per 65 km, arrivare a meta e correre. Ho rispettato i piani del mio diario e, nonostante dolori tendinei e ritmi turistici, sono stata fiera di me e del mio corpo, che poi ho premiato con un bel pasto.
Alla luce di tante situazioni che tornano a posto, del tempo che sistema le cose e che mi dà il giusto valore agli occhi degli altri, ho imparato a volermi bene. A scrivere di me e non a dedicare poemi o suppliche a chi non sa valorizzarli.
Penso che il donare sia bello perché estremamente personale e che, quando fatto con cuore e pensieri, sia un qualcosa di grande valore. Di unico.
Scrivendo ho dato tanto.
Ora vorrei dare tanto a chi mi legge e mi ha a cuore, condendo il tutto con profonda gratitudine.
Per Voi.



giovedì 1 settembre 2022

Chiamatemi per nome


  Sto scavando parecchio.

Tronco e braccia sono allenate a dovere, ma la mia sensazione è che il pozzo della mia personalità sia sempre troppo, troppo profondo. Però sono curiosa.

E dunque sto sviscerando i miei patterns negativi, numerandoli in maniera incrementale, per densità. Alcuni sono molto, molto massicci. Dolomitici.

Che cosa mi da fastidio e mi fa soffrire?

Beh, or come ora direi: "Il non essere considerata". Sì, lo ho sempre sofferto. Non ho mai sopportato favoritismi e meritocrazia assente. Ho sempre sofferto l'essere pressoché ignorata, più che non valorizzata a dovere, così come l'esser comparata e sminuita: era nei miei confronti un dolore non necessario e gratuito.

E così ho pensato all'importanza del nome.

Il nome...quel nome che ci accompagnerà per tutta la vita, che incolleremo sotto la pelle come un microchip, che si scatenerà nelle nostre reazioni sinaptiche di una vita biologica. 

Il nome, che prenderà le sembianze dei nostri volti da bambino, da ragazzo, da adulto. Quel nome che altro non è che un insieme di lettere, con un mondo infinito dentro ognuna di essa: lettere gonfie di immagini, suoni, sensi specifici e aspecifici.

Il nome è l'amore anagrafico e combinato dei nostri genitori, e' il sogno che portavano dentro e che ha preso forma con noi, viventi. Il nome stesso ti induce ad amarlo, sempre e per forza, perché dovrai conviverci per tutti i tuoi giorni, e dovrai voltarti una infinita' di volte o alzare la mano, quasi come stimolo riflesso, ogni qualvolta lo sentirai rimbombare dalla voce di qualcuno.

Riflettevo.

Forse il dolore più grande che mi abbia causato una persona è stato proprio quello: non menzionare più il mio nome. "Grazie. Anche a te", "Buongiorno e grazie". Io, che in una lunga e solida amicizia ero sempre stata Anna, di punto in bianco mi sono trovata svuotata della mia essenza, della mia persona, del mio passato, presente e futuro.

Una porta in faccia stampata su un volto fatto a pezzi, frantumato in tante derealizzazioni del Sé. Un dolore mai provato, per la mia persona.

Ed è per questo che, quando incontro qualcuno o quando alleno o istruisco dei ragazzi, cerco, in primo luogo, di memorizzare i loro nomi. 

Perché chiamare per nome una persona, in mezzo a tante, vuol dire valorizzarla, dare importanza e unicità alle sue dinamiche interne. Cercare lei e non altre.

Troppo spesso si sotterrano i nomi con aggettivi, nomignoli e attribuzioni. Il nome ha un corredo genetico dietro, con quel tocco di fantasia che il cognome non ha. Il nome è espressione.

Non dimenticatevi dei nomi. Non dimenticatevi delle persone che se li portano a braccetto, e affezionatevi anche a loro, perché voler bene a qualcuno e chiamarlo...non fa mai male.

Anna Giunchi la maratoneta

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