Anna Giunchi Blog Personale


domenica 19 giugno 2022

Cassia, Telese. E così sia


Devo liberarmi da quel "blocco abitudinario" che mi porta, molto spesso, ad evitare nuove  esperienze.

Troppo spesso, intrecciata tra un target di lavoro e benessere quotidiano, mi privo di quel "nuovo" che potrebbe limitarmi la quiete da me prima creata meticolosamente. Sbaglio, quando mi freno.
Me lo ripeto sempre quando, al ritorno dai miei viaggi, ripercorro con la mente le varie tappe esperienziali.
Sono in ritorno da 4 giorni bellissimi, nei quali, senza il benché minimo dubbio, ho ricevuto più di quello che abbia donato.
Partiro' narrando il finale, ovvero la gara di 10km a Telese terme, ore 19 di domenica 19 giugno...esperienza stupenda, su un percorso che ho gradito tantissimo, al punto da correrci ancora stamattina, prima ancora della luce dell'alba.
Una manifestazione impeccabile, che ha accolto oltre 2000 atleti, da ogni parte di Italia: occasione per ritrovare molti amici che avevo perso di vista da tempo, condividendo con loro una fatica climatica di un meteo che, al mio arrivo in stazione, mostrava 36 gradi.
All'arrivo, del tutto fradicia, non sono stata contenta del mio 46'48...sentivo una percezione migliore ma, come sempre, darò la scusa alle salite e al caldo.
In itinerario, per raggiungere il paese, ho voluto sostare a Napoli e Caserta. Mi sarebbe bastato anche solo farci dentro un passo. Come sempre, mi ripromettero' di tornare in questa terra, la Campania, soventemente.
E, due giorni prima, sono tornata a Roma dopo oltre un mese, sostando in zona Cassia, dentro ad una bellissima struttura avvolta nel verde di un parco fiorente, nel quale ho ammirato il piacere della ricercata fusione con una natura che ti accoglie e ti distoglie dai pensieri. I pensieri...quelli che ci costruiamo attorno, anche quando non sarebbero chiamati al esserci.
A Roma ho acquistato le scarpe nuove e condiviso bellissimi momenti con le belle persone della mia vita.
Mi piace scegliere le persone che non mi occupano uno spazio in una mia apparente solitudine, ma che, anche in mezzo ad una sala affollata, cercherei come parte del mio tutto.
Sono contenta e felice di quello che ho.
E anche questa volta ho ricevuto molto di più di quanto abbia donato.
A presto.



lunedì 13 giugno 2022

La Luce dell'Abbazia


Non correvo gare da diverse settimane, e mi piace chiedermi che cosa, a noi che corriamo, faccia preferire il percorrere 80 km in una giornata di traffico direzione mare, correndo alle ore 9.30 anzichè alle abitudinarie e fresche 6, facendo più fatica e richiedendo a sè stessi un maggiore sforzo atletico. Perchè è una esperienza diversa? Perchè si misura il proprio stato di forma? Perchè si può tornare a casa con dei premi?

Spesso mi chiedo il Perchè, e dietro ad un Perchè trovo sempre un qualcosa di personale che va oltre alle cose elencate.

In fondo, da tre anni a questa parte, mi ritrovo molto cambiata caratterialmente: diciamo che sono ritornata la persona introversa ed estremamente selettiva nei rapporti, che ero prima dei 14 anni. Proprio così, prima dei 14 anni... 

Si dice che la pandemia abbia cambiato molto le relazioni di noi stessi con gli altri e con il mondo esterno: io potrei, dal canto mio, dire che forse questo lungo periodo mi ha fatto ritrovare me stessa. La persona estroversa e casinista che sono stata per un certo periodo della mia vita ha dato il posto ad una persona, almeno spero, più riflessiva e profonda. Il tempo delle comitive, delle serate, dello sballo, ha fatto il proprio tempo e mi ritrovo a ricordarlo con ironia e consapevolezza nel non averne più bisogno.

Da quando pratico sport sono molto cambiata. Il che non vuol dire che lo sport sia una ragione di vita, ma certo, come già ho scritto, costituisce un impegno con me stessa che mi porta a scegliere una determinata routine piuttosto che un quotidiano improvvisato. Ebbene, è una scelta personale, non imposta da alcuno.

Lo sport, forse, può avermi allontanato da chi non ne condivide passione e sacrifici, ma allo stesso tempo mi ha aperto la mente ad un mondo in cui i suoi ideali possono essere trasmessi ed insegnati ad altri, piccoli o grandi che siano. Questo sto cercando di fare.

Domenica 12 giugno ho corso un bellissimo e durissimo cross a Pomposa, o meglio a Codigoro, presso il Residence Oasi. Avevo corso in questa manifestazione anche a giugno 2021, in occasione della prima edizione; contesto differente, pur essendo nello stesso posto: era una gara ancora in provvisoria riapertura pandemica e ricordo che fu, per me, un primo passo verso un relativo contatto con gli altri. A prescindere dal mio risultato, decisamente migliore quest'anno, sono molto contenta della decisione da me presa, quella scritta in apertura al mio post. Innanzitutto perchè ho ritrovato delle persone gentili ed accoglienti, perchè isolarsi troppo è sempre sbagliato e non è giusto privare una buona parte di sè agli altri; in secondo luogo perchè ho viaggiato dentro e fuori ad un contesto nel quale la gara rappresentava solo un semplice concetto simbolico di sacrificio, di impegno, di gestione delle proprie risorse e di condivisione di stati d'animo. Forse, in quel momento, non ero sola, come mi ostino a voler essere, ma ero somma di più animi.

La luce che sento dentro e che vedo fuori da me non è un miraggio, ma la certa indicazione del cammino, o della corsa ragionata, che sto facendo. Non so dove mi porterà il percorso nel quale sono finita, ma mi sta divertendo. Con me stessa, dopotutto, non mi annoio mai.



venerdì 10 giugno 2022

La gioia del ritorno, l'attesa della partenza

 




Sono sempre più convinta che, nella vita, a volte sia necessario prendersi una pausa da certe abitudini, per poi apprezzarle a dovere quando si ripresenteranno. Certe volte mi chiedo se le mie abitudini siano solo una vetrina sul mio raggio di sicurezza, o se siano una vera e propria fonte di felicità.

La corsa, ne sono sicura, per me è una fonte di gioia. Forse potrei indicarla pure con il concetto, ben più duraturo e caratteriale, di Felicità. Ebbene sì: la corsa mi rende felice. Vuoi per lo scarico di adrenalina immediato che consegue ad essa, vuoi per il contesto e per l'intreccio di relazioni che essa mi consente. Essa infatti mi permette di viaggiare con obiettivi, mi consente di rendicontare il mio benessere fisico e, non da ultimo, mi permette di programmare uno stile di vita basato sul benessere. E, che io lo sia o no, dopo una corsa mi sento più serena e più bella.

Ho perso, nel tempo, il desiderio di abbinare la corsa ad una dimensione sociale: non mi interessa conoscere nuova gente, perchè preferisco conoscere meglio le persone che ho accanto. Mi piaceva, dopo una corsa, raccontare le mie emozioni a chi condividesse una gioia adrenalinica solo mia.

Voglio dare qualità ai miei rapporti, donare il meglio di me a chi fa dei passi per raggiungermi. A volte mi chiedo se le persone che ho perso durante la mia corsa, per mia scelta aggiungerei, mi manchino per caratteristiche loro intrinseche o semplicemente perchè incarnavano per me valori e concetti. Nessuno può sostituire alcuno: come nicchie di alveare, ogni persona occupa e occupava nella mia vita uno spazio solo suo.

Mi interrogo spesso sugli altri, sul valore che abbia io per alcuni, su quello che io riesco a trasmettere e a ricevere in risposta.

Riallacciandomi ad inizio post, la gara di Tor Vergata mi ha lasciato un infortunio alla borsa trocanterica, che mi ha fatto stoppare dalla corsa per una settimana. 

Ho quindi, per l'occasione, riscoperto la mountain bike e, con essa, le albe sul mare, il disegno del sole tra le nuvole, i pensieri al crepuscolo e la sabbia sotto ai piedi. 

Mi mancava il correre e il post corsa, ma, alla ripresa degli allenamenti, mi sono chiesta quanto possa valere un pensiero al sorgere del sole, una striscia di luce sul mare, il respiro silenzioso delle onde. Mi sono sempre svegliata al giorno consapevole che la vita valga la pena essere vissuta in tutti i suoi aspetti. Aspettando chi ritarda, andando incontro a chi ti aspetta.

Anna Giunchi la maratoneta

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