Anna Giunchi Blog Personale


venerdì 10 giugno 2022

La gioia del ritorno, l'attesa della partenza

 




Sono sempre più convinta che, nella vita, a volte sia necessario prendersi una pausa da certe abitudini, per poi apprezzarle a dovere quando si ripresenteranno. Certe volte mi chiedo se le mie abitudini siano solo una vetrina sul mio raggio di sicurezza, o se siano una vera e propria fonte di felicità.

La corsa, ne sono sicura, per me è una fonte di gioia. Forse potrei indicarla pure con il concetto, ben più duraturo e caratteriale, di Felicità. Ebbene sì: la corsa mi rende felice. Vuoi per lo scarico di adrenalina immediato che consegue ad essa, vuoi per il contesto e per l'intreccio di relazioni che essa mi consente. Essa infatti mi permette di viaggiare con obiettivi, mi consente di rendicontare il mio benessere fisico e, non da ultimo, mi permette di programmare uno stile di vita basato sul benessere. E, che io lo sia o no, dopo una corsa mi sento più serena e più bella.

Ho perso, nel tempo, il desiderio di abbinare la corsa ad una dimensione sociale: non mi interessa conoscere nuova gente, perchè preferisco conoscere meglio le persone che ho accanto. Mi piaceva, dopo una corsa, raccontare le mie emozioni a chi condividesse una gioia adrenalinica solo mia.

Voglio dare qualità ai miei rapporti, donare il meglio di me a chi fa dei passi per raggiungermi. A volte mi chiedo se le persone che ho perso durante la mia corsa, per mia scelta aggiungerei, mi manchino per caratteristiche loro intrinseche o semplicemente perchè incarnavano per me valori e concetti. Nessuno può sostituire alcuno: come nicchie di alveare, ogni persona occupa e occupava nella mia vita uno spazio solo suo.

Mi interrogo spesso sugli altri, sul valore che abbia io per alcuni, su quello che io riesco a trasmettere e a ricevere in risposta.

Riallacciandomi ad inizio post, la gara di Tor Vergata mi ha lasciato un infortunio alla borsa trocanterica, che mi ha fatto stoppare dalla corsa per una settimana. 

Ho quindi, per l'occasione, riscoperto la mountain bike e, con essa, le albe sul mare, il disegno del sole tra le nuvole, i pensieri al crepuscolo e la sabbia sotto ai piedi. 

Mi mancava il correre e il post corsa, ma, alla ripresa degli allenamenti, mi sono chiesta quanto possa valere un pensiero al sorgere del sole, una striscia di luce sul mare, il respiro silenzioso delle onde. Mi sono sempre svegliata al giorno consapevole che la vita valga la pena essere vissuta in tutti i suoi aspetti. Aspettando chi ritarda, andando incontro a chi ti aspetta.

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Anna Giunchi la maratoneta

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