Anna Giunchi Blog Personale


lunedì 19 settembre 2016

Maratona Alzheimer: ho deciso di correrla tutta

Prima di partire...

Ognuno di noi porta con sè un bagaglio di propri vissuti, che lo spingono a intraprendere determinati percorsi esperienziali, scegliendo certe strade, scartandone altre. Ognuno di noi ha motivazioni intrinseche ed estrinseche determinanti nella riuscita delle proprie aspettative di vita, anche se non sempre bastano.
Mi piace definire la maratona Alzheimer come una competizione all'interno di una manifestazione, che offriva ai partecipanti svariate scelte: camminate, percorsi di 10, 30, 42 km, semplice tifo. Penso che i nostri vissuti personali (ognuno ha i suoi, ognuno ha la propria maniera di vivere e combattere i propri dispiaceri, e ciò che è dispiacere per uno può essere una risorsa per un altro) interessino più che altro a noi stessi, e non vadano "pubblicizzati", se non altro per evitare parole scontate e fuori luogo.  Le motivazioni che mi hanno spinto a correre questa Maratona sono custodite dentro di me: mi hanno portato a terminarla, mantenendo in certi momenti la lucidità di una gara tattica. In 42 km ci ho pensato...ho pensato a quante cose nella mia vita siano cambiate negli ultimi anni, a come ho gestito certi dispiaceri e dolori; ho pensato anche ai vissuti che Nerio, il mio Presidente, ha associato a Cesenatico, perchè ognuno porta con sè le proprie gioie, i propri ricordi, i propri dolori. Domenica ho corso non per fuggire da questi, ma per provare a conviverci, a trovare in loro la spinta per concludere una maratona che, in fondo, è solo una tappa della vita. Sono stata contenta di essere in un ambiente dove, ne sono convinta, la maggior parte della gente ha corso spinta dai miei stessi motivi.
Il percorso era collinare e la prima parte, a differenza di quello che pensavo, era caratterizzata da continui saliscendi, tra i quali un bel muro di 600 metri. Partita al ritmo che mi ero prefissato (4'20) subisco un calo dovuto al percorso e tengo sui 4'30-4'35...mi adagio fino al 18esimo km poi effettuo un cambio di ritmo. Gli ultimi 15 km, in pianura, saranno per me i più sofferti: mi fa assistenza Caio in bicicletta (gentilissimo) e, nell'ultimo km, mi accompagna al traguardo (3h15.12) Ana Nanu.
Arrivo seconda. Contentissima, perchè qualcuno mi ha aiutato. E so che lo avrebbe capito, se fosse stata ancora qui.


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