Anna Giunchi Blog Personale


domenica 13 marzo 2022

Tra Antico e Moderno


Oggi ho corso su una strada percorsa in auto diverse volte: pioggia, vento, sole, buio, luce diurna. Beh, non la ricordavo con un fondale così "misto"... era proprio "quella" strada, nella quale giudicavo "matti" gli incauti ciclisti intenti a percorrerla. Alcune curve tolgono la visuale e destabilizzano un po'. Occorre spostarsi e cambiare prospettiva. Mi ricordavo le parole depositate in vari punti di quella strada, colloqui a vari temi: intrinsechi, estrinsechi. In sviluppo. In vari punti le percepivo, e con esse rivivevo i miei incorporati culturali. Confessioni personali, o forse solo confidenze: parole che sbattevano impazzite sulla tettoia dell' autovettura. Spaccati di vita narrati in mezzo a resti antichi, che emergevano scolpendo la sagoma aerea di quella che ero. Ho accarezzato parole al vento...incrocio a IV miglio, Ardeatina, visione sulla Appia Antica, dove ho riscoperto il mio stupore, immutato nel tempo. Quel sano stupore in grado di fermare la mia corsa; perché lo stupore schizza come un fuoco d'artificio verso l'alto e colora l'atmosfera di gioia, al punto che per un attimo ci fa perdere il confine materiale del tempo. E tutto ciò che è convenzione diviene scelta, e per un frangente inatteso vi è continuità tra passato e presente, tra Roma antica e Roma moderna, tra quella che ero e quella che mi sforzo di essere. Quelle parti "antiche" di me che a volte mi si incollano addosso, facendomi perdere il piacere delle cose semplici e immediate, scalfendo una lieve crepa su ciò che ho di più caro. Al ritorno, in corsa, ho accusato sulle gambe la parte pesante e pensante di quella che ero e forse, nella salitella che riporta a rimirare la familiare Appia Nuova, ho ancora lasciato qualche "resto" di me. A volte servirebbe sintetizzare il tutto in poche parole, ma forse se ne teme una interpretazione. Forse si ritiene che l'orgoglio renda più forti. Forse comunicare senza simbologia fa paura. E invece penso che lasciar scorrere una traccia di umanità dalla vetrina di ciò che ci imponiamo di essere possa permettere ad ognuno di riconquistare ciò che non ha bisogno di spiegazioni, ma di semplicità. Bello è chi ti sa leggere l'anima attraverso gli occhi. E allora non occorre costruire una fortezza attorno a sé stessi. Tornerò a riprendere quei "resti di me", pronti ad attendermi, ma li lascerò parlare. Nessuna fiamma solitaria potrà incendiare i ricordi.

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Anna Giunchi la maratoneta

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