Anna Giunchi Blog Personale


sabato 31 dicembre 2022

Coastline

 




Questo mio blog ha 15 anni, e chi lo segue fin dagli albori, si sarà creato una opinione di me. Avrà colto una mia evoluzione nello scrivere e, forse, si ricorderà anche di me, in certi momenti. Per me sarebbe un grande onore, essere ricordata.

E penso che molti di voi abbiano capito quanto ami viaggiare. Mi è difficile però descrivere il senso, la motivazione che mi spinge a farlo. Difficile è, per me, riuscire a trasferire nell'animo di chi mi legge (e dedicarmi del tempo è un grande dono, lo ripeto spesso, per non darlo mai scontato) le emozioni che provo e, soprattutto, che emozioni ricerco ogni volta che sposto il mio animo da un posto ad un altro.
Ogni viaggio è unico ma questo viaggio, Lisbona e la sua costa, mi ha trasmesso un sentimento e una forza emotiva incredibile.
Mi ha fatto capire come il superare i nostri confini, le nostre convenzioni, possa far sembrare il mondo più unito, ma anche più vicino. Persino più piccolo. Forse sto maturando questo concetto perché, viaggiando da anni, sto prendendo familiarità con rotte e tracciati. Beh, è un pò come quando percorri un itinerario in abitudine: alla terza, quarta volta, ti sembrerà più breve, perché inizi a conoscerlo. Per fare un esempio: per me Roma e Bologna sono vicinissime...ne percorro la tratta da anni.
L'idea, a Lisbona, di correre con alla mia sinistra il fiume Taro (attraversato da un ponte 25 du Avril, che mi ha sbarrato gli occhi dalla meraviglia), per poi farmi cullare dal suono di un immenso Oceano Atlantico, è stata una emozione che ancora adesso mi fa vibrare dentro. L'idea che al di là di questa fetta di terra vi sia l'America, proprio l'America, mi fa capire che, in fondo, i termini "Europa" e "America" siano delle nostre convenzioni. Il mondo è nelle nostre mani; è frutto delle nostre percezioni, ed è un unico piano terrestre.
Correvo ogni mattina, e la luce faceva capolino non prima delle 7:30; sono arrivata fino alla torre di Belèm e tanta era la voglia di correre che sarei voluta andare avanti ancora, per esplorare tutta quella costa, che mi avrebbe portato a scoprire itinerari che, dal finestrino di un treno, faticavano a stamparsi nelle sfumature del mio iride.
Ho respirato l'aria di qualcosa di vasto e ho ascoltato il mio respiro. Ho visitato la città vecchia, le meravigliose coste di Cascalis, per poi, alle 3.30 di notte, correre, prima del mio volo di ritorno, osservando la Movida e ascoltando, toccando, sentendo e annusando quel ponte magnifico, al cui versante opposto un Cristo Redentore a braccia aperte accoglieva chi, come me, crede e ne è fiera. E ho provato a seguire quei fari che vegliavano sulla costa, come se fossero dei riferimenti spirituali. Ho ritrovato fette di Brasile, accenti anglosassoni, bandiere USA su coraggiose barche a vela ormeggiate. Ho ritrovato il sorriso stampato di chi non vede l'ora di chiudere la porta dell'albergo per buttarsi fuori ed esplorare il nuovo. Ed ero io.
E mi sono commossa. Anche al ritorno.
E non lo facevo dal 2005, quando salutai Malta, primo mio viaggio dopo un periodo di salute molto critico; il viaggio che mi salvò.
30 dicembre 2022: in silenzio guardavo il mio aereo, in procinto di partire. Al decollo, sempre in silenzio, pensavo a tutta quella meraviglia che spariva dai miei occhi, per rimanere unicamente stampata nella memoria. Come un libro, che in fondo è solo la voce "fisica" di un qualcosa di più vasto che fatichi a narrare.
E la memoria aiuta, ma spesso è artefice di tranelli, perché ti fa tendere la mano verso un qualcosa che non puoi toccare. Perché la memoria, spesso, sfocia in malinconia, e malinconia è sempre mancanza.
Quella terra così ospitale, così ordinata, così viva e così rispettosa per la salute e il valore umano, mi manca.
E le foto, i pensieri, le informazioni sui miei itinerari, ma pure i racconti che potrei fare a chi volesse ascoltarmi, non sarebbero sufficienti: questo è un viaggio che porterò dentro.
Me lo sono portato dentro anche durante la mezza di Classe, corsa dopo poche ore, 31 dicembre 2022.
Durante i km lungo il fiume, percorso impegnativo e con numerosi saliscendi, pensavo al contesto di vita dal quale ero sbarcata.
Amo casa, amo l'italia, amo i miei posti e la mia gente; eppure, penso che esista, è scoccato per il Portogallo, un amore a prima vista. Una sensazione alchimica, un quel qualcosa che ti dice: "Sarebbe il posto per te"...clima mite, ottimo cibo, spazi vasti, natura.
Oggi, a Classe, correvo tra la terra e il mare, con le orecchie tappate dalla compressione del velivolo, con la testa piena di pensieri e con una grande, grandissima voglia di correre.
Me lo sono detta: "Ho conservato dentro i miei polmoni l'aria dell'oceano". E ho corso pure bene: non ne sarei stata così sicura.
Non so per voi, ma per me "Vivere" è questo.


2 commenti:

Filippo ha detto...

La vita è fatta principalmente di queste cose, per chi le sa cogliere. Buon anno Anna, nel frattempo anche io cerco rinnovare l'aria al Blog fermo da troppo tempo.

Anna LA MARATONETA ha detto...

Grazie per avermi letto. Mi piace trasmettere quello che provo. Condividerlo a chi mi comprende. Aspetto di leggere molto presto di te

Anna Giunchi la maratoneta

Benvenuto sul blog di Anna...la maratoneta