Anna Giunchi Blog Personale


lunedì 15 dicembre 2008

IL QUADERNO DI FISIOLOGIA

Marco: è lui che ha raccolto e drenato il quaderno. Io non ce la facevo

Non era iniziata nella maniera più disciplinata,la giornata romana dell’11 dicembre…vuoi per la nottata a ritmo di tuoni, vuoi per il pensiero del cerca casa…fatto sta che non ho fatto il test salviette per una ricerca nella quale sono “cavia”, rituale obbligatorio ogni giovedì ore 7:20. Mannaggiaammme.
La città è completamente allagata, mi dicono, e via Tor di quinto è bloccata. Dunque la passeggiata con il cane mi salterà sicuro. Abbandono casa, dove, con somma sorpresa, appuro che oggi mi han tolto il tappeto e…il cane, un San Bernardo, pertanto ben visibile, e mi reco in università.
Ottimo allenamento ciclistico, non c’è che dire…lattato puro. Mi sento veramente okkei, un po’ Arnaldo Pambianco sullo Stelvio, dove vinse la tappa del Giro (Pambianco, che nostalgia…nella mia vita, fatta a sorta di piramide (come le vie) Pambianco figlio occupa gradini alti). Vabbè, non nascondo che sto cercando un bel cicloergometro da corsa, e che mi ci rimetto di brutto a breve, in bici. Lezione di osteopatia, chiamiamola così, ma sarebbe “Attività motoria preventiva e adattata”. A tal proposito, ieri, son tornata dal neurologo per raccontargli le mie sensazioni dopo la terapia, sensazioni catterizzate da indolenzitura totale domenica e ottima sensazione sabato, quando ho corso su sterrato, malgrado il piede ancora leso. Nel pomeriggio di ieri ho fatto pure il test da sforzo, meritandomi un OTTIMO per la spirometria e l’elettrocardiogramma. Il cuore, ieri, era a 41 battiti, ed è salito a 125. Lezione di osteopatia, dunque, allenamento pomeridiano (ottima bici, ancora un’ora, media di 135 battiti, salita e discesa dalla sella), e arrivo alle terme di Caracalla, dopo una tregua dalla pioggia. Nessun ragazzo da allenare, e dunque c’è il presupposto per rientrare a casa prima. Un piccolo tentativo, scavando nella mia memoria che mi sollecitava a cercare il quaderno di fisiologia, mi sovviene. “Dai, proviamo a cercarlo, questo quaderno”, che nel giorno di martedì avevo lasciato solo soletto adagiato sul prato. Chissà, magari qualcuno lo ha ritrovato e riposto da qualche parte. Incrocio Marco, che lavora con me, e lo invito a supportarmi nella ricerca del mio attrezzo di lavoro. Gli andavo indicando il luogo dove lo avevo lasciato quando…MIRAGGIO, E’ ANCORA LI’!!!IL MIO QUADERNO, CON TUTTA LA FISIOLOGIA CONTEMPORANEA, E’ ANCORA LI’I’I’I’!!!
Lì per lì, come reazione riflessa, attacco a ridere come un’isterica, mentre Marco lo raccoglie e lo sdrena dalla pioggia. Bisognerebbe dedicargli una canzone, a questo quaderno, che con coraggio teutonico ha sopportato le intemperie (da martedì ad oggi a Roma si son susseguite tutte le possibili condizioni metereologiche: pioggia, sole, vento, grandine…e non ne dico altre perché non ce ne sono più). Il quaderno era ancora lì, che mi aspettava. E gli appunti interni?Intatti!!!Il tutto grazie ad una copertina in cartoncino rigido eccezionale e ad un fascicolo che mi era arrivato a casa, interposto fra la copertina e gli appunti, non ancora scellophanato, con su scritte le mete per andare a sciare nelle festività. E dirò di più: c’era ancora il mio disegno dell’OMUNCULUS sensitivo, in copertina: neppure il freddo lo ha cancellato. Ho riso, certo, ma avrei pianto: mai avuto un quaderno così temerario. Se lo avessi lasciato ancora lì per anni, dopo secoli le nostre progenie avrebbero ritrovato le lezioni di sapere umano del professor FELICI. E mi son risfogliata i miei appunti, tutto d’un fiato: dalle prime lezioni sugli adattamenti metabolici, eppoi la soglia lattato, il muscolo che fa SPLIT. Al rientro a casa, al quaderno, spetterà il termosifone, sempre che non me l’abbiano tolto. Attualmente peserà 5 kg di acqua: ottimo per esercizi isotonici.
E dunque, dopo la gioia del quaderno, avrei sopportato tutto, anche la disgrazia di rompere la chiave dello scooter, com’è successo. Stavo chiedendo a Marco un aiuto per lo specchietto ballerino, che mi ha rimesso a posto con professionalità, e per il baule che non si apriva bene quando, al tentativo di aprire il baule, la chiave si incrina. Lo scooter non parte più. Abbiamo provato di tutto, per rimettere in condizione la chiave, ma nulla, e…strano, non avevo il ricambio. Ce l’ho, il ricambio, ma non va. Vi ricordate l’incidente al fatebenefratelli?La chiave è sempre quella, e non va ancora. E non avevo fatto duplicato alcuno. Errore, mea culpa.
Dopo svariati tentativi giungo ad una conclusione: “CERCARE UNA FERRAMENTA”. E mi va bene, perché su viale aventino, raggiunto a piedi, c’è, la ferramenta. Ma non fa duplicati di chiavi. I duplicati si fanno oltre via Ostiense, sempre che sia aperto, perché è un artigiano e va a letto come le galline. E’ nel casino, via Ostiense, e io dovrei:
-1) arrivare sul posto e farmi duplicare la chiave;
-2) tornare a Caracalla dove mi aspetta lo scooter, fermo;
-3) vedere se la chiave va.
A questo punto, come a diagramma algoritmico, si aprono due possibilità:
-se la cosa ha successo, torno a casa;
-se non ha successo devo tornare laggiù e farmi fare un altro duplicato.
Ma il Fato a me non è mai avverso, e in queste situazioni mi fa sempre trovare persone eccezionali.
La padrona della ferramenta mi carica in macchina e mi porta sul posto, un cunicolo anni 20, che mai avrei trovato da sola…mi porta poi allo scooter. CHE VA, CHE VAAA!!!
La ringrazio di cuore, e provo ad aprire il baule. Non si apre. Devo prendere il casco, però, sennò mi fanno la multa. Ci metto dentro l’altra chiave, che giro e rigiro, ma non si apre. Si rompe la chiave e ne rimane un pezzo nella serratura, chiamiamola così, del baule. Ok, il baule si può aprir solo con la forza, a questo punto. Lo apro con la forza e prendo il casco. Ovviamente c’era mezza Roma incollonata che mi guardava, ma ormai ho reso i miei show pubblici, da Roma Nord a Roma Sud.
Torno a casa, la mia casa.
A casa, la mia casa…come no, appuro un’altra, bellissima notizia: HO PERSO IL SECONDO QUADERNO, CHE USAVO PER LE LEZIONI DI ENDOCRINOLOGIA. L’ho lasciato allo Iusm e infatti, al mio ingresso in facoltà, eccolo lì, in portineria, con tanto di foto di Ariedo Braida (gran cultore di arte moderna) presa da "Il GIORNO", all’interno.
Sto pensando a cosa scrivere, stavolta, in sto maledetto blog…Non ho mai argomenti!

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